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Documenti ed Atti

XVII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10198 presentata da DI STEFANO MANLIO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 10/01/2017

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-10198 presentato da DI STEFANO Manlio testo presentato Martedì 10 gennaio 2017 modificato Lunedì 13 febbraio 2017, seduta n. 740 MANLIO DI STEFANO , SIBILIA , SPADONI , DEL GROSSO , GRANDE , SCAGLIUSI e DI BATTISTA . — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che: a parere degli interroganti la situazione dei dipendenti a contratto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, soprattutto quella negli Stati Uniti, rappresenta uno dei tanti esempi di cattiva gestione, clientelismo, omertà e arroganza di un'amministrazione completamente slegata dal «sistema Italia» che rappresenta solo il fallimento di una classe dirigente impreparata; negli atti di sindacato ispettivo n.5-09655 e 5-09972, presentati negli scorsi mesi dagli interroganti, è stato evidenziato che gli stipendi riconosciuti al personale a contratto a tempo indeterminato non sono in linea con i salari offerti dai partner europei e neanche in linea con le retribuzioni pagate dal Governo federale americano, tutto ciò in palese contraddizione dell'articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica n.18 del 1967 («La retribuzione annua base è fissata dal contratto individuale tenendo conto delle condizioni del mercato del lavoro locale, del costo della vita e, principalmente, delle retribuzioni corrisposte nella stessa sede da rappresentanze diplomatiche, uffici consolari, istituzioni culturali di altri Paesi (...)»); peraltro, dagli atti relativi alle selezioni degli altri partner europei non si rileva alcun riferimento a future progressioni salariali o di carriera; nelle rispettive risposte fornite dal sottosegretario pro-tempore Della Vedova prima e dal viceministro pro-tempore Giro poi, si continua a negare che il regime fiscale del citato personale è quello di lavoratore autonomo (pur apparendo nella realtà il contratto come quello di lavoro subordinato), godendo essi, quindi, di tutti i privilegi e sgravi fiscali connessi a tale posizione, tra i quali spicca un ridotto regime orario (36 ore invece di 40 o 45), lo stipendio già dall'inizio con il massimo (in quanto non è prevedibile la progressione e l'avanzamento di carriera nell'ordinamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale), l'orario minimo e il numero maggiore di giorni di congedo (32 giorni mentre quelli concessi sia negli Stati Uniti che dalle amministrazioni dei partner europei ammontano a 15 giorni l'anno, per i primi anni di servizio, fino a un tetto massimo di 20 giorni annui, per chi ha prestato servizio per più di 20 anni); infine, copertura di tutte le spese mediche (100 per cento spese ospedaliere e 80 per cento specialistiche); analoghe problematiche sono state evidenziate anche dal personale a contratto a tempo indeterminato del consolato generale d'Italia a Sydney (che lamentano in una mail inviata al primo firmatario del presente atto di trovarsi in una situazione contrattuale anche peggiore di quella segnalata in questa e nelle citate interrogazioni e di essere prossimi a dover sottoscrivere un diverso contratto, peggiorativo) in Australia; il Sottosegretario e il Viceministro citati hanno, nelle loro risposte, anche pervicacemente difeso gli «studi» dell'Ambasciata in Washington per giustificare una generosità nei riguardi di questo personale assunto che, tuttavia, collide con le decisioni dell'ultimo biennio prese dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; ancora più insulsa, a parere degli interroganti, appare essere la giustificazione a tale livello retributivo e cioè quella di attrarre personale altamente qualificato, le cosiddette «eccellenze»–: quali iniziative intenda adottare per sanare la sperequazione stipendiale già sottolineata in altri atti di sindacato ispettivo e se non ritenga necessaria una revisione della retribuzione del personale a contratto operante nelle sedi diplomatiche italiane negli Stati Uniti con una riduzione nella misura del 30 per cento, adoperandosi anche rispetto a quanto accade in Australia. (5-10198)





 
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