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Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03343 presentata da RIZZETTO WALTER (FRATELLI D'ITALIA) in data 08/01/2020

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-03343 presentato da RIZZETTO Walter testo di Mercoledì 8 gennaio 2020, seduta n. 284 RIZZETTO . — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei . — Per sapere – premesso che: l'Unione europea, con un regolamento del Consiglio, ha imposto per l'anno 2020 limitazioni alla cattura di alcune specie ittiche che coinvolgono anche la pesca sull'Adriatico. Al riguardo, infatti, i pescatori del Friuli Venezia Giulia lamentano che tali stringenti iniziative, concepite sugli obiettivi di politica comune della pesca, non tengono conto delle peculiarità dei territori e metteranno, dunque, ulteriormente a dura prova un settore già fortemente penalizzato; le misure adottate che riguardano Italia, Francia e Spagna, prevedono, inoltre, la riduzione per i pescatori del numero delle giornate trascorse in mare del 10 per cento, cifra che potrebbe raggiungere nei prossimi 4 anni addirittura il 40 per cento. Detti limiti, nell'area del Friuli Venezia Giulia, colpiscono in primis la pesca al nasello e della triglia, con 15 giorni su 160 di fermo pesca, ossia 5 in più rispetto ai 10 giorni previsti nel 2019. Ciò danneggerà inevitabilmente il settore, come denuncia il responsabile regionale per il Friuli Venezia Giulia dell'Associazione generale cooperative italiane, tanto che gli addetti ai lavori dovranno valutare concretamente se sarà possibile portare avanti le attività; ed ancora, il regolamento europeo conferma anche il fermo pesca per le specie pelagiche, ossia, in Friuli Venezia Giulia, sardine e alici, con l'uscita in mare per 144 giorni all'anno. Tale disposizione ripropone una problematica emersa lo scorso anno e non risolta, come evidenzia il segretario del settore pesca di FedAgripesca del Friuli Venezia Giulia, poiché il fermo è stato imposto nel mese di agosto 2019 e considerando i brevi periodi in cui tali specie sono presenti lungo le coste del Friuli Venezia Giulia saranno duramente colpiti i pescatori triestini. A quanto è dato sapere, nel 2019, la contrattazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per spostare il fermo a settembre 2019 non è andata a buon fine, pertanto, gli imprenditori ittici sperano in un intervento per il 2020; si ritiene, dunque, necessario assumere idonei provvedimenti per risollevare il settore in questione ed escludere gli effetti dannosi delle limitazioni poste in essere dall'Unione europea; a parere dell'interrogante sono condivisibili interventi per una gestione sostenibile della pesca, ma è chiaro che gli stessi saranno virtuosi solo se tengono conto di una preventiva analisi dei territori su cui vanno ad impattare, al fine di non creare danni agli imprenditori e gli addetti di un settore che, negli ultimi anni, è stato destinatario di una moltitudine di interventi che lo hanno estremamente colpito ed onerato di adempimenti. Si pensi che, nel solo Friuli Venezia Giulia, i pescatori hanno già ridotto del 40 per cento in 5 anni le uscite in barca, nonché il numero di imbarcazioni –: se e quali urgenti iniziative intendano adottare i Ministri interrogati, per quanto di competenza, affinché sia sostenuta e salvaguardata la pesca in Italia, considerando l'impatto che avranno le limitazioni inflitte dall'Unione europea, come riportato in premessa, che non tengono conto delle peculiarità dei territori e che, in particolare, in Friuli Venezia Giulia hanno determinato una drastica diminuzione delle attività degli addetti al settore con inevitabili danni. (5-03343)