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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00024 presentata da PANNELLA MARCO (FEDER. EUROPEO PR) in data 19920601

La Camera, condannando la politica di guerra e razzistica condotta dal regime di Belgrado che, ieri in Croazia, oggi in Bosnia-Erzegovina, massacra popolazioni, costringendo oltre un milione di persone alla condizione di profughi, opprime due milioni di albanesi del Kossovo, distrugge sistematicamente citta' e monumenti che appartengono alla civilta' umana, semina odio razziale erigendolo a moralita' politica e di Stato; impegna il Governo ad operare affinche' nessun riconoscimento sia conferito in sede internazionale, comunitaria europea e italiana alla nuova entita' denominata Repubblica Federale di Jugoslavia; affinche' immediatamente sia negato ogni rapporto con i rappresentanti dell'ex Repubblica Jugoslava, rifiutando il principio della continuita' fra questa e quella, senza riserve e senza ritardi; affinche' si ritiri quindi immediatamente ogni rappresentante presso l'ex Repubblica Jugoslava e tutti i suoi pretesi rappresentanti non siano riconosciuti come tali ne' come rappresentanti della nuova entita', non riconosciuta e non riconoscibile allo stato degli atti; ad escludere qualsiasi riconoscimento nelle future trattative di pace alla situazione di fatto di "ridistribuzione etnica" perseguita ed imposta con la guerra, i massacri, il terrore che hanno provocato finora oltre un milione di profughi e ad assicurare il diritto ad un immediato ritorno dei profughi nelle loro terre d'origine, nel quadro degli Stati di appartenenza, riconosciuti dalla Comunita' internazionale, dalla Comunita' europea e dall'Italia; cosi' come ad escludere qualsiasi riconoscimento alla cosiddetta Repubblica federale di Jugoslavia fin quando non riconosca per Costituzione e legge a tutti i cittadini di Serbia e di Montenegro, a cominciare da quelli di nazionalita' albanese, ungherese e del Sangiaccato gli stessi diritti gia' riconosciuti ai cittadini ed alle minoranze dalle Repubbliche di Croazia, Slovenia e Macedonia; denunciando inoltre la politica della comunita' internazionale, in primo luogo della Comunita' europea, come concausa dell'attuale tragedia, come complice degli aggressori e dei razzisti e militaristi che stanno mettendo a ferro e fuoco l'intera ex Jugoslavia; politica questa attuata in violazione - oltre tutto - di ogni norma di diritto internazionale e, per quanto riguarda l'Italia, decisa in dispregio delle delibere e degli indirizzi dettati dal Parlamento; denunciando che con questa politica si stanno ripetendo i tragici, cinici e ciechi errori degli anni trenta e successivi, nei confronti delle violenze naziste e staliniste -; impegna il Governo ad intraprendere immediatamente tutte le azioni possibili e necessarie per l'adozione di misure energiche e sanzioni immediate contro l'aggressore e per fermare la guerra, sia nell'ambito delle Nazioni Unite che della Comunita' europea e della CSCE; impegna in particolare il Governo: a richiedere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di decretare l'embargo totale nei confronti delle Repubbliche di Serbia e Montenegro, l'interdizione dello spazio aereo e marittimo dell'ex Jugoslavia a qualsiasi velivolo o nave militare, finche' l'esercito non si sia ritirato dalla Bosnia ed Erzegovina e dalla Croazia; a richiedere la liberazione immediata di tutti i prigionieri; ad inviare subito aiuti ai profughi ed ai rifugiati della Bosnia ed Erzegovina e della Croazia; ad attuare immediatamente quanto stabilito e indicato dalla presente mozione, assicurando inoltre, in ogni modo e con ogni mezzo legalmente possibile, la difesa dei diritti umani, civili, politici degli ex Jugoslavi e una risposta adeguata per battere gli aggressori, isolarli e condannarli per i loro crimini di guerra e comuni. (1-00024)

 
Cronologia
lunedì 25 maggio
  • Politica, cultura e società
    A Palermo ai funerali di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta partecipano migliaia di persone e i più alti rappresentanti del mondo politico, che vengono duramente contestati dalla cittadinanza.

mercoledì 3 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Al quinto scrutinio e con 360 voti, è eletto Presidente della Camera Giorgio Napolitano.