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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00008 presentata da FORMENTINI MARCO (LEGA NORD) in data 19920930

La Camera, esaminato il documento di Programmazione economico-finanziaria relativo alla normativa di finanza pubblica per gli anni 1993-95, presentato dal Governo e trasmesso alla Presidenza il 31 luglio 1992; constatata l'inattendibilita' delle premesse e delle stime su cui il documento governativo pone il proprio fondamento, di cui sono esempi la tranquillizzante valutazione degli scenari di riferimento interno che, nel peggiore dei casi, prevede una difficile congiuntura economica e la stravolgente sottostima dei danni provocati al sistema da una serie di provvedimenti incoerenti, arruffati ed illegittimi; verificato che la stima degli andamenti tendenziali di entrate e spese del bilancio pubblico previsti nel documento sconta i limiti di una metodologia che si riferisce a ipotesi macroeconomiche nazionali e che esclude fattori esterni non controllabili quali il ciclo economico mondiale e la politica monetaria di altri paesi; considerato che l'Italia si ritrova a dover affrontare il progetto per l'Europa, tuttora fondamentale ma non privo di difficolta', in condizioni di grave recessione e di indebitamento pubblico insostenibile a causa della prolungata e continua assenza di una politica economica coerente; verificato come la serie pluriennale di disavanzi pubblici, l'insostenibilita' nel tempo dell'onere del debito, l'insufficienza di politiche economiche complessive, la negativita' dei provvedimenti di ricorrente emergenza, la perdita di immagine all'esterno per la gestione del caso EFIM, la fuga di capitali, siano giunte a provocare la marcata instabilita' valutaria che ha costretto in particolare l'Italia e distaccarsi dallo SME; considerato che disavanzi pubblici strutturali aggravano l'entita' degli aggiustamenti necessari e deprimono la fiducia esterna e che pertanto e' sul fronte della finanza pubblica che si deve avviare il processo positivo tendente ad una riduzione permanente della struttura dei tassi di interesse; constatati i recenti e ripetuti interventi di inasprimento fiscale che, oltre a scoraggiare la formazione di nuovo risparmio, hanno causato la fuga all'estero di quello esistente, come dimostrano i dati della bilancia dei pagamenti, aggravando cosi' l'azione negativa che il disavanzo pubblico opera di norma sui conti con l'estero; valutato che tali misure fiscali interagiscono con l'andamento economico interno e che i gravi segnali di cedimento del sistema produttivo, soprattutto dei settori esposti alla concorrenza internazionale, testimoniano i vincoli generati dalla ormai insostenibile pressione fiscale, dal gravame del costo del denaro e dalla pessima qualita' dei servizi pubblici; considera il risanamento della finanza pubblica ottenuto mediante la stabilizzazione prima e la riduzione poi del rapporto tra debito e PIL come obiettivi primari dell'azione del Governo nel triennio 1993-95; afferma: che il loro conseguimento richiede interventi di riforma strutturale che incidano sull'assetto del sistema fiscale, tralasciando pero' ogni forma di inasprimento, e sui meccanismi della spesa; questa e' la condizione necessaria perche' la lotta contro l'inflazione non poteva essere affidata solo al rigore della politica del cambio che, comportando piu' alti tassi di interesse, da un lato riduce la competitivita' della industria italiana e dall'altro accresce il deficit aggravando il servizio del debito; che tale intervento si deve inserire in una piu' generale strategia volta ad aggredire i fattori strutturali di inefficienza che sono alla base della ridotta competitivita' del nostro sistema economico e del differenziale di inflazione, rispetto ai principali partners commerciali; che a tale scopo e' necessario spostare dagli impieghi improduttivi e parassitari a quelli produttivi e che al riguardo gioca un ruolo centrale la riforma dell'intervento pubblico, in tutte le sue articolazioni, e la rottura del perverso rapporto politica-affari; impegna percio' il Governo a ritirare il documento di programmazione economico-finanziaria in quanto inattendibile nelle previsioni e privo di credibilita' nelle indicazioni di interventi; a presentare al piu' presto un nuovo documento di programmazione economico-finanziaria che fornisca indicazioni attendibili, basate su un realistico quadro di riferimento, chiarendo le modalita' di costruzione dalle stime riguardo agli andamenti tendenziali della finanza pubblica e che precisi gli interventi strutturali necessari al conseguimento degli obiettivi nel rispetto dei seguenti criteri: a) definizione di settori prioritari strategici sui quali concentrare l'esclusivita' degli interventi; b) blocco di ogni nuova spesa estranea ai settori d'intervento prioritario strategico sopra definiti e di infrastrutture di supporto produttivo; per le spese pregresse, il rifinanziamento deve essere vincolato alla valutazione di permanenza di economicita' degli interventi; c) blocco dei finanziamenti indiscriminati di leggi onnicomprensive, quali la famigerata legge 64 o altri pacchetti dettati dalle ricorrenti emergenze; blocco dei trasferimenti, contestualmente all'avvio di una riforma fiscale volta all'autonomia locale; d) revisione delle spese per finalita' economico-funzionali da attuarsi ad opera di un organismo tecnico, apartitico, consultivo, a disposizione del Parlamento, che consenta un contrappeso dialettico di valutazione economica dei progetti con il Governo; e) privatizzazioni da effettuarsi nel rispetto delle richieste del mercato e quindi mediante la cessione della maggioranza; f) unificazione dei contratti di pubblico impiego e della relativa disciplina previdenziale a quelli del settore privato. Parificazione del periodo contributivo per maturare i diritti; del capitale azionario delle aziende oggetto del controllo pubblico; g) separazione tra intervento assistenziale e gestione pensionistica. Riforma previdenziale su base regionale e in base al principio di capitalizzazione dei contributi; h) riforma sanitaria che introduca il legame tra contribuzione e prestazione; i) responsabilizzazione dei centri decisionali di spesa pubblica e degli enti pubblici, attraverso la distinzione di ruolo fra le funzioni d'indirizzo politico e di gestione e attraverso l'allargamento su base provinciale della Corte dei conti che deve essere abilitata ad intervenire ogniqualvolta siano gestiti fondi pubblici, in tempi certi e predeterminati; l) sicurezza del sistema finanziario e dei pagamenti, nella prospettiva dello spazio finanziario europeo. Nuova disciplina antiriciclaggio dei capitali illeciti e di prevenzione della penetrazione dei medesimi nel tessuto produttivo sano. Revisione della disciplina degli appalti pubblici e dei reati contro la pubblica amministrazione. (6-00008)

 
Cronologia
mercoledì 23 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    Vengono nominati i senatori e i deputati componenti la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, che sarà presieduta dal deputato Luciano Violante.

mercoledì 30 settembre
  • Politica, cultura e società
    Il Governo vara la legge finanziaria per il 1993: una manovra economica da 93 mila miliardi di lire con l'obiettivo di una drastica riduzione del deficit di bilancio.

venerdì 2 ottobre
  • Politica, cultura e società
    Si svolge uno sciopero generale del pubblico impiego contro la manovra economica.