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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

ODG IN ASSEMBLEA SU MOZIONI ABBINATE 9/1587/007 presentata da BIANCO GERARDO (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19921029

La Camera, considerata la valenza innovativa del Trattato di Maastricht, tale da condizionare il futuro dei popoli europei sia per le nuove figure giuridiche da questo previste che per la creazione di nuove strutture economico-finanziarie sovranazionali; ricordato peraltro che la Comunita', pur nata da una profonda intuizione politica, si e' progressivamente strutturata accentuando l'integrazione economica rispetto a quella politica; rilevato che tale processo si e' storicamente riflesso sulla vita comunitaria e tende a riproporsi nel disegno istituzionale prefigurato dal Trattato di Maastricht in cui appare preminente, sia in termini di obiettivi e di poteri, il ruolo della moneta e delle istituzioni monetarie anche se il Trattato sviluppa gli aspetti di politica estera comune; affermata l'esigenza di procedere con il massimo impegno verso la realizzazione dell'unione politica ed il conseguente superamento del "deficit democratico" che ancora oggi caratterizza l'assetto istituzionale dell'unione, nonche' verso il superamento del deficit sociale che, d'altra parte, puo' essere colmato solo grazie al procedere dell'unione politica in termini democratici; preso atto che i princi'pi e gli obiettivi posti dal Trattato in materia di politica estera e di difesa comune sono in armonia con i princi'pi sanciti dalla Carta delle Nazioni unite e che, conseguentemente, le iniziative comunitarie in tale materia non potranno non essere coerenti con i princi'pi ed i limiti sanciti dall'articolo 11 della Costituzione; convenuto che la cittadinanza europea, introdotta nel Trattato, e' uno degli elementi fondamentali per la credibilita' dell'Unione europea, dato che il cittadino europeo e' la base stessa della sua legittimita' democratica; ritenuto che a tali fini apparirebbe quanto mai opportuna una iniziativa del Parlamento italiano volta a promuovere, nel breve periodo, una seconda Conferenza dei parlamenti degli Stati membri e del Parlamento europeo dedicata al problema del raccordo delle assemblee elettive nazionali con le istituzioni comunitarie e della loro partecipazione alla formazione del processo normativo comunitario; considerato, grazie anche agli elementi acquisiti nel corso della indagine conoscitiva sull'attuazione del Trattato di Maastricht, parallelamente avviata dalla Commissione, che l'esecuzione del Trattato medesimo comportera' profonde implicazioni di adeguamento dell'ordinamento interno e di raccordo tra il livello normativo comunitario e quello nazionale in vista delle quali il Governo dovra' predisporre le necessarie strutture di supporto tecnico-amministrativo ed alle quali, peraltro, anche il Parlamento dovra' tempestivamente fare fronte, adeguando organi e procedure; impegna il Governo: 1) a comunicare agli altri Stati contraenti gli indirizzi contenuti nel presente documento; 2) ad assumere, a partire dal prossimo Consiglio europeo ad Edimburgo, precise iniziative nei confronti dei partners comunitari dirette a fornire interpretazioni coerenti di singoli aspetti del Trattato di Maastricht e del processo di costruzione dell'Unione europea dandone previa informazione al Parlamento. In particolare: a) occorre dare una corretta interpretazione del principio di sussidiarieta' nel senso che esso non deve prestarsi ad impedire o ritardare l'integrazione ne' a favorire la ri-nazionalizzazione di interi comparti toccati dal Trattato di Roma, dall'Atto Unico e dal Trattato di Maastricht, come nel caso della liberta' di circolazione e di stabilimento dei cittadini, della libera circolazione delle merci, dei servizi e dei capitali, della politica commerciale e della concorrenza, della politica agricola e della politica dei trasporti. Al contempo pero' tale principio sulla cui corretta applicazione sara' chiamata a pronunciarsi in ultima istanza la Corte di giustizia, non puo' neppure motivare un eccesso di produzione normativa spesso fondato su decisioni tecnocratiche non sufficientemente legittimate dalle istituzioni democratiche; b) va rilanciato l'impegno in favore di una Unione europea fondata su una Costituzione federale e dotata di poteri definiti e reali e, a tal fine, va fatto ogni sforzo affinche' le tappe future del processo di integrazione europea prevedano la definizione di un calendario e di una procedura per l'elaborazione e la realizzazione di una Costituzione per l'Europa; c) l'ampliamento della Comunita' ai paesi che ne hanno fatto richiesta deve procedere, secondo il calendario stabilito in termini non alternativi all'attuazione del Trattato di Maastricht e con l'avvio contestuale delle riforme istituzionali dell'Unione necessarie a far fronte ad una Comunita' allargata, ma non diluita nei suoi elementi di integrazione; d) il Governo, prima di ogni riunione del Consiglio europeo, dovra' informare il Parlamento in ordine agli indirizzi cui intende attenersi; 3) in vista dell'apertura del processo di verifica della validita' delle disposizioni del Trattato di Maastricht, che dovrebbe essere il piu' possibile accelerato, a battersi per colmare il "deficit democratico" che caratterizza il sistema istituzionale della Comunita', in particolare favorendo l'attribuzione al Parlamento europeo di poteri di indirizzo, legislativi e di controllo analoghi a quelli posseduti dalle assemblee elettive di ciascuno Stato membro e agevolando, altresi', l'effettiva partecipazione dei parlamenti nazionali e delle regioni alla fase di formazione del processo normativo comunitario, nel rispetto del principio di sussidiarieta'; 4) allo scopo di valorizzare la trasparenza dell'azione comunitaria, in particolare ai fini dell'applicazione del Fondo di coesione, a sollecitare una omogeneizzazione dei metodi di costruzione delle contabilita' nazionali cosicche' anche i nostri partners comunitari procedano ad una rivalutazione dei rispettivi prodotti interni lordi riportando alla luce quote di economia sommersa e che, anche ai fini della gestione a regime del Fondo di coesione, si utilizzino parametri, quali quello occupazionale, che tendano ad un'azione di complessivo riequilibrio economico-sociale delle zone svantaggiate; 5) che, contestualmente all'unione monetaria, si proceda sul terreno dell'armonizzazione fiscale in mancanza della quale perversi meccanismi di concorrenzialita' rischierebbero di vanificare l'obiettivo dell'Unione economica; 6) per quanto riguarda la politica sociale, a compiere ogni sforzo perche' essa concorra, in condizione di pari dignita' con le altre politiche, a caratterizzare l'Unione europea. In particolare, in sede di progressiva attuazione del Trattato, deve essere evitata ogni forma di "dumping sociale", che e' assolutamente incompatibile con l'integrazione europea e con la piena affermazione del principio della libera circolazione e stabilimento dei cittadini, mentre va ribadita l'importanza di una tutela dinamica dei diritti dei lavoratori basata sui valori ormai acquisiti alla coscienza europea di giustizia, equita' e solidarieta'. E' necessario di conseguenza superare il palese limite di uno "spazio sociale europeo" fondato sulla dichiarazione dei diritti fondamentali dei lavoratori del 1989, impropriamente chiamata carta e di fatto molto piu' limitata della Carta sociale del Consiglio d'Europa, per il fatto che non assume come soggetti i cittadini europei e le loro famiglie, ma solo i lavoratori dipendenti, come fattori di produzione. E' dunque ormai necessario negoziare un opportuno coordinamento tra la Comunita' e il Consiglio d'Europa per quanto attiene alla adesione alla Carta sociale e al suo protocollo di Torino (1991) sulla base delle menzioni specifiche contenute nelle premesse all'Atto Unico e nelle Raccomandazioni 1107 e 1168 dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; 7) a garantire la tutela dei diritti delle minoranze e il rigetto di ogni politica di discriminazione etnica, razziale o religiosa, in particolare attraverso l'adesione al protocollo addizionate alla Convenzione europea dei diritti dell'Uomo, elaborato dal Consiglio d'Europa; 8) a prevedere, per quanto attiene alla politica ambientale, un deciso recupero della priorita' ecologica nelle politiche comuni e delle istituzioni dell'Unione europea come fattore d'innovazione e trasformazione sociale e non solo di occasionale salvaguardia e conservazione ambientale, intraprendendo altresi' opportune iniziative per accelerare l'operativita' dell'Agenzia europea dell'ambiente anche al fine di superare le gravi carenze, evidenziate dalla relazione sullo stato dell'ambiente; g) ad operare affinche', ai fini dell'adozione della nuova politica agricola comunitaria, sia rispettato il criterio della perequazione tra regioni che all'interno della Comunita' sono diversamente favorite dalle circostanze naturali, in modo da non prevedere provvidenze uguali per situazioni produttive intrinsecamente diseguali; 10) a promuovere lo sviluppo della politica di protezione dei consumatori anche prevedendo il riconoscimento dei diritti di rappresentanza in giudizio per i singoli cittadini europei e per le associazioni dei consumatori; 11) a promuovere e sviluppare la politica di cooperazione nei confronti dei paesi dell'Europa orientale, cui ci legano comuni radici storiche e culturali, sostenendo, attraverso una attiva politica di solidarieta' economica, il consolidamento delle istituzioni democratiche, condizione, peraltro, indispensabile per un futuro allargamento della Comunita' verso quei paesi; 12) a promuovere una politica di cooperazione, dialogo e pace nell'area mediterranea; 13) a promuovere altresi' una politica di cooperazione europea nei rapporti nord/sud, politica che non deve avere carattere di alternativita' rispetto alle iniziative dirette ai paesi dell'Europa dell'est e deve essere fondata sui seguenti princi'pi: 1. tutela dei diritti umani e delle liberta' fondamentali, e quindi dei sistemi democratici; 2. sviluppo durevole economico e sociale, specie dei paesi piu' poveri; 3. inserimento armonioso e progressivo dei paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale; 4. lotta contro la poverta'. (9/1587/7)

 
Cronologia
martedì 27 ottobre
  • Politica, cultura e società
    Rosa Russo Jervolino succede a Ciriaco De Mita nella presidenza del Consiglio nazionale della DC.

giovedì 29 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera, con 403 voti a favore, 46 contrari e 18 astenuti, approva il disegno di legge di ratifica e di esecuzione (A.C. 1587) del Trattato di Maastricht, già approvato dal Senato il 17 settembre.

venerdì 30 ottobre
  • Politica, cultura e società
    All'interno della direzione del PSI si apre uno scontro fra Craxi e Martelli.