Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00343 presentata da NITTI MICHELE (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 22/04/2020

Atto Camera Mozione 1-00343 presentato da NITTI Michele testo presentato Mercoledì 22 aprile 2020 modificato Mercoledì 29 aprile 2020, seduta n. 332 La Camera, premesso che: il progetto denominato «Pietre d'intralcio» ( Stolpersteine ), ideato e realizzato dall'artista tedesco Gunter Demnig, è un'iniziativa monumentale diffusa, per ricordare le singole vittime della deportazione nei campi di concentramento e di sterminio nazisti; la pietra d'inciampo è un piccolo blocco di pietra ricoperto di ottone lucente (su cui è inciso nome, anno e data di nascita, luogo della deportazione e data di morte del deportato) collocato in prossimità delle abitazioni in cui risiedettero i deportati prima della deportazione; l'iniziativa è nata con lo scopo di ricordare le vittime del Nazionalsocialismo che siano state perseguitate per motivi di religione, razza, idee politiche o orientamento sessuale; come si apprende dal sito pietredinciampo.eu , oggi si incontrano Pietre d'inciampo in oltre 2.000 città europee: in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria; in Italia, le prime Pietre d'inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L'Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia, Napoli e in altri centri minori; come enunciato dal sito, obiettivo della «Pietra d'inciampo» è creare un inciampo emotivo e mentale, una sorta di inciampo della coscienza, mantenendo così viva la memoria delle vittime dell'ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana, la casa, invitando allo stesso tempo chi passa e si imbatte nell'opera a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data; chiunque desideri promuovere il ricordo di una vittima delle deportazioni – singoli cittadini, associazioni o enti – può attivarsi per richiedere l'installazione di una pietra d'inciampo. Non sono quindi le istituzioni a scegliere le vittime da ricordare ma coloro che, mediante una richiesta diretta, si fanno promotori dell'iniziativa; a Milano è attivo un Comitato di scopo denominato «Comitato per le Pietre d'inciampo» impegnato a rafforzare la memoria delle persecuzioni nazifasciste, quelle politiche e quelle razziali, avvenute in città; nella città di Torino, promotore dell'iniziativa è il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà, insieme alla Comunità ebraica di Torino, al Goethe-Institut Turin e all'Associazione nazionale ex deportati (Aned) - sezione Torino, in collaborazione con l'istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea «Giorgio Agosti»; proprio a Torino, grazie alla sinergia tra gli istituti menzionati e le istituzioni scolastiche, sono state sperimentate forme virtuose di collaborazione con il coinvolgimento diretto degli studenti in progetti interdisciplinari molto partecipati e capaci di incentivare processi di coesione sociale; come riportato nel sito del Museo della Resistenza di Torino www.museodiffuso.it , le scuole coinvolte prendono parte a un percorso sviluppato su più incontri, differenziato tra la scuola primaria e le secondarie di primo e secondo grado. Con i bambini si è scelto di lavorare in maniera più approfondita sui luoghi di memoria e sul contesto storico in cui il fenomeno della deportazione si è sviluppato, mentre con i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado ci si è concentrati, invece, sulla definizione del sistema concentrazionario nazista e fascista, sulle peculiarità della deportazione razziale e politica e sulla storia della deportazione da Torino, per fornire strumenti utili alla ricostruzione delle biografie delle vittime, assegnando ad ogni scuola una Pietra d'inciampo. Contestualmente, agli studenti e agli insegnanti è stato richiesto di ideare e progettare un «evento» finalizzato alla valorizzazione dell'installazione artistica e alla divulgazione della storia delle vittime, da realizzarsi nella settimana del Giorno della Memoria; i progetti didattici collaterali alla posa delle Pietre d'inciampo hanno avuto notevole successo a Torino e hanno contribuito alla sensibilizzazione delle nuove generazioni sui temi legati agli orrori della Shoah , suggerendo la possibilità che siano gli studenti stessi, opportunamente supportati, a identificare e indicare nuovi nominativi a cui poter dedicare, in futuro, una Pietra di Inciampo; l'offerta didattica strutturata e articolata sperimentata e realizzata a Torino, è stata apprezzata dallo stesso Gunter Demnig che ha sottolineato il forte coinvolgimento degli studenti e dei loro insegnanti, attribuendo un particolare valore al progetto torinese; anche in altre città italiane esistono coordinamenti centralizzati costituiti da varie associazioni, istituti di ricerca, partner ed enti pubblici che lavorano in sinergia all'attività di posa delle Pietre d'inciampo; negli ultimi tempi le Pietre d'inciampo sono state oggetto di episodi d'intolleranza: a Roma il 10 dicembre 2018 in via Madonna dei Monti 82 sono state divelte e rubate venti pietre posate di fronte all'abitazione della famiglia ebrea Di Consiglio e nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2019, in via della Reginella 10, al ghetto ebraico, su uno dei simboli che ricordano le vittime romane della Shoah è stata attaccata una scritta in tedesco per ricordare che: «L'assassino torna sempre sul luogo del delitto»; in occasione dell'ultima Giornata della Memoria si sono susseguiti almeno cinque atti vandalici diversi, da Cuneo a Reggio Emilia, svastiche, insulti, pietre d'inciampo divelte e vetrine spaccate; il 27 gennaio 2020, a Torino, la scritta «Crepa sporca ebrea» è comparsa sui muri del cortile interno di un palazzo di corso Casale, proprio di fronte all'abitazione di una donna di origini ebraiche, figlia di una staffetta partigiana, mentre il 26 gennaio, a Guastalla, nella Bassa reggiana, una pietra d'inciampo dedicata ad Aldo Munari – militare internato in Germania – è stata danneggiata, probabilmente con colpi di piccone, davanti a quella che fu la sua abitazione; il 12 febbraio 2020, a Pomezia sono state segnalate scritte antisemite e svastiche, mentre il 16 febbraio a Parma, medaglia d'oro per la Resistenza, sono comparsi diversi simboli e iscrizioni naziste; il rapporto Eurispes 2020 ha rivelato che il 15,6 per cento della popolazione italiana nega che l'Olocausto si sia effettivamente verificato e ritiene che sarebbe solo un'invenzione, mentre nel 2004 i negazionisti erano «solo» il 2,7 per cento; il 14 gennaio 2020 è stata pubblicata la prima ricerca italiana sulle discriminazioni curata da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri per conto dell'Osservatorio Solomon, pubblicata su La Stampa . Per realizzare il sondaggio sono stati intervistati 1.000 individui attraverso molteplici canali (telefono, mobile, email e WhatsApp) ed è emerso che l'1,3 per cento degli italiani ritiene che la Shoah sia una leggenda, il 10,5 per cento giudica invece che durante la Shoah non siano morti 6 milioni di ebrei; a fronte di questi dati preoccupanti e degli episodi citati, è quanto mai necessario investire in forme di coinvolgimento diretto delle nuove generazioni, attraverso percorsi didattici e multimediali di approfondimento che rafforzino e ravvivino costantemente la memoria collettiva della tragica esperienza della deportazione e degli orrori della Shoah , impegna il Governo 1) a promuovere la diffusione e la conoscenza del progetto artistico e culturale delle «Pietre d'inciampo» su tutto il territorio nazionale e a introdurre nelle scuole del territorio, in accordo con i servizi educativi dei musei e degli archivi di Stato, percorsi didattici di approfondimento finalizzati alla ricostruzione della geografia urbana dei luoghi di deportazione e della biografia delle vittime della dittatura nazi-fascista. (1-00343) « Nitti , Carbonaro , Rospi , Angiola , Lattanzio , Cubeddu , De Lorenzo , Zennaro , Schullian , Casa ».