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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00120 presentata da BARZANTI NEDO (RIFONDAZIONE COMUNISTA) in data 19920701

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'agricoltura e delle foreste. - Per sapere - premesso che: dopo il commissariamento della Federconsorzi, avvenuto il 17 maggio 1991 a seguito del crac finanziario che ha travolto l'intera holding agricola, vi e' stata nelle ultime settimane a seguito di un impegno diretto del presidente della Banca di Roma, Pellegrino Capaldo, l'avvio di una manovra dai contenuti ancora non del tutto chiari ma finalizzata, sembra, a chiudere il concordato preventivo della FEDIT, evitare le conseguenze della liquidazione coatta e le relative responsabilita'; per diverse settimane il cosiddetto "Piano Capaldo" e' stato tenuto nascosto ma della sua definizione risulta agli interroganti fossero a conoscenza l'ex Ministro dell'agricoltura onorevole Goria, l'ex Presidente del Consiglio, onorevole Andreotti, i vertici della DC e della Coltivatori Diretti, gli ex amministratori e sindaci revisori della Federconsorzi; il 14 marzo scorso, a quanto sembra, il "Piano Cataldo" avrebbe preso consistenza: sono state coinvolte 10 banche creditrici della FEDIT; e' stata illustrata l'intera manovra alla direzione della Banca d'Italia; si e' sollecitato l'esame del piano da parte dei commissari della CONSOB che dovrebbe dare il via libera all'offerta pubblica di vendita dei titoli azionari; presso la Banca di Roma si sarebbe tenuta una riunione, presieduta dallo stesso presidente Capaldo, presenti gli istituti esposti con la Federconsorzi: la Banca di Roma, con 170 miliardi; il Banco di Napoli, con 230 miliardi; la BNL, con 180 miliardi; la Banca San Paolo di Torino, con 120 miliardi; il Credito Italiano, con 65 miliardi; il Banco di Sicilia, con 60 miliardi; la Banca Popolare di Novara con 50 miliardi; la Cariplo, con 23 miliardi. Erano presenti all'incontro creditori le cui spettanze ammonterebbero complessivamente a circa 1000 miliardi di lire, su ben oltre 3000 miliardi che riguardano il solo sistema bancario; la procedura che e' stata escogitata prevederebbe: 1) chiudere la vicenda giudiziaria facendo subentrare, nella liquidazione dell'attivo della FEDIT, una societa' di carattere privato composta dagli stessi creditori; 2) le banche creditrici costituirebbero una societa' per azioni, portando le proprie spettanze verso la Federconsorzi; 3) le azioni verrebbero offerte in sottoscrizione a tutti i creditori; 4) la nuova SPA acquisterebbe dalla Agrifattoring, in concordato preventivo, sia i crediti nei confronti della Federconsorzi e sia verso i CAP ad un prezzo, sembra, piu' basso dei crediti nominali; 5) la nuova SPA proporrebbe al tribunale il rilievo di tutto il patrimonio FEDIT (3.940 miliardi), gestendo la liquidazione dei beni acquistati fuori dalle procedure della liquidazione, con la prospettiva di un netto guadagno e senza che emerga, cosi', responsabilita' alcuna; una seconda operazione dovrebbe affrontare la situazione dei CAP anch'essi travolti dal crac finanziario (su 74 consorzi solo 27 sono ancora in amministrazione ordinaria), anche in questo caso con una gestione privatistica che dovrebbe acquisire e orientare le future strategie aziendali -: se non ritengano necessario chiarire i termini dell'intera vicenda e particolarmente per quali motivi l'operazione Capaldo, che si configura come una vera e propria azione speculativa, abbia avuto il consenso del ministro dell'agricoltura e del Governo i quali hanno rinunciato cosi' all'espletamento delle funzioni di coordinamento dei soggetti interessati e a trovare soluzioni piu' idonee ai guasti determinati dal crac Federconsorzi; se la manovra Capaldo sia da considerarsi tesa al raggiungimento di soli due obbiettivi, come sembrerebbe evidente a parere degli interroganti: 1) occasione per un enorme affare speculativo; 2) esigenza politica di non far emergere nessuna responsabilita' per il crac finanziario della FEDIT, dal momento che non si comprende come il "Piano Capaldo" si possa conciliare con l'esigenza di rinnovamento e di rilancio del ruolo della FEDIT; se siano a conoscenza, e quale sia in proposito l'opinione del Governo, della gravissima situazione di incertezza in cui si trovano i dipendenti della Federconsorzi, sia della sede centrale di Roma, da molti giorni in assemblea permanente, sia delle sedi provinciali, sui quali pesa concretamente la minaccia della perdita del loro posto di lavoro e, in questo quadro, relativamente alla prioritaria esigenza di assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, quali siano le garanzie che si aprirebbero dalla eventuale attuazione del "Piano Capaldo"; se considerino ancora valide - come sostengono da tempo le stesse organizzazioni sindacali - le ragioni per la riconferma del sistema Federconsorzi come supporto al servizio esclusivo dell'agricoltura, eliminando le ragioni vere che sono alla base della degenerazione, la pratica gestionale clientelare e antidemocratica e rapportando l'intera struttura al suo naturale quadro costitutivo oggi gravemente alterato; con quali criteri siano stati scelti e nominati i liquidatori-commissari dei CAP, tra i quali quello del CAP di Taranto, nei confronti del quale (ma non e' l'unico caso!), vi e' un diffuso malcontento tra i lavoratori del Consorzio per gli atteggiamenti incondivisibili che lo contraddistinguono. (3-00120)





 
Cronologia
martedì 30 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente del Consiglio Giuliano Amato presenta il Governo alle Camere e ne illustra le linee programmatiche.

mercoledì 1° luglio
  • Parlamento e istituzioni
    Al Senato si svolge la discussione sulle comunicazioni del Governo. La mozione di fiducia presentata da Colombo (DC), Scevarolli (PSI), Compagna (PLI), Bono Parrino (PSDI), Riz (SVP) e Dujany (UV) è approvata con 173 voti favorevoli e 140 contrari.

giovedì 2 luglio
  • Politica, cultura e società
    Nell'ambito della discussione sulla fiducia al Governo Amato, il segretario del PSI Craxi tiene un significativo intervento denunciando la pervasività della pratica del finanziamento illecito dei partiti.