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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02684 presentata da RICCIATTI LARA (SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA') in data 10/01/2017

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02684 presentato da RICCIATTI Lara testo presentato Martedì 10 gennaio 2017 modificato Mercoledì 11 gennaio 2017, seduta n. 722 RICCIATTI , FERRARA , SCOTTO , AIRAUDO , FRANCO BORDO , COSTANTINO , D'ATTORRE , DURANTI , DANIELE FARINA , FASSINA , FAVA , FOLINO , FRATOIANNI , CARLO GALLI , GIANCARLO GIORDANO , GREGORI , KRONBICHLER , MARCON , MARTELLI , MELILLA , NICCHI , PAGLIA , PALAZZOTTO , PANNARALE , PELLEGRINO , PIRAS , PLACIDO , QUARANTA , SANNICANDRO e ZARATTI . — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che: la crisi industriale che sta attraversando il sistema produttivo italiano rappresenta, senza alcun dubbio, quella più profonda che ha investito il nostro Paese dal dopoguerra ad oggi, coinvolgendo centinaia di aziende di tutti settori e dimensioni; sul tavolo del Ministero dello sviluppo economico sono aperte circa 150 vertenze che perdurano drammaticamente, risultano, ad oggi, in massima parte irrisolte e coinvolgono almeno 120.000 lavoratori, senza contare quelli dell'indotto per cui si arriva al coinvolgimento totale di circa 200.000 persone; secondo il terzo rapporto sulla gestione delle crisi aziendali dell'Ugv (Unità per gestione delle vertenze delle imprese in crisi) del Ministero dello sviluppo economico, a marzo del 2016 erano attivi 148 tavoli, che nel 2015 hanno viste coinvolte 151 società. Le regioni più interessate a questi confronti sono state Lombardia, Lazio, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna. Sul sito del Ministero dello sviluppo economico la mappa dei tavoli è stata poi aggiornata a giugno 2016: 145 i tavoli aperti. Il settore maggiormente in crisi è quello dell'industria pesante, seguono quello delle telecomunicazioni, dell'elettronica e del tessile; ma anche l'agroalimentare, la chimica, la petrolchimica, l'edilizia e l'energia; esistono poi altre migliaia di posti a rischio in vertenze che non arrivano neanche ad esser trattate dal Ministero dello sviluppo economico, come quelle del settore tessile; tra le crisi industriali figurano, tra le altre, Almaviva di cui si è assistito recentissimamente al licenziamento di 1666 persone e alla chiusura della sede romana, ma anche Gepin e Uptime, Alcoa, Belleli ed ex area IES, le ex Acciaierie Lucchini, Mercatone Uno, il Gruppo Novelli, Selcom, Vesuvius, il sistema bancario, Italcementi, Irisbus di Avellino, per non parlare di Alitalia e Poste italiane s.p.a., di cui si è parlato molto sulla stampa nazionale in questi ultimi giorni; a ciò si aggiunga che dal 1 o gennaio 2017, infatti, secondo quanto previsto dalla «legge Fornero» sul lavoro del 2012, l'indennità che spettava ai lavoratori licenziati da imprese industriali con più di 15 dipendenti o commerciali con più di 50 è abrogata. Dopo 25 anni dall'istituzione del sussidio, che in alcuni casi (mobilità lunga verso la pensione) poteva durare fino a 7 anni in caso di lavoratore anziano licenziato al Sud, l'unico assegno di disoccupazione resta la Naspi–: quali iniziative urgenti di politica industriale il Governo intenda assumere per far fronte a una situazione che rischia di sfociare in un vero e proprio collasso sociale, rischiando di andare ben oltre i 150 tavoli di crisi aperti presso il Ministero dello sviluppo economico. (3-02684)





 
Cronologia
lunedì 9 gennaio
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    Dopo due anni, riapre l'ambasciata italiana a Tripoli.



martedì 17 gennaio
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    Antonio Tajani è eletto Presidente del Parlamento europeo.