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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00001 presentata da RONCHI EDOARDO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19920430

La Camera, premesso che il sistema economico mondiale, col suo dualismo complementare di ipersviluppo quantitativo nordoccidentale e di sottosviluppo economico e sociale del Sud del mondo e oggi anche dei paesi ex comunisti, ha imboccato una rotta di collisione con il "sistema terra", con la disponibilita' di risorse, con la limitata capacita' di assorbimento dell'inquinamento, con la rottura di fondamentali equilibri ecologici, ponendo una seria ipoteca sulla capacita' di carico e di mantenimento delle future generazioni e di una possibilita' di superamento delle condizioni e di fame per una parte rilevante della popolazione mondiale; prendendo atto che la questione ecologica e' decisiva per le possibilita' stesse dello sviluppo, l'Assemblea generale dell'Onu con la risoluzione n. 44/228 del 22 dicembre 1989, ha fissato una conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED - United Nations Conference on Environment and Development) che si terra' a Rio de Janeiro; premesso che: l'Assemblea dell'Onu ha creato un comitato preparatore con funzioni organizzative e istruttorie che ha stabilito l'ordine del giorno della conferenza, elaborato le direttive per i rapporti degli stati nazionali e sta predisponendo le bozze dei progetti di convenzione e di indicazione della conferenza. Il comitato preparatore ha gia' svolto 5 sessioni di lavoro (sessione organizzativa: 5-16 marzo 1990, sessione di Nairobi, 6-31 agosto 1990, sessione di Ginevra 18 marzo-15 aprile 1991, sessione di Ginevra 12-30 agosto 1991, sessione di New York 2 marzo-3 aprile 1992); la commissione sulla Salute e l'ambiente dell'Organizzazione mondiale della sanita', in vista della conferenza UNCED di Rio, ha predisposto un proprio rapporto che si conclude con l'individuazione di strategie e raccomandazioni (arresto dell'aumento della popolazione, promozione di stili di vita e schemi di consumo sostenibili, necessita' di un ambiente che favorisca la salute, accesso piu' equo alle risorse) che rappresentano un autorevole e importante riferimento per l'ormai prossimo "vertice della terra"; la conferenza come si viene strutturando nei lavori preparatori si pone quattro obiettivi fondamentali: 1) alcune convenzioni internazionali negoziate in questi anni (sul clima, sulla biodiversita', per la protezione delle foreste); 2) definire un'"Agenda 21", un'agenda di obiettivi e strumenti per il XXI secolo, per la tutela del "sistema Terra" e dei suoi fondamentali equilibri ecologici, insieme a uno sviluppo durevole per tutti i paesi; 3) stabilire entita' e modalita' di finanziamento necessari a sostenere, in particolare nei paesi in via di sviluppo, risanamenti ambientali e uno sviluppo economico ecologicamente sostenibile; 4) ridefinire gli strumenti istituzionali di intervento, organismi delle Nazioni Unite, ruolo delle popolazioni e dei governi locali, rapporto con la Banca Mondiale e il GATT (Accordo generale sulle tariffe e sul commercio); si sono svolte importanti conferenze regionali preparatorie dell'Unced: in particolare dei paesi latinoamericani e caraibici a Mexico City nel marzo 1991, dell'Asia e del Pacifico nell'ottobre 1990 a Bangkok e dei paesi europei a Bergen nel 1990. La conferenza di Mexico City rileva che i paesi dell'America Latina e dei Caraibi hanno un impatto ridotto sul clima, chiedono assistenza finanziaria per proteggere le foreste e evidenziano i rapporti fra crescita del debito estero e sfruttamento pesante delle risorse naturali. Si insiste in particolare su una condizione irrinunciabile, il risanamento delle condizioni di poverta' estrema tanto in ambienti urbani quanto rurali. La conferenza di Bangkok ribadisce come le emergenze ambientali siano strettamente legate a quelle sociali, sanitarie e demografiche. Sottolinea insieme al problema della distruzione delle foreste e della perdita di fertilita' dei suoli agricoli una grave emergenza dovuta alla riduzione della disponibilita' di acqua potabile. La Conferenza europea di Bergen ha affrontato 4 temi: 1) informazione e controllo pubblico con la diffusione delle procedure di valutazione di impatto ambientale sia dei progetti che dei prodotti e con l'obiettivo di incidere sui consumi formando consumatori responsabili. Gli attuali stili di vita e di consumo prevalenti nel Nord del mondo non potranno diventare sostenibili nemmeno grazie a ulteriori perfezionamenti tecnologici e non potranno comunque venire estesi ai dieci miliardi di abitanti che presto ci saranno sul pianeta; 2) realizzazione di un'economia ecologicamente sostenibile modificando i parametri della contabilita' nazionale, integrando negli obiettivi economici i vincoli ambientali, introducendo modifiche dei prezzi, con tasse e altri strumenti, in modo da incidere sui modelli di produzione e di consumo in direzione di una sostenibilita' ecologica; 3) promozione di un uso sostenibile dell'energia, stabilizzando le emissioni di CO2 e degli altri gas di serra; 4) sviluppo di attivita' industriali e sistemi di produzione non inquinanti; la Conferenza per l'ambiente e lo sviluppo, per i temi che affronta, per gli esiti che puo' avere o non avere, richiede il massimo impegno dei Parlamenti e dei Governi per avviare una svolta nelle scelte economiche e politiche per raggiungere l'obiettivo di fermare la marcia sulla rotta di collisione e realizzare economie sostenibili e uno sviluppo sociale piu' equo e duraturo; impegna il Governo: ad assumere un ruolo piu' attivo nella preparazione e nello svolgimento della conferenza mondiale delle Nazioni Unite affinche' questa affronti realmente il nodo della insostenibilita' dell'attuale tipo di sviluppo economico, promuova misure di riduzione dell'impatto ambientale delle attivita' umane di adeguato controllo demografico e di preservazione degli equilibri ecologici e delle risorse naturali, con particolare attenzione al riequilibrio dello sviluppo sociale in diverse parti del pianeta, della quantita' e qualita' dei consumi, superando sia i modelli del consumismo insostenibile sia la miseria, la poverta', la fame che attanagliano una parte rilevante della popolazione mondiale; a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e l'attuazione di una convenzione internazionale sul clima che contenga impegni vincolanti in particolare per tutti i paesi industrializzati a stabilizzare sui livelli del 1990 le emissioni di CO2 entro il 2000 e a ridurle di almeno il 20 per cento entro il 2005, ad estendere i medesimi impegni agli altri gas che concorrono a causare l'effetto serra, a fornire ai paesi del Sud del mondo e dell'Europa centro-orientale un'assistenza finanziaria e tecnologica adeguata per contenere le medesime emissioni in presenza di necessari interventi per il miglioramento della qualita' della vita tanto nelle zone rurali quanto in quelle urbane; a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e l'attuazione di una convenzione internazionale per la protezione delle foreste, per una gestione sostenibile delle risorse forestali e una conservazione del patrimonio e della diversita' biologica degli ecosistemi forestali, stabilendo un sistema internazionale di monitoraggio, fornendo la necessaria assistenza per una gestione sostenibile di queste risorse e garantendo la partecipazione delle popolazioni locali ai processi di decisione che li riguardano; a sostenere nell'ambito dell'UNCED l'adozione e l'attuazione di una convenzione internazionale per la conservazione della diversita' biologica e culturale con priorita' per i programmi di conservazione in situ, con una individuazione delle aree critiche da tutelare ai fini della conservazione biologica, che impegni in particolare i paesi industrializzati a un utilizzo responsabile e compatibile della ricerca e dello sviluppo delle biotecnologie, a valorizzare le conoscenze tradizionali locali e a trasferire ai paesi in via di sviluppo solo conoscenze e tecnologie utili agli impieghi sostenibili, a un impiego efficace delle risorse e che non intacchino il patrimonio naturale e la diversita' biologica, impedendo la brevettazione e la mercificazione del vivente, ma assicurando a tutti i popoli accesso sostenibile alle risorse naturali; a sostenere la definizione di una "Agenda 21" che contenga indicazioni e impegni rilevanti, in particolare per: a) la protezione dell'atmosfera; b) la protezione delle risorse terrestri; c) la conservazione della diversita' biologica; d) la protezione delle acque dolci; e) la protezione degli oceani, dei mari e delle zone costiere; f) la gestione responsabile delle biotecnologie; g) porre fine alla vivisezione e alla sperimentazione animale, inefficaci dal punto di vista della tutela della salute umana oltre che violente nei confronti delle altre specie; h) la riduzione dei rifiuti, della loro pericolosita', loro riuso, recupero e riciclo e la prevenzione dei traffici internazionali dei rifiuti stessi; i) il miglioramento della qualita' dei consumi per una migliore qualita' della vita, la difesa della salute e la riduzione degli impatti ambientali; l) il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro in particolare delle popolazioni piu' povere con modelli di sviluppo e tecnologie ambientalmente compatibili a piu' alto contenuto occupazionale; m) promuovere una conversione dell'economia, delle attivita' industriali e dei sistemi di produzione per renderli ecologicamente sostenibili; a promuovere un azzeramento del debito dei paesi in via di sviluppo convertendolo in un comune debito ecologico. In particolare promuovendo un fondo per i cambiamenti climatici, per la difesa delle foreste e per la diversita' biologica, alimentato dai paesi industriali e destinato ai paesi in via di sviluppo al fine di concorrere al raggiungimento degli obiettivi delineati dalla convenzione UNCED. Nella gestione dei trasferimenti di tale fondo si dovra' assicurare la partecipazione dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e degli organismi non governativi operanti nei paesi interessati del Sud del mondo. Occorrera' inoltre interrompere lo sfruttamento delle foreste primarie, garantire la sicurezza delle terre per i contadini poveri e garantire contropartite di sviluppo sociale e di miglioramento della qualita' della vita a quei paesi del Sud che "sacrificano" parte delle loro potenziali risorse per la conservazione del patrimonio naturale di interesse planetario. Occorrera' infine rivedere le politiche di cooperazione allo sviluppo sia dal punto di vista della loro reale efficacia sociale che dei loro impatti ambientali con un nuovo e piu' consistente e qualificato impegno dei paesi industrializzati, secondo criteri di spesa che privilegino iniziative locali anziche' business e burocrazie internazionali, con obbligo della valutazione preventiva degli impatti ambientali per ogni intervento; a rivedere nell'ambito dell'UNCED contenuto e modalita' di gestione del GEF (Global environment facility) creato per aiutare i paesi in via di sviluppo nell'attuazione di progetti di tutela ambientale e gestito dalla Banca Mondiale, dall'UNEP e dall'UNDP. In particolare la Banca Mondiale sta gestendo sostanzialmente questo fondo secondo criteri tradizionali e inadeguati agli scopi del GEF, quando non apertamente in contrasto; a fissare nell'ambito UNCED una proposta di revisione e rafforzamento delle istituzioni dell'ONU introducendo una concezione della minaccia e della sicurezza del pianeta che comprenda prioritariamente i rischi di catastrofe ecologica e di sterminio per poverta' rivedendo in tal senso anche i compiti, i poteri e la composizione del Consiglio di Sicurezza, istituire un tribunale internazionale per l'ambiente; a fissare dei vincoli sugli accordi "GATT" che si basino sulle convenzioni UNCED e a chiedere un codice di comportamento per le aziende esportatrici che fissi garanzie di valutazione di impatto ambientale sugli interventi e sui prodotti; impegna inoltre il Governo: a definire una strategia nazionale per la sostenibilita' con interventi che incidano nelle politiche di sviluppo, nella contabilita' nazionale, nella pianificazione del territorio, nelle scelte economiche agricole e industriali, nei piani nazionali per la viabilita', per i trasporti e l'approvvigionamento energetico; a introdurre la procedura di valutazione dell'impatto ambientale sui piani e sui progetti oltre che sulle opere a impatto rilevante, vincolando investimenti e finanziamenti a sostegno delle imprese al rispetto delle prescrizioni della normativa ambientale; a migliorare l'efficacia delle politiche ambientali, dell'applicazione delle leggi e dei controlli per la tutela dell'ambiente, riformando il Ministero dell'ambiente rafforzandone l'efficacia operativa e la capacita' di coordinamento, potenziando i servizi tecnici e creando un'Agenzia multireferenziale e dotando le strutture tecniche per i controlli ambientali degli organici, delle apparecchiature e dei finanziamenti necessari; a promuovere sia una riduzione del carico inquinante delle attivita' economiche e produttive sia una redistribuzione del reddito attraverso tasse ecologiche, incentivi e disincentivi fiscali, colpendo le attivita' economiche e i consumi a piu' alto impatto, a maggior consumo di energia, di materie prime e a maggior produzione di rifiuti; a rivedere la politica estera e di difesa del Paese, riducendo le spese militari, promuovendo la cooperazione e la sicurezza comuni con progetti che concorrano allo sviluppo sociale e alla compatibilita' ambientale delle economie dei paesi piu' poveri, riducendo cosi' sia le tensioni internazionali, sia un incremento demografico incontrollato, sia le migrazioni non volute, causate dalla miseria, dalle devastazioni ambientali e dai conflitti militari; a rivedere l'attuale politica di cooperazione internazionale tenendo presente l'esigenza di finanziare interventi di tutela e recupero ambientale e la necessita' di efficaci politiche di pianificazione familiare nei paesi dove poverta', carenze sanitarie, assenza di informazione e di istruzione spingono verso insostenibili incrementi demografici con altissima mortalita' infantile; a promuovere nelle sedi istituzionali della Comunita' europea i predetti contenuti ed in particolare una revisione della politica agricola comunitaria che non deve piu' essere mirata alla produzione e alla gestione delle eccedenze, alle colture intensive e al massiccio uso dei fitofarmaci, ma alla qualita' dei prodotti, alla compatibilita' ambientale, alla difesa del territorio e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali; a promuovere una partecipazione delle organizzazioni non governative italiane con supporto organizzativo alla conferenza stessa. (1-00001)

 
Cronologia
martedì 28 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Dopo aver indirizzato il 25 aprile un messaggio televisivo ai cittadini Francesco Cossiga rassegna le dimissioni da Presidente della Repubblica.

giovedì 30 aprile
  • Politica, cultura e società
    Dopo una sentenza di condanna passata in giudicato, viene arrestato l'ex segretario del PSDI Pietro Longo.

sabato 2 maggio
  • Politica estera ed eventi internazionali
    I 12 Paesi della CEE e i 7 dell'EFTA sottoscrivono a Porto il Trattato per la creazione della Spazio economico europeo (SEE).