Portale storico della Camera dei deputati

LA CAMERA, RILEVATO CHE IL MANDATO CONFERITO IL 9 AGOSTO 1978 AL GENERALE ALBERTO DALLA CHIESA DA PARTE DEL MINISTRO DELL'INTERNO PER COMPITI "SPECIALI" NELLA LOTTA AL TERRORISMO NON APPARE, ANCHE IN ASSENZA DI PUBBLICITA' DELL'ATTO MINISTERIALE DI NOMINA, COMPATIBILE CON LE LEGGI DELLO STATO E GLI ISTITUTI PREPOSTI AL MANTENIMENTO E ALLA DIFESA DELL'ORDINE COSTITUZIONALE; RILEVATO CHE LA PRESENZA DI "INCARICHI SPECIALI", SVINCOLATI DA OGNI MECCANISMO DI CONTROLLO E D'INDIRIZZO DA PARTE DEI POTERI DELLO STATO AGGRAVA E COPRE LA DISFUNZIONE, L'INEFFICIENZA DEGLI APPARATI DELLO STATO CUI ISTITUZIONALMENTE E' AFFIDATA LA DIFESA DELL'ORDINE COSTITUZIONALE; RILEVATO CHE IL DECRETO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DEL 4 MAGGIO 1977 CON IL QUALE VENIVA AFFIDATO AL GENERALE DALLA CHIESA IL COMPITO DI "COORDINARE IL SERVIZIO DI SICUREZZA ESTERNA DELLE CARCERI" HA, DI FATTO (CON IL SUCCESSIVO DECRETO MINISTERIALE 15 GIUGNO 1977 CON IL QUALE VENIVA CREATO PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA L'UFFICIO XII, DENOMINATO "UFFICIO PER IL COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI OPERATIVI PER LA SICUREZZA DEGLI ISTITUTI PENITENZIARI" E LA CIRCOLARE N. 2417/4871 "RESPONSABILITA' DEI DIRETTORI") AFFIDATO L'INTERA POLITICA PENITENZIARIA AL SUDDETTO GENERALE CON LA CONSEGUENZA DI IMPORRE COME MODELLO PENITENZIARIO QUELLO RAPPRESENTATO DALLE "CARCERI SPECIALI" (CHE HANNO RAGGIUNTO IL NUMERO DI 11 E A CUI SI AGGIUNGONO LE SEZIONI SPECIALI NELLE CARCERI "ORDINARIE") IN CUI LA FUNZIONE CUSTODIALISTICA-REPRESSIVA PREVALE SU QUELLA LEGALE-COSTITUZIONALE SANCITA DALL'ARTICOLO 1 DELLA LEGGE 26 LUGLIO 1975, N. 354, CHE COSI' VIENE COMPLETAMENTE SVUOTATA E VANIFICATA; RILEVATO CHE L'ENORME E INCONTROLLATA CONCENTRAZIONE DI POTERE NEL GENERALE DALLA CHIESA HA ALTERATO PROFONDAMENTE IL MODELLO COSTITUZIONALE DI DIFESA DELLA LEGALITA'; BLOCCATO IL PROCESSO DI BONIFICA E RIFORMA DI QUEI CORPI DELLO STATO RESPONSABILI DELLA COSIDDETTA "STRATEGIA DELLA TENSIONE"; RIPROPOSTO, ANCHE ALLA LUCE DEGLI OSCURI EPISODI CHE HANNO VISTO COME PROTAGONISTA DALLA CHIESA, IL SOSPETTO DELLA ESISTENZA DI STRATEGIE INTERNE ALLO STATO TENDENTI, ATTRAVERSO L'USO DELLA PROVOCAZIONE E DELLA CONNIVENZA CON GRUPPI EVERSIVI, ALLA GESTIONE "POLITICA" DEL FENOMENO TERRORISTICO; RILEVATO CHE DA PARTE DEI MASSIMI VERTICI DELLO STATO, DELLA MAGISTRATURA, SONO STATE ESPRESSE PREOCCUPAZIONI E PERPLESSITA' SULLE INIZIATIVE DEL GENERALE DALLA CHIESA, ANCHE ALLA LUCE DEI MODESTI ED EQUIVOCI RISULTATI OTTENUTI NELLA LOTTA AL TERRORISMO ED AL PROGRESSIVO ALLARGARSI DELL'AREA DEL "PARTITO ARMATO"; IMPEGNA IL GOVERNO A NON CONFERMARE IL MANDATO PER "COMPITI SPECIALISTICI OPERATIVI" AL GENERALE ALBERTO DALLA CHIESA E A SCIOGLIERE I REPARTI COSTITUITI SULLA BASE DELLO STESSO ATTO.