Documenti ed Atti
XI Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05103 presentata da DOSI FABIO (LEGA NORD) in data 19920916
Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia. - Per sapere: se sia noto al Governo che il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica sicurezza, accogliendo la richiesta del Dirigente del ComPartimento della Polizia Stradale di Bologna, ha disposto con decreto del 26 maggio 1992 l'immediato trasferimento dell'Agente sc. Enrico Nardelli dalla Sezione Polizia Stradale di Parma al Compartimento Polizia Ferroviaria di Torino, motivando il provvedimento col fatto, non vero, che il padre del medesimo avrebbe "precedenti penali per truffa, ricettazione e appropriazione indebita": fatto non vero tant'e' che non vi e' traccia di tali precedenti nel certificato penale dell'interessato, il quale ha sporto pertanto querela per diffamazione contro le Autorita' autrici delle affermazioni infondate; e' vero soltanto che il padre dell'Agente trovasi agli arresti domiciliari in seguito a provvedimento cautelare in attesa che venga accertata la propria estraneita' all'attivita' criminosa di certe persone con le quali ebbe contatti per motivi di lavoro: dagli atti non e' emersa alcuna prova di una sua partecipazione consapevole agli affari, che si presumono illeciti, da quelle persone gestiti: l'essere indagato non presuppone affatto una colpevolezza, e non esiste norma nell'ordinamento giuridico vigente per la quale debba essere fatto carico ad una persona di presunte e non accertate colpe altrui; se sia noto al Governo che il trasferimento dell'Agente Sc. Enrico Nardelli e' stato adottato senza che venisse chiesto il nulla-osta al Sindacato Autonomo di polizia di cui il Nardelli e' vice segretario, come e' prescritto dall'articolo 88 della L. 121/81, mod. articolo 5 decreto-legge 387/87 convertito nella L. 472/87; se sia noto al Governo che presso la medesima Sezione della Polizia Stradale di Parma vi sono Agenti nei cui confronti (di loro stessi e non di loro congiunti!) sono pendenti procedimenti penali, e che tuttavia non si e' mai proposto un loro trasferimento in difetto di una sentenza di condanna passata in giudicato, mentre si e' voluto allontanare l'Agente Sc. Nardelli col pretesto di inesistenti precedenti penali del padre; se sia noto al Governo che nella Sezione della Polizia Stradale di Parma si sono creati rapporti difficilissimi e sofferti tra il personale ed il Dirigente con conseguenti denunce nei confronti di quest'ultimo davanti all'Autorita' Giudiziaria e ad altre Autorita'. E' ovvio che tale situazione lascia trasparire il dubbio che il provvedimento di trasferimento del Nardelli (il quale, nella sua veste di esponente sindacale, nonche' di Agente fedele al giuramento prestato, si era fatto parte diligente nel rilevare quanto sopra possa aver avuto origine da poco nobili motivazioni; se sia noto al Governo che, avendo l'Agente Sc. Nardelli fatto ricorso al T.A.R. e ottenuto da questo la sospensione del provvedimento che lo trasferiva, non ha tuttavia potuto riprendere ad espletare il proprio servizio presso la Sezione Polstrada di Parma, come disposto dall'Ordinanza del T.A.R. medesimo, perche' illegittimamente impeditogli; se sia noto al Governo che in seguito a ricorso dell'Avvocato dello Stato al Consiglio di Stato, e' stata revocata la sospensiva del trasferimento disposta dal T.A.R. e ripristinato l'ordine di trasferimento immediato, sempre motivandolo con l'inconsistente riferimento alla pretesa situazione paterna, e senza tener conto che l'Agente di cui si pretende il trasferimento costituisce insostituibile appoggio della famiglia in cui la madre e' affetta da cancro ed il fratello attualmente inabile al lavoro per malattia (come provano i documenti prodotti avanti il Consiglio di Stato); se sia noto, infine, al Governo che l'Agente Sc. Enrico Nardelli, sempre giudicato ottimo elemento sotto il profilo sia professionale che umano, ha presentato le proprie dimissioni dalla Polizia di Stato ritenendo incompatibile con la propria dignita' l'assoggettarsi ad un provvedimento che giudica immotivato e iniquo; quali provvedimenti intenda adottare il Governo per verificare i fatti e accertare eventuali responsabilita'. (4-05103)