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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05612 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20100104

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-05612 presentata da RITA BERNARDINI lunedi' 4 gennaio 2010, seduta n.262 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il giorno 25 dicembre 2009 la prima firmataria del presente atto, assieme a Marco Pannella, presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, al deputato dell'Italia dei Valori, Di Stanislao, nonche' ai militanti radicali, avvocato Alessandro Gerardi, Orazio Papili e Renato Cimina', ha visitato il carcere Castrogno di Teramo; la visita ispettiva - cominciata alle ore 9,30 del mattino e protrattasi ininterrottamente fino alle 20,30 - e' stata guidata dall'ispettore Alfonso Brillante, attesa l'assenza del direttore dell'istituto di pena abruzzese e del comandante della polizia penitenziaria, il quale peraltro risulta essere stato assegnato da poco al carcere di Castrogno in sostituzione del dott. Giuseppe Luzi, rimosso dall'incarico per avere invitato un suo sottoposto, nel corso di una registrazione poi pubblicata su tutti i principali quotidiani, a non massacrare il detenuto in sezione, ma al piano di sotto, ossia al riparo da occhi indiscreti; nell'istituto di pena di Castrogno risultano recluse circa 411 persone a fronte di una capienza regolamentare di 231 posti; tra le persone attualmente recluse, circa il 30 per cento e' rappresentato da stranieri, piu' della meta' sono in attesa di giudizio, mentre i tossicodipendenti sono circa quaranta, di cui cinque o sei sieropositivi; gli agenti di polizia penitenziaria sono sotto-organico e in sofferenza: quelli in servizio infatti sono 155, mentre il decreto ministeriale del 2001 ne prevede minimo 203, anche se oggi, a distanza di quasi dieci anni, attesa la crescita della popolazione detenuta, ne servirebbero molti di piu'; gli educatori sono solamente 2, di cui uno a tempo parziale, rispetto ad una pianta organica di 6 unita'; nonostante vi sia un'alta incidenza di detenuti portatori di problemi psicologici e/o psichiatrici, all'interno del carcere di Castrogno vi e' un solo psichiatra operativo per nemmeno 40 ore mensili; tutto cio' fa si' che molti detenuti chiedano un colloquio senza mai ottenerlo, sentendosi per questo abbandonati. Peraltro la mancanza degli educatori preclude per molti detenuti la possibilita' di ottenere cio' che spetta loro di diritto ossia un tempestivo accesso alle misure alternative alla detenzione; le celle sono malmesse, talmente fredde e umide che all'interno di esse molto spesso i detenuti indossano cappotti, giubbotti e cappelli; diversi di loro hanno mostrato materassi di gommapiuma bagnati che non vengono cambiati da anni; quando piove le celle diventano ancora piu' umide e fredde, con le finestre malridotte che non riescono ad evitare del tutto il passaggio dell'aria; il riscaldamento funziona poco e male e, in genere, la notte rimane spento; i detenuti non possono fare la doccia tutti i giorni ma solo tre volte alla settimana. Nei bagni delle celle scorre solo acqua fredda, la carta igienica non viene fornita da circa tre mesi, cosi' come i prodotti per la pulizia e l'igiene degli ambienti (stracci, detersivi e altro); persino gli spazzolini da denti e il dentifricio forniti dall'istituto risultano spesso non a norma e scaduti, al punto che alcuni detenuti, dopo averne fatto uso, sono stati colpiti da allergie alla bocca, il cibo e' di pessima qualita' e quasi sempre lo stesso, visto e considerato che molto spesso nel corso della settimana viene preparato riso; da qualche settimana ai detenuti non viene piu' fornito neanche il vino; all'interno del carcere le attivita' trattamentali finalizzate alla risocializzazione della popolazione detenuta sono praticamente inesistenti, basti pensare al fatto che pochissimi detenuti risultano ammessi al lavoro esterno per mancanza di fondi; gli educatori in servizio, come sopra ricordato, sono appena due a fronte di una pianta organica che ne prevede sei; vi e' un solo psichiatra che presta servizio per appena 40 ore mensili; per i detenuti tossicodipendenti non c'e' il S.E.R.T. interno e nemmeno l'infettivologa, sicche' gli stessi come unica terapia vengono sottoposti a trattamento metadonico; per i reclusi di nazionalita' straniera non e' attivo alcun presidio di mediazione culturale; i detenuti possono frequentare solo corsi di scuola elementare (ne' scuole medie, ne' superiori, ne' corsi universitari) ed i corsi di formazione professionale continuano a rimanere un miraggio; gli spazi per la socialita' (salette ricreative) sono strette e anguste, all'interno delle stesse campeggia solo un biliardino o, come nella terza sezione, un tavolo da ping-pong; la palestra e' piccola e contiene solo quattro detenuti per volta e gli stessi vi possono accedere solo per un'ora nel corso dell'intera settimana; la cappella per le funzioni religiose e' spesso fuori uso perche' vi piove dentro, peraltro il cappellano vi si reca assai di rado per celebrare messa (all'incirca una volta alla settimana, in genere il mercoledi' quando i detenuti stanno a colloquio con i familiari); come riferito da pressoche' tutti i detenuti, la sala colloqui e' piccola ed in pessime condizioni e presenta ancora il muretto-divisorio che non consente adeguati contatti umani tra detenuti e familiari, questi ultimi sono spesso costretti a fare lunghe code di attesa prima di poter incontrare i detenuti, dopodiche' vengono ammassati all'interno di spazi ridottissimi (manca l'area verde per gli incontri con i bambini); quasi tutti i detenuti si sono lamentati del fatto che in occasione delle festivita' natalizie, a causa dell'eccessivo afflusso di parenti, la durata del colloquio tra detenuti e familiari e' stata ridotta da due a un'ora; peraltro l'ispettore Brillante ci ha personalmente assicurato che la decisione di ridurre l'orario e' stata presa per cause di forza maggiore e che non appena il periodo festivo sara' terminato, il colloquio tra detenuti e familiari tornera' a durare due ore; nel carcere di Castrogno vi e' una grande sala dove e' ubicato il teatro; spazio che non viene pressoche' mai utilizzato stante la mancanza di qualsiasi tipo di attivita' e/o corso di formazione teatrale; la mancanza di lavoro, la pressoche' totale assenza di corsi di formazione professionale, la presenza di un solo corso di scuola, peraltro elementare, la riduzione degli spazi e dei momenti di socialita' e/o di quelli sportivi; le scarse attivita' ricreative, la soppressione dell'unico corso di informatica presente in istituto, tutto questo costringe i detenuti a trascorrere ben 20 ore della giornata all'interno delle celle, nell'ozio e nell'abbrutimento piu' assoluto e deleterio; pressoche' tutti i detenuti si sono lamentati del fatto che il nuovo comandante della polizia penitenziaria, dopo la triste vicenda del detenuto Mario Lombardi picchiato in sezione da un agente e la successiva rimozione del precedente comandante, abbia deciso di rendere le regole all'interno dell'istituto ancora piu' rigide rispetto a quanto gia' non fosse. Solo per fare qualche esempio: a) la socialita', prima concessa dalle 11 alle 13,30 del mattino, periodo allungabile fino alle 15,30 se il detenuto non voleva andare all'aria, nonche' dalle 17 alle 19,15 del pomeriggio, ora viene concessa solo la sera; b) il campo di calcio, che prima i detenuti potevano frequentare due volte a settimana piu' una volta ogni 15 giorni, oggi viene concesso loro solo una volta ogni 15 giorni, peraltro alternati per ogni singolo lato della sezione, sicche' attualmente ogni singolo detenuto si trova a poter giocare a pallone solo una volta al mese rispetto alle cinque/sei concesse prima; c) le docce, che prima i detenuti potevano fare tre volte alla settimana dalle 8,30 alle 11,30, a scelta, dalle 13,30 alle 15,30, attualmente si possono fare (sempre tre volte a settimana) solo dalle 8,30 alle 12; il fine del reinserimento sociale dei condannati mediante il lavoro e' frustrato dalla mancanza del lavoro e dalla indisponibilita' di attivita' qualificata all'interno della predetta struttura penitenziaria, cio' nonostante quanto previsto sia dall'articolo 20 della legge 26 luglio 1975, n. 354 - il quale prevede, tra l'altro, che «il lavoro e' obbligatorio per i condannati e per i sottoposti alle misure di sicurezza della colonia agricola e della casa lavoro» - sia dal comma 1 dell'articolo 50 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230 - il quale stabilisce che «i condannati e i sottoposti alle misure di sicurezza della colonia agricola e della casa lavoro, che non siano stati ammessi al regime di semiliberta' o al lavoro esterno o non siano stati autorizzati a svolgere attivita' artigianali, intellettuali o artistiche o lavoro a domicilio, per i quali non sia disponibile un lavoro rispondente ai criteri indicati nel sesto comma dell'articolo 20 della legge, sono tenuti a svolgere un'altra attivita' lavorativa tra quelle organizzate nell'istituto». Solo alcuni detenuti possono svolgere, per poche ore al mese, attivita' lavorativa scarsamente qualificata (scopino, vivandiere) alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria; attivita' peraltro remunerata dai 30 ai 70 euro mensili; a causa degli sfollamenti dalle carceri piu' grandi, a Castrogno sono detenute molte persone che provengono da centinaia di chilometri di distanza dal luogo di residenza; cio', oltre a rendere oltremodo difficoltosi i colloqui con i familiari, costringe il gia' ridotto organico degli agenti a numerosissime traduzioni per accompagnare i detenuti nei luoghi ove si svolgono i processi: nei primi dieci mesi dell'anno sono state gia' effettuate ben 1.200 traduzioni con grave dispendio di risorse umane e finanziarie; al primo piano si trova la prima sezione, quella dei cosiddetti «protetti», all'interno della quale si trovano reclusi circa 102 detenuti (tra i quali due transessuali) a fronte di una capienza regolamentare di appena 50 posti. Da qualche settimana, a causa dell'eccessivo sovraffollamento, in quattro celle della prima sezione e' stata addirittura aggiunta una terza branda. Cio' e' dovuto al fatto che a Teramo si trova l'unico penitenziario dove e' presente la sezione «protetti», sicche' ogni persona accusata o condannata per un certo tipo di reati e/o chi collabora con la giustizia viene trasferito, dall'Amministrazione penitenziaria, dagli altri istituti di pena abruzzesi o del centro Italia direttamente a Castrogno. Al momento della visita ispettiva, nella sezione «protetti» era presente: a) un detenuto affetto da un tumore al polmone, per quanto consta agli interroganti, non seguito adeguatamente da punto di vista sanitario, il quale e' in attesa da diverso tempo di essere sottoposto agli accertamenti e alle analisi cliniche in una struttura ospedaliera esterna al carcere; b) un detenuto affetto da un disturbo bipolare della personalita' proveniente dal carcere di Sulmona, struttura all'interno della quale aveva cominciato a seguire una terapia sotto la direzione di uno psichiatra e di uno psicologo; terapia che il trasferimento a Castrogno ha interrotto aggravando il suo stato di salute mentale; c) un detenuto che ha tentato gia' quattro volte di togliersi la vita; al secondo piano si trova la seconda sezione che contiene il circuito alta sicurezza all'interno del quale sono attualmente reclusi 84 detenuti, la maggioranza dei quali proviene dalla Campania e della Sicilia; tutti accusati o condannati per reati che vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso (articolo 416-bis) alla spaccio di sostanze stupefacenti (articolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990). In questa sezione i detenuti si sono lamentati delle poche ore di «socialita'» che la direzione concede loro; della scarsa se non del tutto inesistente assistenza sanitaria (le visite sanitarie vengono descritte come poco approfondite anche perche', spesso, nel corso delle stesse, non viene mai controllata la cartella clinica del paziente; visite che si concludono immancabilmente con la prescrizione della solita «pillola»); della mancanza del «piantone» per l'assistenza e la vigilanza delle persone affette da disturbo border-line della personalita'; della rigidita' della magistratura di sorveglianza di Teramo nel concedere le misure alternative alla detenzione anche nei confronti di persone che hanno un residuo pena molto basso per reati che non destano particolare allarme sociale; al terzo piano si trova la terza sezione all'interno della quale sono stipati i detenuti cosiddetti «comuni» (attualmente sono 90). In uno dei due rami in cui e' suddivisa questa sezione i detenuti lamentano il mancato o cattivo funzionamento di due docce su tre. Quasi tutte le finestre delle celle sono coperte con carta da giornale per evitare l'afflusso continuo di acqua e vento. Anche per chi e' recluso nella terza sezione vi e' la totale mancanza di ogni tipo di attivita' trattamentale; gli spazi per lo svolgimento delle attivita' ricreative sono ridotti al minimo; i materassi sono intrisi di umidita' ed in pessimo stato; in genere ogni tipo di suppellettile e' vecchia ed in pessimo stato; mancano i prodotti per la pulizia delle celle; ai detenuti e' stato tolto il vino e viene fornito cibo di pessima qualita'; al quarto piano si trova la quarta sezione, quella che contiene i detenuti (attualmente sono un'ottantina) affetti da problemi di tossicodipendenza. In questa sezione i detenuti lamentano il fatto di essere curati solo tramite la somministrazione dei farmaci sostitutivi, visto e considerato che quelli del Se.r.t. non vengono mai, oltre ai fatto che l'istituto non offre loro alcun tipo di sostegno e/o assistenza psichiatrica e/o psicologica. Molti di loro hanno seri problemi ai denti, pero' non vi e' alcun dentista che possa farsene carico o curarli; nel reparto femminile sono attualmente presenti 31 detenute. Anche in questa zona del carcere e' stata riscontrata l'assenza di ogni tipo di attivita' trattamentale, ricreativa o sportiva. Le celle, umide e fredde, presentano spazi ridotti e bagni privi di acqua calda. Anche qui le docce si possono fare tre volte a settimana, ma solo con acqua fredda per un guasto che, come confermatoci da un agente di polizia penitenziaria, dovrebbe essere in corso di riparazione. Le detenute lamentano la totale assenza dell'assistenza sanitaria. Una di loro, M.M., alla quale e' stato asportato lo stomaco per un tumore, riesce a mangiare solo roba liquida che pero' non riesce ad avere e, pur avendo bisogno di un certo tipo di medicinali, viene curata solo con l'ausilio del maloox. Un'altra, S.S., madre di cinque bambini, dice di essere affetta da cisti alle labbra e alle gambe e di avere per questi motivi piu' volte richiesto, del tutto inutilmente, di essere sottoposta a delle analisi molto piu' approfondite, peraltro la stessa detenuta riferisce di essere affetta da una grave forma di infezione ad entrambe le orecchie che richiederebbe un immediato intervento per scongiurare il rischio di sordita', intervento continuamente rimandato; come sostenuto da Marco Pannella al termine della visita ispettiva, la situazione dell'assistenza sanitaria all'interno l'istituto di pena Teramano «e' ai limiti del codice penale»: la legge 26 luglio 1975, n. 354, recante «Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della liberta'», all'articolo 1, prevede che «il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanita' e deve assicurare il rispetto della dignita' della persona», mentre l'articolo 11 dispone che ogni istituto penitenziario e' dotato di servizio medico e di servizio farmaceutico rispondenti alle esigenze profilattiche e di cura della salute dei detenuti e che, ove siano necessari cure o accertamenti diagnostici che non possono essere apprestati nelle infermerie e nei reparti specialistici degli istituti, i detenuti sono trasferiti negli ospedali civici o in altri luoghi esterni di cura»; ciononostante nel carcere di Castrogno il diritto alla salute dei detenuti viene, ad avviso degli interroganti, continuamente calpestato da un sistema strutturalmente inidoneo a garantire standard minimi di assistenza sanitaria. L'esempio della situazione di sfascio in cui versa il presidio sanitario all'interno dell'istituto di pena teramano e' rappresentato emblematicamente dalla sorte toccata al detenuto Uzoma Emeka, morto nel carcere di Castrogno a 32 anni per un tumore al cervello. Venti giorni prima di morire il detenuto senegalese aveva cominciato ad avvertire alcuni forti capogiri: perdeva i sensi all'improvviso, sveniva in cella e nelle docce, vomitava, non riusciva ad alzarsi dal letto, non mangiava, deperiva a vista d'occhio. È stato segnalato alla prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo che ogni volta che perdeva i sensi Uzoma veniva condotto in infermeria sulle spalle di altri detenuti, ma il medico di guardia dopo pochi minuti, senza fare ne' disporre ulteriori accertamenti, lo rimandava in cella prescrivendogli tutt'al piu' qualche «pillola» per dormire. Anche la notte prima di morire il detenuto senegalese era stato rispedito dall'infermeria nella cella; ma stava talmente male che non riusciva a rimanere steso sul letto e cadeva continuamente a terra. Dopo alcuni tentativi Uzoma e' stato lasciato privo di sensi per terra, con un lenzuolo, per l'intera nottata, nonostante avesse vomitato piu' di una volta. La mattina seguente il detenuto e' stato trovato con la bava alla bocca, rigido e privo di coscienza. Solo dopo qualche ora e' stata finalmente chiamata l'ambulanza ma ormai i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso; diversi detenuti hanno riferito di essere stati sottoposti a rapporto disciplinare per aver parlato con la prima firmataria del presente atto in occasione della visita ispettiva del 2 novembre 2009 i cui esiti sono riportati nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-04862 -: quali urgenti iniziative si intendano assumere per garantire normali condizioni di vita ai detenuti ed agli operatori del carcere di Castrogno; in particolare, entro quali tempi si preveda che l'istituto possa rientrare nella dimensione regolamentare dei posti previsti; se non intendano aprire una indagine amministrativa interna sulla morte del detenuto Uzoma Emeka al fine di appurare, negli ambiti di rispettiva competenza, eventuali responsabilita' di omessa cura e assistenza in capo al personale penitenziario e medico-sanitario; cosa intendano fare, negli ambiti di rispettiva competenza, per garantire il diritto alla salute dei detenuti e, in particolare, entro quali tempi verra' ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica; cosa si intenda fare per garantire ai detenuti l'attivita' trattamentale, sia essa di studio e/o di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione; per quali motivi il nuovo comandante della polizia penitenziaria abbia deciso di sopprimere le ore del mattino destinate alla «socialita'» nonche' la possibilita' per i detenuti di fruire del campo di calcio due volte alla settimana e se da questo punto di vista non ritenga opportuno adottare iniziative urgenti e mirate alfine di ripristinare la situazione precedente; se non si intendano adottare le opportune iniziative al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse; se non si ritenga di dover urgentemente disporre il completo rifacimento della vetusta ed obsoleta sala-colloqui presente nell'istituto di pena in questione in modo da garantire un miglior contatto umano tra detenuti e familiari e, piu' in generale, entro quali tempi verra' garantito un normale funzionamento dell'istituto quanto alla manutenzione, al riscaldamento, all'accesso quotidiano alle docce; se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno della struttura penitenziaria in questione, le attivita' di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena; quale sia il carico di lavoro della magistratura di sorveglianza di Teramo e quali siano le ragioni di quella che agli interroganti risulta un'inadeguata e carente risposta alle istanze avanzate alla stessa da parte dei detenuti; se il Governo non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione; se corrisponda al vero che alcuni detenuti siano stati sottoposti a rapporto disciplinare solo per aver parlato con la prima firmataria del presente atto in occasione della visita del 2 novembre 2009 e cosa si intenda fare, in generale, per garantire che le visite di sindacato ispettivo effettuate dai parlamentari nelle carceri per verificare le condizioni di detenzione si svolgano nella massima serenita' e collaborazione.(4-05612)

 
Cronologia
giovedì 17 dicembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010), (C. 2936) e il disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010 - 2012, (C. 2937), che saranno approvati in via definitiva dal Senato il 22 dicembre (leggi 23 dicembre 2009, n. 191 e n. 192).

martedì 19 gennaio
  • Politica estera ed eventi internazionali

    Nell'ambito degli interventi a sostegno della popolazione di Haiti, colpita da un gravissimo terremoto, il Governo annuncia la decisione di sottoscrivere un accordo bilaterale per la cancellazione finale del debito di 40,3 milioni di euro.

    La portaerei della marina militare Cavour parte per Haiti, per concorrere all'opera di ricostruzione e di soccorso alla popolazione.