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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00046 presentata da GELMINI MARIASTELLA (FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE) in data 26/09/2018

Atto Camera Mozione 1-00046 presentato da GELMINI Mariastella testo di Mercoledì 26 settembre 2018, seduta n. 50 La Camera, premesso che: il progetto del gasdotto TAP – « Trans Adriatic Pipeline » – è finalizzato al trasporto di gas naturale dalla regione del Mar Caspio all'Europa Occidentale e Sud-orientale, attraverso il «Corridoio meridionale del gas» ( Southern Gas Corridor o Sgc). Il gasdotto, con origine in Grecia, attraversa l'Albania ed il Mare Adriatico per approdare in Italia meridionale sulla costa pugliese in prossimità del comune di Melendugno (Lecce); il suddetto «Corridoio meridionale del gas» attraversa sette Paesi e prevede la creazione di tre reti di gasdotti: il South Caucasus Pipeline (Azerbaijan, Georgia, Turchia), il Trans Anatolian Pipeline (Turchia) e appunto il TAP – « Trans Adriatic Pipeline» (Grecia, Albania, Italia). Il Tap rappresenta quindi una continuazione dei gasdotti SCP ( South Caucasus Pipeline ) e Tanap ( Trans Anatolian Pipeline ); il gasdotto Tap noto anche come Gasdotto Trans-Adriatico, fa quindi parte del suddetto Corridoio meridionale del gas. Si tratta di un insieme di progetti di infrastrutture parzialmente finanziati dall'Unione europea e destinati a incrementare la diversificazione delle fonti e la sicurezza degli approvvigionamenti, grazie al trasporto di nuovo gas naturale, proveniente dall'Asia centrale. È dunque un pezzo, quello finale, di un progetto più ampio: un gasdotto lungo complessivamente quasi 4 mila chilometri, di cui il tracciato TAP in senso stretto si snoderà lungo circa 870 chilometri – di cui 545 chilometri in Grecia, 211 chilometri in Albania, 105 chilometri nell'Adriatico e 8 chilometri in Italia; l'opera è già realizzata per oltre il 75 per cento. Mentre però in Grecia e in Albania i lavori da tempo sono in fase avanzatissima (tra Grecia e Albania il 95 per cento dei tubi sono stati già saldati e tirati sul terreno), i lavori del in Italia sono in deciso ritardo; i numeri dell'opera sono considerevoli: 40 miliardi di dollari di investimento nel corridoio meridionale del gas; 4,5 miliardi di euro nel tratto Turchia-Grecia-Albania; 400 milioni in Italia; 1,5 miliardi di finanziamento dalla Bei, la banca europea per gli investimenti (in quanto il gasdotto rientra tra i progetti energetici strategici dell'Unione europea; fino ad altri 500 milioni dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers); si prevede che l'apertura e l'operatività del Corridoio Sud sarà probabilmente intorno al 2020, con l'arrivo del gas azero attraverso il Tap per circa 8,8 miliardi di metri cubi aggiuntivi, e attraverso una rotta del tutto indipendente da quelle attuali di fornitura all'Italia. Saranno 8,8 miliardi di metri cubi di gas prodotto dai giacimenti ShahDeniz in Azerbaijan e vincolati da contratti long-term della durata di 25 anni; il Tap, consentirà quindi l'importazione di circa 8,8 miliardi di metri cubi di gas azero in Italia, con un potenziale incremento di capacità per ulteriori 10 miliardi di metri cubi; il gas naturale serve in Italia oltre 23 milioni di consumatori, e il sistema infrastrutturale italiano del gas è sviluppato su oltre 290.000 chilometri di reti e quasi 17 miliardi di metri cubi di stoccaggio. L'Italia è il terzo mercato europeo del gas per consumi. Peraltro, il mercato italiano delle auto a metano è il più sviluppato in Europa, con quasi 1 milione di veicoli (oltre il 75 per cento del totale europeo); riguardo allo sviluppo di nuove infrastrutture di import via gasdotto, la Strategia energetica nazionale 2017 (Sen), adottata con il decreto ministeriale 10 novembre 2017, definisce strategico il progetto Tap, anche come infrastruttura che può aiutare a migliorare la sicurezza complessiva degli approvvigionamenti per l'Italia; analizzando la sicurezza degli approvvigionamenti e le potenziali criticità derivanti da eventuali interruzioni delle forniture di gas dagli attuali Paesi esportatori verso l'Italia, la Sen 2017 evidenzia come «la dipendenza dalla Russia del sistema energetico italiano è aumentata nel tempo: dei 65,3 miliardi di metri cubi importati nel 2016 (+6,7 per cento rispetto al 2015), la Russia fornisce circa il 41,3 per cento (pari a circa 27 miliardi di metri cubi), equivalenti ad un peso sui consumi complessivi nazionali di gas del 38 per cento»; nel caso di una sospensione totale e prolungata delle importazioni dalla Russia (ad esempio, per blocco o incidente rilevante degli attuali gasdotti) il gasdotto Tap, è tra le possibili fonti di fornitura alternativa; per aumentare la sicurezza delle forniture di gas, nel luglio del 2014 il Ministero dello sviluppo economico ha quindi autorizzato l'importazione del gas azero in Italia per 25 anni attraverso i gasdotti Tanap e Tap, a partire dal 2020, tramite il Consorzio la società svizzera Axpo; il procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via) relativo a tale infrastruttura si è concluso l'11 settembre 2014 con l'emanazione di un decreto positivo di compatibilità ambientale, poi modificato con un decreto del 16 aprile 2015 e, successivamente, il progetto è stato autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico. Il decreto di Via, pur positivo, è comunque condizionato al rispetto di un articolato e complesso quadro prescrittivo; il gasdotto Tap ha quindi avviato i lavori nel primo semestre del 2016, dopo aver completato la fase di aggiudicazione dei contratti di appalto; la realizzazione del gasdotto consentirà certamente all'Italia di aumentare la sicurezza di approvvigionamento, la diversificazione delle fonti e la concorrenza all'interno del sistema nazionale. In definitiva, aumenterà il livello di sicurezza nazionale di un Paese come il nostro strutturalmente dipendente dalle fonti energetiche estere, favorendo la riduzione dei costi dell'energia per imprese e famiglie e la competitività; va considerato che l'eventuale mancata realizzazione dell'opera costituirebbe quindi un grave danno per l'Italia, perché bloccherebbe il processo di diversificazione delle fonti energetiche, in un Paese in cui l'attuale livello dei prezzi medi del gas naturale è del 10 per cento più alto dei prezzi del Nord Europa. Sotto questo aspetto, quindi, la realizzazione del Tap comporterebbe un importante risparmio in bolletta per le famiglie; peraltro il gasdotto, che consentirà, come si è visto, l'importazione di circa 8,8 miliardi di metri cubi di gas, raddoppiabili, contribuisce a contenere l'impatto negativo della produzione di energia sull'ambiente e sulla salute delle persone, in virtù delle ridotte emissioni del gas naturale rispetto alle sue alternative fossili; il gas naturale assume un ruolo chiave e decisivo nella transizione energetica verso la decarbonizzazione, stante la crescita delle rinnovabili, in quanto è una fonte di energia meno inquinante rispetto a carbone e petrolio. Già oggi, in media, una centrale a gas emette la metà dell'anidride carbonica di una centrale a carbone, a parità di produzione; il processo di decarbonizzazione farà sì che nei prossimi anni i consumi di gas aumenteranno, e le centrali elettriche a gas saranno quelle che più aiuteranno la rivoluzione energetica verso la totale uscita dal carbone basata sulle fonti rinnovabili; se gli investimenti nelle fonti di energia rinnovabili sono decisivi nei prossimi anni per poter stabilizzare l'aumento della temperatura media globale ben sotto i 2 °C, con sforzi aggiuntivi per arrivare +1,5 °C, come prescritto dall'accordo di Parigi del dicembre 2015, il ruolo del gas naturale è e sarà oggettivamente decisivo ancora per molti lustri, proprio in quanto è la fonte fossile di transizione più sostenibile e meno inquinante, e genera emissioni inferiori rispetto agli altri combustibili fossili; sono peraltro state fatte anche stime – soggette a importanti variazioni – del costo del ritiro dell'impegno nazionale rispetto al gasdotto: tra i 40 e i 70 miliardi di euro, secondo quelle della Socar (ente energetico dell'Azerbaijan) e della Bp, entrambe partner della cordata che sta realizzando il Corridoio meridionale del gas. Una valutazione che considera anche i costi di approvvigionamento maggiori e mancato gettito fiscale per il nostro Paese. Ma anche considerando stime più prudenziali, si valutano comunque in almeno 15 miliardi di euro, i danni per un eventuale ritiro dall'Italia dalla Tap e per i mancati profitti; il gasdotto Tap è stato fin dal principio un progetto contrastato e contestato, fatta di battaglie politiche, opposizione di buona parte delle popolazioni coinvolte, scontri legali, denunce, sequestri di cantieri, fino agli esposti per presunta violazione della «direttiva Seveso» sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti in determinate attività industriali; certamente ad amplificare i contrasti, ha contribuito il fatto che in questi anni è stato insufficiente il confronto con le comunità locali, e molte decisioni che riguardano il loro territorio sono state troppo spesso calate dall'alto, e sono stati sottovalutati il necessario monitoraggio e coinvolgimento, e la capacità di ascoltare le istanze dei territori, e le loro rimostranze e preoccupazioni. Contrasti acuiti anche dall'inevitabile impatto ambientale dell'infrastruttura, e ancor di più dalla bellezza naturalistica del luogo di approdo del gasdotto, una costa che – tra l'altro – vive di turismo; ancora una volta, e anche riguardo all'infrastruttura Tap, il Governo conferma di non avere una posizione chiara e univoca al suo interno, e così la maggioranza che lo sostiene. Vi è ancora una volta quella che appare ai firmatari del presente atto di indirizzo una totale imbarazzante indeterminatezza, e l'assenza di una posizione condivisa sulle scelte da compiere e le decisioni da prendere, con contraddittorie dichiarazioni espresse in questi mesi; nel corso della conferenza stampa ufficiale, al termine dell'incontro bilaterale con il Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, tenutosi alla Casa Bianca nel mese di luglio 2018, il Presidente del Consiglio ha avuto modo di definire il Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) come «un'opera strategica per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico del nostro Paese e del Mediterraneo»; il Vice Presidente del Consiglio e Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha quindi sostenuto l'esatto contrario di quanto espresso dal Premier, affermando – nel corso di un intervento alla Fiera del Levante a Bari – che «Il Movimento Cinque Stelle era ed è contrario al TAP»; a ciò si aggiunga che il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, si è spesa senza riserve nella causa «No TAP» e, ancora recentemente, ha sostenuto che «il TAP non è un genere di investimento che serve all'Italia e che non porterà significativi vantaggi al popolo italiano»; il Presidente del Consiglio ha già effettuato alcuni incontri con le istituzioni locali e i tecnici, promettendo di «garantire una verifica presso i ministeri competenti della procedura sin qui seguita»; nel mese di giugno 2018, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, sempre con riguardo al progetto TAP, in un'intervista con l'agenzia internazionale di stampa Reuters dichiarava che «il fascicolo TAP è sul tavolo (...). Il presupposto è che vista la strategia energetica, visti i consumi di gas in calo, quell'opera oggi appare inutile», aggiungendo inoltre che l'opera «sarà revisionata, così come prescritto nel contratto, come le altre opere di concerto con altri ministeri»; al di là del fatto che – contrariamente a quanto dichiarato dal Ministro Costa – nel «contratto di governo» non vi è alcun riferimento all'infrastruttura, anche i dati reali sul consumo di gas contraddicono quanto dichiarato dal Ministro. Al contrario di quanto affermato dal Ministro Costa infatti, nel 2017 i consumi italiani sono stati di 75,1 miliardi di metri cubi, pari a un sostenuto aumento della domanda del +6 per cento rispetto al 2016. E anche per i primi quattro mesi del 2018, la tendenza complessiva indica che la domanda è in crescita del +1,8 per cento Rispetto ai primi quattro mesi del 2017, impegna il Governo: 1) alla luce delle posizioni contrastanti presenti all'interno della compagine di Governo, a chiarire quanto prima quale sia la posizione dell'Esecutivo in merito alla realizzazione del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP); 2) a garantire la prosecuzione e la conclusione della realizzazione dell'intera opera infrastrutturale per l'approvvigionamento di gas naturale, quale opera strategica per sicurezza di approvvigionamento e diversificazione delle fonti energetiche in grado di favorire la riduzione dei costi dell'energia, nonché in considerazione del ruolo chiave del gas naturale nella transizione energetica verso la decarbonizzazione in quanto fonte di energia meno inquinante rispetto agli altri combustibili fossili, carbone e petrolio; 3) a tenere aperto, pur nella necessità di portare a conclusione l'opera nei tempi attualmente previsti, il confronto e il dialogo con le comunità e le istituzioni locali, al fine di consentire la prosecuzione dei lavori del Tap nell'ambito di scelte il più possibile condivise; 4) ad assumere tutte le iniziative necessarie per garantire un sensibile incremento delle misure di compensazione ambientale a favore delle comunità il cui territorio è interessato dalla realizzazione del gasdotto Tap e opere complementari; 5) a monitorare e a garantire che la realizzazione dell'opera avvenga nel pieno rispetto delle prescrizioni ambientali, anche valutando ulteriori iniziative volte alla minimizzazione degli impatti sull'ambiente. (1-00046) « Gelmini , Carfagna , Occhiuto , D'Attis , Labriola , Elvira Savino , Cortelazzo , Gagliardi , Casino , Giacometto , Mazzetti , Ruffino , Barelli , Bendinelli , Carrara , Della Frera , Fiorini , Polidori , Porchietto , Squeri , Nevi , Marrocco ».