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Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01195 presentata da BUTTI ALESSIO (MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO - DESTRA NAZIONALE) in data 19920525

Ai Ministri dell'industria, commercio e artigianato, delle finanze, dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso: che l'amministrazione provinciale di Como, il comune di Cernobbio ed il comune di Como per la parte pubblica e l'Unione industriali di Como, l'Ente fiera di Milano e l'Associazione Serica per la parte privata, hanno dato vita alla Villa Erba spa con l'intento di gestire il Centro espositivo e congressuale appositamente costruito nel parco attiguo alla prestigiosa Villa Erba di Cernobbio; che tale polo espositivo comprende circa 1.500 metri quadrati lordi edificati sulla base di un progetto il cui costo venne stimato inizialmente in 6 miliardi per corrispondere ad una struttura provvisoria; che i costi sono lievitati sensibilmente fino alla ragguardevole cifra di circa 70 miliardi e che, incuranti delle piu' elementari norme societarie sulle decisioni collegiali, la struttura e' divenuta definitiva; che in questi anni la spa ha acceso mutui, presso l'Istituto San Paolo, per decine di miliardi e che la proiezione dei ricavi per il 1993 e' di soli 7 miliardi; che la difficile situazione economica ha portato il collegio dei revisori della spa stessa a rassegnare le proprie dimissioni accentuando i dubbi sulla correttezza della gestione totale della societa' e che anche il consiglio d'amministrazione ha vaticinato l'intenzione di procedere nel medesimo atto; che e' flebile la volonta' politica che anima la parte pubblica, sintomo questo della confusione con cui, da sempre, gli enti pubblici operano in seno all'iniziativa stessa -: se non intendano verificare l'esistenza di presunti illeciti amministrativi a carico degli amministratori della Villa Erba spa; se non intendano effettuare una attenta valutazione peritale della struttura eretta affinche' emerga la congruita' dei costi sostenuti; se non intendano avviare una oculata indagine contabile relativa all'intera gestione della societa'; se risulta che vi e' stato un intervento delle autorita' inquirenti ed in caso contrario se i fatti siano stati riferiti dal ministro di grazia e giustizia al CSM; per quale ragione, nonostante reiterate interrogazioni parlamentari, i vari Ministeri e la prefettura di Como non abbiano preso provvedimenti atti ad arginare l'incredibile spreco di denaro pubblico. (4-01195)

I comuni di Cernobbio e di Como, l'amministrazione provinciale e la locale Camera di Commercio hanno acquistato nel 1985 il patrimonio di Villa Erba dalla Famiglia Visconti per un importo di L. 6.280.000.000, comprensivi di un parco di circa 90.000 mq in riva al lago di Como con essenze pregiate e una villa caratterizzata da oltre 2.000 mq di superficie sottoposti ai vincoli della Sovrintendenza Ambientale e di quella Monumentale. La scelta di tale acquisto nacque dalla decisione, degli enti menzionati, di formare una Societa' di intervento per realizzare su una parte del parco un Centro espositivo-congressuale. Pertanto nel 1986 si costitui' la S.p.A. Villa Erba composta dagli enti pubblici sopraindicati e da componenti private sensibili allo sviluppo socio-economico (privato e sociale): Associazione Serica Italiana, Unione Industriali di Como, Associazione Piccole Industrie, Associazione provinciale Artigiani, Ente Fiera di Milano. La Societa' aveva per oggetto "la predisposizione, l'elaborazione e l'acquisizione di ogni studio, ricerca e progetto di un centro fieristico congressuale ed espositivo, unitamente alle strutture ed ai servizi ad esso connessi, nonche' la loro istituzione, costituzione e gestione". La regione Lombardia non ha partecipato all'acquisto del patrimonio ma si e' limitata a concedere con apposita legge (la 27 del 1985) un contributo straordinario complessivo di lire 5 miliardi, di cui 2 miliardi per l'acquisto e 3 miliardi per la realizzazione del Centro espositivo. Per quanto concerne l'aumento dei costi e' da sottolineare che si sono verificate diverse circostanze tra le quali: variazioni nelle opere eseguite rispetto alle opere originarie, imposizione di tipo vincolistico (tra le altre: parcheggio sotterraneo rispetto a parcheggio elevato), oneri diretti e indiretti derivanti da due sospensioni lavori, l'una nel 1987, l'altra durata circa un anno nel 1988. I danni diretti sono stati di L. 7,6 miliardi (revisione prezzi e riconoscimento spese vive per fermi e riavvio cantiere, costi fissi della struttura aziendale sottratta ai suoi compiti istituzionali, oneri per consulenze legali, interessi passivi per esposizione bancaria); i danni indiretti conseguono, in particolare, al rinvio temporale forzato nel conseguimento dei ricavi rispetto alle previsioni. Gli sforzi fatti dal Presidente e dall'Amministratore Delegato, l'unita' di intenti dell'intero Consiglio di amministrazione, la collaborazione offerta dal Collegio Sindacale, hanno comunque permesso di recuperare in parte il tempo perduto e nell'ottobre 1990 si e' inaugurato il Centro Espositivo, sono iniziate le prime manifestazioni e a ritmo serrato si stanno ponendo le basi per l'acquisizione di lavori e quindi di congrui ricavi, in linea con le previsioni. Per finanziare correttamente gli investimenti la Societa' ha avanzato richiesta di due mutui al San Paolo di Torino, entrambi nei preventivi finanziari, con erogazione in base allo stato di avanzamento lavori. Sempre per un corretto finanziamento degli investimenti il Consiglio di amministrazione della Societa' ha via via programmato e sottoposto ai Soci apporti di denaro da parte degli stessi a titolo di capitale sociale; in aggiunta alle due anzidette fonti di finanziamento la Societa' ha ottenuto un contributo a fondo perduto da istituti di Credito locali per 3,5 miliardi. Tutte le somme hanno ovviamente riguardato, sul piano metodologico, l'investimento. Non puo' infatti effettuarsi un consistente investimento in una iniziativa a lento e graduale recupero economico-finanziario, qual e' quella espositivo-congressuale, basata prevalentemente su opere immobiliari, senza un'equilibrata composizione tra fonti di finanziamento non onerose (capitale sociale) e fonti onerose esterne (finanziamenti di lunga durata - mutui). Infine, per quanto concerne i presunti illeciti amministrativi e la valutazione della struttura, sono tuttora in corso indagini da parte della locale Procura della Repubblica che ha nominato appositi collegi peritali per la valutazione delle suddette ipotesi. Sul fronte legale, l'intero iter richiede una prolungata esposizione data la complessita' della problematica. La questione centrale posta dalle Associazioni ambientaliste e' stata quella relativa alla legittimita' della concessione edilizia del 1988, nei confronti della quale veniva contestato che la stessa avrebbe assentito la realizzazione di un'opera "definitiva" ove invece l'intero iter presupposto (ovvero il procedimento di deroga alle previsioni del piano regolatore del comune di Cernobbio) aveva costantemente fatto riferimento ad un'opera da considerarsi provvisoria. Questo e' stato, in estrema sintesi, sia l'oggetto della denuncia presentata al Pretore di Como che il nodo su cui si e' imperniato il ricorso al TAR di Italia Nostra. Il procedimento penale e' stato caratterizzato da due fasi distinte. La prima ha preso le mosse dal provvedimento di sequestro disposto dal Pretore di Como immediatamente dopo la denunzia. In tale fase Villa Erba ha operato allo scopo di dissipare gli equivoci; il Pretore ha decretato poi il proscioglimento in istruttoria con il dissequestro del cantiere (17 maggio 1988). La seconda fase e' invece iniziata con l'impugnazione da parte del procuratore della Repubblica di Como e della Procura Generale della decisione di proscioglimento in istruttoria, che ha determinato il rinvio a giudizio del progettista, del responsabile del Consorzio d'imprese e dell'Amministratore Delegato della societa'. Le tesi difensive sono state pienamente accolte dal Pretore al termine del giudizio, il quale ha infatti escluso l'esistenza della difformita' ed ha rilevato solo che, in corso d'opera erano comunque state effettuate alcune modeste variazioni rispetto al progetto approvato con la concessione. La sentenza e' stata dalla Societa' ritualmente impugnata. Anche davanti al TAR, Italia Nostra ha tentato di radicare la tesi della illegittimita' dei provvedimenti, in quanto sostanzialmente volti a consentire un'opera diversa da quella che sarebbe stata ipotizzata in sede di procedimento di deroga. L'iter del ricorso al TAR e' stato caratterizzato dalla adozione di un primo provvedimento soprassessorio in attesa della richiesta di chiarimenti rivolta dal Tribunale alla regione e, quindi, da una pronuncia del TAR medesimo che ha respinto la domanda cautelare (28 luglio 1988). Il provvedimento definitivo del TAR venne pero' reso con una procedura anomala (riconvocazione della Camera di Consiglio per la correzione di un errore qualificato come materiale) e per tale motivo l'ordinanza del 28 luglio venne successivamente riformata dal Consiglio di Stato, nonostante le difese svolte dalla Societa'. Questa ha comunque ottenuto di poter discutere il merito del ricorso, il che e' accaduto nel dicembre 1988. Nel marzo 1989, si e' avuta la pubblicazione della sentenza, che ha anch'essa integralmente respinto il ricorso di Italia Nostra, tranne che per un aspetto del tutto marginale, concernente la mancata preventiva acquisizione del nullaosta ambientale per lo spostamento della Roggia Molinara. In conclusione la Societa' ha contrastato sia davanti al Giudice Amministrativo, sia davanti al Giudice Penale tesi sostenute dagli ambientalisti ed entrambe le pronunzie hanno confermato la infondatezza delle obiezioni mosse. Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Savona.



 
Cronologia
sabato 23 maggio
  • Politica, cultura e società
    Il giudice Giovanni Falcone resta ucciso in un gravissimo attentato di mafia a Capaci, nei pressi di Palermo. Falcone già capo del pool antimafia in Sicilia e direttore degli affari penali del Ministero della giustizia perde la vita insieme alla moglie, il magistrato Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta.

lunedì 25 maggio
  • Politica, cultura e società
    A Palermo ai funerali di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta partecipano migliaia di persone e i più alti rappresentanti del mondo politico, che vengono duramente contestati dalla cittadinanza.

mercoledì 3 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Al quinto scrutinio e con 360 voti, è eletto Presidente della Camera Giorgio Napolitano.