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Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02153 presentata da RONCHI EDOARDO (FEDERAZIONE DEI VERDI) in data 19920617

Ai Ministri del tesoro, delle finanze e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il 31 ottobre 1987 si e' costituita a Genova la Banca Popolare di Genova e San Giorgio, Societa' Cooperativa a responsabilita' limitata, con lo scopo e oggetto sociale "raccogliere il risparmio ed esercitare il credito in genere, prevalentemente, ma non esclusivamente, nei confronti dei propri soci ispirandosi ai principi della Cooperazione, esclusa ogni operazione di mera speculazione"; la Banca Popolare ha costituito il proprio Consiglio d'Amministrazione il 31 ottobre 1987 attraverso personalita' di rilievo provenienti da diversi rami dell'economia regionale: Battistelli Giulio (spedizioniere), Binasco Piercarlo (finanza), Calvini Adriano (import-export, attuale presidente della Camera di Commercio di Genova), Canevello Giambattista (commercio), Croce Gianluigi (edilizia), Garrone Riccardo (petrolio), Ladisa Leonardo (vicepresidente, ex direttore generale Carige), Lena Paolo (industria) e Menada Alfonso (agente marittimo, Presidente), il Consiglio e' stato integrato il 25 marzo 1988 da Luca Roma (ex presidente della Banca d'Italia a Genova); pochi mesi dopo avvengono le prime modificazioni con le dimissioni del presidente Menada e la nomina di Luca Roma a presidente e Leonardo Ladisa amministratore delegato; entrano in Consiglio Boero Federico, Gai Giorgio e Minetti Nicolo'; al rinnovo del Consiglio d'Amministrazione il 30 aprile 1991 nuove e piu' profonde modificazioni testimoniano l'instabilita' organizzativa della Banca: a Battistelli, Lena, Gai e Boero subentrano Gian Vittorio Cauvin e Ambrogio Puri, nell'ottobre Paolo Mantovani, Attilio Oliva e successivamente Salvarezza Giovanni, D'Angelo Andrea e Testa Guido; Luca Roma, presidente, non compare piu' e, solo un anno dopo, pochi giorni prima dell'assemblea dei soci, anche il consigliere Menada risulta cessato dalla carica; nei primi giorni del 1990 il direttore generale Ragno lascia l'incarico e dopo alcuni mesi viene sostituito da Giosue' Ravone, mentre il presidente dei probiviri, Giorgio Ancona, riconfermato al rinnovo del Consiglio nell'aprile 1991, sparisce dall'organigramma della Banca a seguito del crack finanziario dell'estate dello stesso anno in cui rimane coinvolto; in questa grave instabilita' degli organi sociali e direttivi della Banca Popolare il nuovo presidente del Consiglio d'Amministrazione Gian Vittorio Cauvin all'assemblea dei soci del 28 aprile scorso e' costretto a denunciare il grave deficit di bilancio del 1991, infatti a fronte di un capitale sociale di 29,3 miliardi interamente versato dai 6.400 soci risparmiatori oltre il 50 per cento (16,3 miliardi di cui 1,3 gia' passati a perdite e 15 portati nell'attivo come altri crediti a fronte di un fondo rischi di 12) e' stato utilizzato per investimenti di dubbio realizzo, la quasi totalita' di questi crediti sarebbero stati accordati nel 1989 come ha affermato il Presidente Cauvin nella sua relazione; la perdita per investimenti effettuati verso creditori dalla dubbia solvibilita' potrebbe essere ancora maggiore da quanto si puo' desumere dalla relazione dei revisori Reconta Ernst & Young quando affermano: "poiche' durante il nostro esame sono emerse ulteriori posizioni che presentano temporaneamente difficolta' di realizzo, il rilascio della presente certificazione e' basato sul presupposto che non emergono maggiori perdite rispetto all'importo accantonato nei fondi rischi su crediti"; la consapevole perdita che emerge in tutta la sua gravita' solo nell'aprile 1992 non poteva essere desunta dal bilancio del 1990 che, nonostante quanto sopra affermato, chiudeva in pareggio (attraverso un'anomala rivalutazione dell'immobile della sede per 2,7 miliardi) pur trasparendo un evidente disagio nella relazione che accompagnava tale esercizio finanziario dove veniva affermato: "piu' attenta ed ispirata sempre a criteri di diligente prudenzialita' e' risultata la selezione dell'erogazione del credito che ha tenuto dietro alla prima fase improntata ad un piu' elastico slancio di acquisizione"; cio' che costituisce elemento di grave preoccupazione non appare il solo colpevole disavanzo complessivo per 16,2 miliardi, quanto il fatto che gran parte dei crediti ritenuti insolvibili siano stati concessi, per almeno 6 miliardi, ad alcune societa' legate al finanziere siciliano Francesco Picciotto; il finanziere, che ha agito prevalentemente a Milano, ha alle spalle vicende giudiziarie quanto meno oscure: nel 1982 il suo nome figura in un rinvio a giudizio, successivamente cancellato, dell'allora giudice istruttore Giovanni Falcone, insieme ad alcuni noti mafiosi del clan Spatola; nel 1988 venne arrestato a Cannes, dopo due anni di latitanza, per un ordine di cattura emesso dal sostituto procuratore di Roma Olga Capassi con l'accusa di bancarotta fraudolenta ed associazione a delinquere; emerge quindi in tutta la sua estrema gravita' l'azione della Banca Popolare di Genova e San Giorgio che ha concesso credito ad una persona per diversi miliardi (oggi giudicati anche insolvibili che non solo non poteva garantire i requisiti per ottenere il prestito ma che espone a grave rischio la condotta morale e finanziaria della Banca stessa -: se non ritenga urgente assumere iniziative affinche' intervenga la Banca d'Italia nella qualita' di organo di controllo e perche' venga accertato: 1) chi ha presentato e garantito per il signor Francesco Piocciotto presso il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Genova e San Giorgio; 2) quali crediti, verso quali soggetti, e per quale entita' la Banca ha erogato; 3) quando si sia manifestata l'inesigibilita' dei creditori e per quali motivazioni; 4) se, alla luce delle premesse sopra esposte, la predetta Banca Popolare abbia rispettato il dettato statutario ed in caso contrario quali provvedimenti siano previsti per gli amministratori e i sindaci responsabili a prescindere da ipotesi di reato perseguibile da parte della magistratura. (4-02153)

Si risponde all'interrogazione concernente la gestione della Banca popolare di Genova e San Giorgio. Al riguardo, nel richiamare gli elementi forniti in ordine all'interrogazione n. 4-01910, di analogo contenuto, si soggiunge che il Ministero di grazia e giustizia ha comunicato che presso la procura della Repubblica di Genova, in relazione alle questioni sollevate nel documento parlamentare, e' in corso, da tempo, una indagine preliminare. Il Ministero delle finanze per la parte di competenza ha riferito che presso i comandi nuclei regionali di polizia tributaria di Torino, Milano e Genova sono in corso indagini nei confronti del signor Picciotto Francesco. Il Ministro del tesoro: Barucci.



 
Cronologia
giovedì 11 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    L'Austria riconosce formalmente che l'Italia ha adempiuto a tutti gli impegni assunti nel 1969 per garantire l'autonomia dell'Alto Adige.

mercoledì 17 giugno
  • Politica, cultura e società
    Nell'ambito dell'inchiesta Tangentopoli, Mario Chiesa e 25 imprenditori vengono rinviati a giudizio.

giovedì 18 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferisce a Giuliano Amato l'incarico di formare un nuovo Governo.