Vai al sito parlamento.it Vai al sito camera.it

Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XVIII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/01398 presentata da DE GIORGI ROSALBA (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 10/01/2022

Atto Camera Interpellanza 2-01398 presentato da DE GIORGI Rosalba testo di Lunedì 10 gennaio 2022, seduta n. 624 La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico , per sapere – premesso che: in data 24 gennaio 2019 la Corte europea dei diritti umani, accogliendo il ricorso con cui 180 cittadini di Taranto denunciavano gli effetti nocivi sulla salute delle emissioni tossiche del siderurgico di Taranto già denominato Ilva ha stabilito che non solo vi è stata violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti a seguito della mancata adozione da parte delle autorità italiane di tutte le misure necessarie per salvaguardare efficacemente il diritto in questione, ma che il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'Ilva ha messo in pericolo la salute dell'intera popolazione che vive in un'area considerata a rischio; nel maggio del 2021, al termine del maxi-processo che vedeva sotto accusa l'ex Ilva per disastro ambientale, la Corte d'assise di Taranto è giunta a conclusione che per anni le attività della più «grande acciaieria d'Europa» abbiano mirato ad ottenere il massimo profitto senza curarsi di adottare misure capaci di scongiurare l'inquinamento di un intero territorio, la compromissione della salute di gran parte della popolazione ed il verificarsi di infortuni all'interno dell'azienda. Tali presunte omissioni sono state sanzionate dai giudici con condanne e con la confisca degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento già sottoposti a sequestro nell'estate del 2012; nel giugno del 2021 la questione Ilva è stata oggetto di un'altra importante sentenza. Annullando l'ordinanza dell'allora sindaco di Taranto con cui si ordinava lo spegnimento degli impianti dell'area a caldo dell'ex Ilva, quelli ritenuti più inquinanti, il Consiglio di Stato, pur non dando per scontato che dal siderurgico debbano provenire sempre emissioni nocive, ha comunque sostenuto nella sua decisione che nella città di Taranto può reputarsi pacifico che «vi sia una problematica di carattere sanitario ed ambientale, correlata all'attività industriale (anche) dello stabilimento dell'ex Ilva»; gli esiti di importanti studi scientifici, uniti alle decisioni della magistratura e alle prese di posizione della cittadinanza e di associazioni ambientaliste, hanno contribuito a «nazionalizzare» i problemi ambientali di Taranto la cui origine è stata individuata, senza temere smentite, negli effetti della produzione industriale; l'esigenza di procedere a massicce opere di bonifica del territorio e all'adozione di misure in grado di garantire la salute dei cittadini, la salvaguardia dell'ambiente e la tutela dell'incolumità dei lavoratori della fabbrica non può essere ulteriormente elusa in attesa che prenda vita il progetto finalizzato alla riconversione dell'attuale ciclo integrale dello stabilimento di Taranto secondo tecnologie ecologicamente compatibili; lo stabilimento ex Ilva di Taranto, oggi denominato «Acciaierie d'Italia», nonostante le criticità strutturali che lo caratterizzano da decenni, viene ritenuto dal Governo un asset fondamentale per il settore e per le filiere italiane che ricorrono all'utilizzo dell'acciaio. Ma la strategicità di questa impresa non sembra giustificare quanto proposto dall'articolo 21 del decreto-legge Milleproroghe con le modifiche riguardanti la destinazione del patrimonio costituito, tramite le risorse finanziarie derivanti dai fondi sequestrati agli ex titolari dell'azienda (la famiglia Riva) ed acquisite da Ilva S.p.A. in amministrazione straordinaria, per realizzare il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria; lo spostamento delle risorse di cui si tratta privilegerebbe la decarbonizzazione del siderurgico andando a privare dei fondi necessari le operazioni di bonifica dei siti inquinati di Taranto, molte delle quali o non hanno ancora avuto inizio o risultano incomplete –: quali siano stati i criteri che, con riferimento a quanto esposto in premessa, hanno determinato la scelta della destinazione di un'ingente disponibilità di risorse inutilizzate da impiegare per interventi di decarbonizzazione ed elettrificazione del ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico ex Ilva nonostante l'urgenza o di avviare o di completare le operazioni di bonifica dei siti inquinati di Taranto a tutela della salute della popolazione. (2-01398) « De Giorgi ».