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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00089 presentata da NUCCIO GASPARE (MOVIMENTO DEMOCRATICO RETE) in data 19921106

La Camera, premesso: che nell'autunno 1987 si e' tenuto un referendum popolare che ha portato alla sospensione della costruzione e del funzionamento delle centrali nucleari in Italia; che nel 1988 e' stato elaborato un nuovo piano energetico nazionale contenente anche alcune indicazioni dirette, in accordo con le politiche comunitarie, verso un uso piu' razionale delle fonti di energia; che nella Conferenza delle Nazioni su ambiente e sviluppo (Rio de Janeiro, giugno 1992) i paesi membri dell'ONU sono stati invitati a ridurre le emissioni nell'atmosfera dell'anidride carbonica dovuta alla combustione dei combustibili fossili; che in questi anni in Italia i consumi di elettricita' e di energia totale sono cresciuti anche al di sopra delle previsioni, gia' elevate, del piano energetico del 1988, soprattutto nei settori dei trasporti e terziario; che nel 1992 e' stato elaborato un aggiornamento del piano energetico nazionale che prevede, nei prossimi anni, un tasso ancora crescente di aumento dei consumi sia di energia totale, sia di elettricita', e che in coerenza con queste indicazioni l'ENEL ha in corso un costoso programma di costruzione di nuove centrali elettriche; che si fanno sempre piu' insistenti, in Italia, le richieste di riaprire le centrali nucleari chiuse e di costruirne di nuove, benche' permangono in pieno i motivi che hanno indotto i cittadini italiani a votare, cinque anni fa, per una una sospensione delle attivita' nucleari e cioe': a) la limitata sicurezza dei reattori; b) l'inquinamento radioattivo, sia pur lieve, associato al funzionamento "normale" delle centrali nucleari; c) le difficolta' di sistemare per decenni e per secoli, in modo affidabile, sia il combustibile irraggiato radioattivo, sia le scorie radioattive separate dal ritrattamento del combustibile irrogato; d) il costo dell'elettricita' di origine nucleare, superiore, se si fanno correttamente i conti, a quello dell'elettricita' ottenuta con combustibili fossili o di fonte idroelettrica, nonostante la netta diminuzione del prezzsso internazionale dell'uranio; e) le difficolta' tecniche e di sicurezza e gli elevati costi dello smantellamento delle centrali nucleari alla fine della loro vita utile; impegna il Governo 1) a presentare al Parlamento una rielaborazione del piano energetico coerente sia con i vincoli impostati dalla Comunita' europea e indicati a livello internazionale, sia con l'attuale grave situazione del debito pubblico italiano che non consente sprechi o costruzioni o opere non strettamente necessarie, un piano energetico, cioe' contenente chiare linee di programmazione e di interventi diretti a contenere i consumi sia di elettricita' sia di combustibili fossili nei settori dell'industria, dei trasporti, domestico e terziario; 2) a dare precise indicazioni all'ENEL perche' ridimensioni gli attuali programmi di costruzione di centrali elettriche per una potenza di gran lunga superiore ai reali fabbisogni elettrici; la potenza elettrica di cui l'ENEL afferma di avere bisogno, per giustificare i costosi programmi di costruzione, fonte di conflitti e fine a se stessi, e' necesaria soltanto per far fronte ai consumi elettrici "di punta" che si verificano in poche ore dell'anno, soprattutto nel settore terziario, mentre tale domanda elettrica "di punta" potrebbe essere abbassata con adatte politiche energetiche, in modo da assicurare la stessa disponibilita' di elettricita' con meno centrali (per esempio con tariffe multiorarie che fanno pagare, anche nel settore domestico e terziario, di piu' l'elettricita' nelle ore di punta, tariffe adottate da oltre venti anni in molti paesi industriali e che l'ENEL si e' sempre rifiutata di adottare nel settore domestico, proprio perche' una diminuzione della richiesta elettrica "di punta" farebbe venir meno la necessita' di costruire nuove centrali); 3) ad avviare una politica dei trasporti soprattutto urbani, che consenta di abbassare i crescenti consumi di carburanti per autotrazione e il conseguente inquinamento urbano, e che consenta nello stesso tempo di diminuire la congestione del traffico urbano; 4) a predisporre un piano di crescente utilizzazione delle risorse idroelettriche ancora disponibili (stimabili intorno ad altri 15 miliardi di kwh/anno, rispetto all'attuale produzione), non con la costruzione di grandi dighe con impatto negativo sul territorio, ma nell'ambito dell'uso delle acque a fini multipli, esplicitamente previsto dalla legge sulla difesa del suolo n. 183 del 1989; 5) a dichiarare esplicitamente che intende continuare a rispettare la volonta' popolare, espressa nei referendum del 1987, di abbandonare i progetti di funzionamento e costruzione di centrali nucleari; 6) a dare indicazioni agli organi di ricerca pubblici nel senso di abbandonare i velleitari costosi progetti di reattori presunti "sicuri", e di orientare invece il lavoro del grande potenziale tecnico e scientifico, ancora esistente in Italia in campo nucleare, alla soluzione dei crescenti problemi, italiani e internazionali, di un futuro decisamente post-nucleare, per esempio: a) dei problemi di sistemazione permanente dei materiali radioattivi esistenti nelle centrali attualmente disattivate (compresa la centrale di Caorso) e dei materiali provenienti dall'esercizio passato delle centrali nucleari e dallo smantellamento delle bombe nucleari b) dei problemi relativi alla sicurezza delle centrali nucleari poco affidabili esistenti nel mondo; c) dei problemi di smantellamento delle centrali nucleari, a mano a mano che ne cessera' l'esercizio. Il lavoro in questi settori di delicate tecnologie avanzate avrebbe una ricaduta sulle conoscenze scientifiche e su attivita' produttive di gran lunga superiore a quella associata al sogno di una risurrezione della produzione nucleare di elettricita'; 7) a promuovere una effettiva politica di sviluppo e diffusione delle tecniche di utilizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, molte ormai uscite dalla fase sperimentale, come, oltre al gia' ricordato potenziale idroelettrico, le tecniche fotovoltaiche, l'utilizzazione dell'energia del vento (settori in cui appena adesso si muovono, con grande ritardo, i primi passi), l'utilizzazione di prodotti e sottoprodotti agricoli, soprattutto nell'ambito di un programma di utilizzazione e recupero delle terre marginali o abbandonate, anche in relazione alla difesa del suolo; 8) a disporre un piano di interventi coordinati fra i Ministeri dell'industria, dell'ambiente e della pubblica istruzione, per avviare una diffusa campagna di educazione e di sensibilizzazione sui temi del risparmio energetico. (1-00089)

 
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