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Documenti ed Atti

XVI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14374 presentata da FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120110

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14374 presentata da MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI martedi' 10 gennaio 2012, seduta n.567 FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: sul sito internet del quotidiano La Repubblica in data 12 gennaio 2010 e' stato pubblicato l'articolo dal titolo «Amianto sulle navi militari gli ammiragli alla sbarra» in cui si legge «Padova - Navi imbottite di amianto, navi killer che per mezzo secolo - dalla fine della seconda guerra mondiale al disarmo definitivo del 2005 - hanno avvelenato i polmoni di centinaia di Marinai, condannati a una morte lenta ma puntuale. Militari della Marina in servizio nelle basi di Monfalcone, La Spezia e Taranto. Almeno 500 se ne sono andati, negli ultimi dieci anni, falciati dal mesotelioma, il tumore provocato dalle fibre dell'asbesto. Per rendere giustizia a questa strage silenziosa nel tribunale di Padova si apre oggi il primo processo per le vittime dell'amianto in Marina. Gli imputati sono otto alti ufficiali - sei ammiragli, due generali (nell'udienza preliminare ne erano comparsi 14) - rinviati a giudizio con le accuse di omicidio colposo e inosservanza delle norme di sicurezza negli ambienti di lavoro (le navi militari). Dovranno rispondere del decesso di un comandante, Giuseppe Calabro, e di un maresciallo, Giovanni Baglivo, morti a Padova, dopo una lunga agonia, all'eta' di 61 e 50 anni. Le loro famiglie sono gia' state risarcite dal Ministero della difesa con 850 e 800 mila euro - un indennizzo arrivato ancor prima della sentenza dei giudici, primo e finora unico caso nella storia della Marina. Ma quel che piu' importa e' che quello celebrato a Padova diventera' una sorta di processo esemplare. Da una parte. E di maxi-processo, dall'altra. La procura padovana, su provvedimento della Cassazione, ha infatti avocato a se' tutti i casi di morti da amianto in Marina: una scia lunga dieci anni, che conta almeno 500 decessi e per la quale i PM Maurizio Block e Sergio Dini attribuiscono responsabilita' precise a chi stava ai vertici della Marina militare negli anni in cui le navi - soprattutto cannoniere e dragamine di provenienza americana - solcavano i mari e intanto bombardavano la salute di chi era a bordo. Macchinari, tubature, cabine: tutto, di quelle imbarcazioni, era rivestito con il minerale tossico (...)»; le agenzie di stampa riportano che la sentenza del processo penale che vede coinvolti alti ufficiali della Marina militare e' attesa per il 22 marzo 2012; la legge 27 marzo 1992, n. 257 ha fissato le norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto; l'articolo 20, comma 2, della legge 4 novembre 2010, n. 183 ha tutelato gli alti ufficiali nel disporre che «Fermo restando il diritto al risarcimento del danno del lavoratore, le norme aventi forza di legge emanate in attuazione della delega di cui all'articolo 2, lettera b), della legge 12 febbraio 1955, n. 51, si interpretano nel senso che esse non trovano applicazione in relazione al lavoro a bordo del naviglio di Stato e, pertanto, le disposizioni penali di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19 marzo 1956, n. 303, non si applicano, per il periodo di loro vigenza, ai fatti avvenuti a bordo dei mezzi del medesimo naviglio. I provvedimenti adottati dal giudice penale non pregiudicano le azioni risarcitorie eventualmente intraprese in ogni sede, dai soggetti danneggiati o dai loro eredi, per l'accertamento della responsabilita' civile contrattuale o extracontrattuale derivante dalle violazioni dello disposizioni del citato decreto n. 303 del 1956»; le discutibili interpretazioni richiamate incidono su una legge delega che ha gia' esaurito la sua funzione dopo l'adozione attuativa, risultando di fatto inapplicabili e privi di effetti oltre che gia' abrogate espressamente dall'articolo 304, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; la risposta all'interrogazione 4-12255 del Ministro della difesa pro tempore, pubblicata il 17 novembre 2011, riporta che «tutte le navi in linea sono in possesso di mappature amianto prodotte dal RINA (Registro Italiano Navale), dalle quali risulta che non sono state rilevate situazioni di rischio per la salute del personale e che non si rendono necessari interventi urgenti di bonifica. In relazione alle suddette mappature, e' in corso, da parte degli Arsenali, l'attivita' di bonifica delle unita' navali in occasione di soste lavori pianificate ed in aderenza ai fondi resi disponibili per ogni esercizio finanziario. Contestualmente all'attivita' di bonifica, sulle unita' vengono effettuati controlli periodici (di massima annuali) delle fibre aerodisperse secondo un protocollo tecnico-scientifico definito in collaborazione con l'universita' di Genova. Ad oggi, in nessun caso sono state riscontrate situazioni di inquinamento ambientale con conseguente rischio per il personale» -: se il Ministro interrogato non ritenga opportuno e urgente assumere un'iniziativa normativa per abrogare l'articolo 20, comma 2, della legge 4 novembre 2010, n. 183; se non ritenga doveroso rendere pubblico il registro delle unita' navali sottoposte a bonifica e/o controlli periodici, i risultati di detti controlli, le certificazioni, i costi e le eventuali azioni intraprese; quali siano le unita' navali che risultino ancora non completamente bonificate, se siano ancora impiegate, per quali attivita' e quali siano le misure di prevenzione adottate per tutelare la salute degli equipaggi e del personale militare comunque imbarcato; dal marzo 1992 ad oggi quanti siano i militari deceduti a causa di mesotelioma e quali siano i risarcimenti economici corrisposti agli eredi o ai familiari. (4-14374)

Atto Camera Risposta scritta pubblicata martedi' 31 luglio 2012 nell'allegato B della seduta n. 674 All'Interrogazione 4-14374
presentata da MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI Risposta. - Il testo dell'articolo 20, comma 2, della legge 4 novembre 2010, n. 183 e' il risultato di un ampio dibattito parlamentare che ha riguardato anche gli effetti che la norma - interpretativa delle disposizioni emanate in base alla delega di cui all'articolo 1, comma 1, della legge 12 febbraio 1955, n. 51 - avrebbe prodotto una volta approvata ed ha tenuto conto, altresi', dei rilievi, dei chiarimenti e delle indicazioni formulati dal Presidente della Repubblica in sede di rinvio alle Camere del testo originariamente approvato dalle stesse. In considerazione di cio', non si ravvisa l'esigenza di una iniziativa normativa tesa all'abrogazione del richiamato articolo 20, come richiesto dall'interrogante. Quanto, invece, all'attivita' di bonifica e di aggiornamento delle mappature delle singole unita' navali, nel confermare quanto riportato nell'interrogazione n. 4-12255, cui fa riferimento l'interrogante, faccio presente che, ad oggi, il piano attuato dalla Marina militare per la risoluzione del problema della presenza di amianto a bordo delle unita' navali e' nel pieno della sua fase esecutiva e procede regolarmente, sulla base della documentazione di mappatura prodotta dal Registro italiano navale (Rina). L'attivita' sinora svolta ha permesso di bonificare completamente il 20 per cento e, parzialmente, il 44 per cento delle 155 unita' con presenza di materiali contenenti amianto a bordo, attualmente in servizio con equipaggio fisso, nonche' di avviare ulteriori attivita' di bonifica, tuttora in corso, la quale avviene, principalmente, nell'ambito delle soste manutentive programmate delle unita'. Anche l'ambiente circostante e' sottoposto a verifiche periodiche (di massima annuali) per accertare l'assenza di pericolosita' per la salute del personale imbarcato (rilievo delle fibre aerodisperse, secondo un protocollo stabilito dall'Universita' di Genova) e ogni unita' navale e' dotata di specifici dispositivi di protezione individuale per le fibre di amianto, nonche' di un definito protocollo d'intervento, da attuarsi nel caso si verifichino avarie a carico di impianti o componenti con materiali contenenti amianto. Le unita' navali ancora non completamente bonificate vengono utilizzate nelle varie attivita' addestrative e operative, in quanto l'amianto, ove presente, risulta adeguatamente confinato e incapsulato, ferma restando, ovviamente, l'adozione delle richiamate misure a tutela della salute del personale imbarcato. Devo osservare, in proposito, che ai sensi della normativa vigente, e' vietata la divulgazione dei dati di dettaglio richiesti dall'interrogante, in quanto si riferiscono a unita' militari e alla loro efficienza; peraltro, tali dati sono stati e continuano ad essere puntualmente forniti, su specifica richiesta, alle autorita' giudiziarie titolari di indagini riguardanti decessi per malattie derivanti da esposizione a fibre di amianto. Con riferimento ai militari deceduti per mesotelioma dal 1992 ad oggi, vorrei, in primo luogo chiarire che l'oncogenesi della malattia - che rappresenta una delle piu' gravi patologie asbesto-correlate - impiega un periodo che oscilla tra i 15 e i 35 anni per sviluppare una massa tumorale di entita' tale da consentirne l'individuazione. Dunque, considerato che l'amianto e' stato utilizzato in diversi settori dell'industria - compresa la cantieristica navale civile e militare - almeno fino alla meta' degli anni ottanta, i casi di neoformazioni ad oggi registrati sono riconducibili al periodo antecedente la conoscenza della pericolosita' di tale minerale, il cui utilizzo e' stato vietato solo con la legge n. 257 del 1992, dopo esserne stata accertata la nocivita' per la salute dell'uomo. Dopo l'entrata in vigore della citata legge, la Marina militare (che aveva, comunque, intrapreso azioni per il contenimento dell'utilizzo del minerale in questione gia' quando, nel 1986, l'allora Ministero della sanita' emano' la prima circolare che vietava l'utilizzo dell'amianto nelle scuole e negli ospedali) non ha piu' impiegato materiali contenenti amianto. Cio' premesso, ad oggi, risultano 54 casi di decesso per mesotelioma, tra il personale militare e civile. Nei confronti delle famiglie e del personale, non solo deceduto per mesotelioma, ma anche affetto da varie patologie asbesto-correlate, viene attuata da parte della Marina militare una capillare e attenta assistenza, in particolare per l'avvio del procedimento previsto per la verifica del diritto alla corresponsione dei benefici (economici e non) spettanti agli «equiparati alle vittime del dovere», applicabile ai casi in questione in base alla prassi amministrativa posta in essere dal comitato di verifica per le cause di servizio e confermata dal parere del Consiglio di Stato in data 4 maggio 2010. Il comma 1 dell'articolo 20 della legge n. 183 del 2010, ha previsto, inoltre, l'incremento di 5 milioni di euro dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 562, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, per la progressiva estensione dei benefici gia' previsti in favore delle vittime della criminalita' e del terrorismo a tutte le vittime del dovere ed equiparati. Allo scopo di sottolineare che tale incremento dell'autorizzazione di spesa, attuato con fondi dello stato di previsione della Difesa, e' destinato alle cosiddette «vittime dell'amianto» delle Forze armate, e' stato presentato in Assemblea l'ordine del giorno 9/1441-quater-F/6, accolto dal Governo, con il quale lo stesso si impegna a destinare prioritariamente i fondi stanziati dal comma 1 dell'articolo in esame al personale che abbia contratto infermita' a causa dell'esposizione all'amianto su mezzi o in infrastrutture militari nei quali era documentata la presenza di amianto. Viene, altresi', fornita assistenza per l'avvio dell'iter amministrativo teso al riconoscimento delle patologie sofferte quali dipendenti da causa di servizio, anche ai fini della corresponsione del trattamento di pensione privilegiata e dell'equo-indennizzo. Per quanto attiene ai benefici indennitari previsti a favore degli eredi o dei familiari del personale deceduto per mesotelioma, sono pervenute alla direzione generale competente in materia 141 istanze, volte ad ottenere, in qualita' di «equiparati» alle vittime del dovere, i benefici di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006 e successive modificazione e integrazioni, di cui : 65 gia' esaminate favorevolmente dal comitato di verifica per le cause di servizio; 3 definite anch'esse in senso favorevole dal comitato, cui pero' non e' seguita la concessione dei benefici avendo i superstiti, in sede di transazione, rinunciato ai benefici stessi; 9 per le quali il Comitato si e' espresso negativamente circa la dipendenza e/o riconducibilita' della patologia alle particolari condizioni ambientali od operative; 23 si trovano attualmente presso il Comitato per l'emissione del prescritto parere; 27 in corso di istruttoria. Riguardo alle 65 posizioni per le quali il comitato si e' espresso favorevolmente, aggiungo che per 30 e' stato gia' emanato il decreto concessivo della speciale elargizione, mentre per le restanti 35 sono in corso di emissione i relativi provvedimenti. Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.



 
Cronologia
giovedì 22 dicembre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva, con 257 voti favorevoli e 41 contrari, l'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici (S. 3066), sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

venerdì 13 gennaio
  • Politica, cultura e società

    La nave da crociera Concordia della compagnia di navigazione Costa Crociere urta contro uno scoglio nelle acque dell'isola del Giglio. Nello scafo si apre una larga falla, che causa il naufragio della nave. Nel gravissimo incidente perdono la vita 30 persone e 2 risultano disperse.