Portale storico della Camera dei deputati

Ai Ministri dell'industria commercio e artigianato delle partecipazioni statali e del tesoro. - Per sapere - premesso che: la decisione di porre in vendita ai privati il Gruppo Nuovo Pignone-INSO ha consentito ad alcuni speculatori di borsa di incassare una plusvalenza del 61 per cento (cfr. "Italia oggi" del 6 ottobre 1992), ma ha incontrato ferma opposizione da parte dei lavoratori dipendenti, delle Organizzazioni Sindacali nonche' degli stessi dirigenti del gruppo; in realta' non convince la scelta di alienare un'azienda, come il Nuovo Pignone, non solo florida economicamente ma anche strategica in quanto azienda produttrice del settore energetico nazionale; tale scelta, peraltro, non si inserisce in un progetto di sviluppo produttivo di definizione del ruolo di tutta l'impresa pubblica (come sollecitato da numerosi gruppi parlamentari): il che puo' solo favorire l'ingresso sul mercato nazionale di gruppi stranieri prevalentemente interessati ad acquisire tecnologie e spazi di mercato; questa decisione rischia quindi di depauperare il patrimonio produttivo tecnologico e professionale dell'intero settore elettromeccanico nazionale e, conseguenza non secondaria di tale scelta, la messa in discussione di migliaia di posti di lavoro legati alle sinergie oggi esistenti nelle varie attivita' della azienda e tra queste e l'ENI -: se non risulti che il rimbalzo del titolo del "Nuovo Pignone" sia dovuto alla comunicazione di notizie riservate sulla decisione di privatizzazione del gruppo; se non ritengano - anche per neutralizzare l'uso di informazioni riservate a fini speculativi, gia' verificatosi - di sospendere il provvedimento di privatizzazione del Nuovo Pignone-INSO e di aprire - come promesso dal ministro Barucci nell'incontro del 25 settembre 1992 - sin dai prossimi giorni un confronto con le organizzazioni sindacali di categoria e le Confederazioni CGIL-CISL-UIL sulle prospettive del gruppo e di ciascuno degli altri stabilimenti in Firenze, Bari, Massa Carrara, Vibo Valentia, Talamone, Schio, Porto Recanati e Roma; quale sia l'indirizzo di politica industriale del Governo nel quale s'inquadrerebbe la privatizzazione del "Nuovo Pignone", senza perdere l'apporto strategico che lo stesso gruppo industriale da' all'industria ed all'economia italiana; come intende il Governo operare per evitare la "svendita" di stabilimenti industriali appartenenti alla collettivita', specie se si tratta di aziende con produzioni strategiche e con possibilita' di sviluppo. (5-00364)