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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00166 presentata da TRABACCHINI QUARTO (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930401

La Camera, dopo l'assassinio del rappresentante della Resistenza iraniana Mhoammed Hussein Naghdi, che e' anche un atto intimidatorio verso tutti coloro che sono impegnati a garantire in Italia, giustizia, liberta' e solidarieta' per il popolo iraniano, nelle istituzioni, nei partiti, nella societa'; considerando l'ultima risoluzione di ferma condanna del regime iraniano per la ripetuta e flagrante violazione dei diritti umani e per le sue attivita' terroristiche all'estero, approvata dalla Commissione diritti umani dell'ONU il 10 marzo 1993 (la dodicesima emessa da questo organismo); prendendo atto dell'accertato e confermato coinvolgimento del regime iraniano in gravi azioni terroristiche in diversi Paesi del mondo contro gli oppositori e contro gli interessi di altri Paesi, dell'esistenza dei governanti iraniani nella diffusione dell'integralismo e della destabilizzazione, e del suo preoccupante programma di riarmo; considerando l'assoluta mancanza di rispetto per le leggi e il diritto internazionale mostrata dal regime di Tehran, e la sua insistenza sulla condanna a morte di uno scrittore straniero per un suo libro considerato blasfemo; tenendo presenti le sempre piu' crescenti manifestazioni e operazioni antigovernative del popolo e della resistenza iraniani, nonostante la forte repressione; in conformita' con le risoluzioni del Parlamento europeo, con una presa di posizione della maggioranza del Senato americano, con una chiara presa di posizione del nuovo presidente degli Stati Uniti, con l'appello di 400 parlamentari italiani, e con l'ordine del giorno della Camera dei deputati n. 9/1650/3 e accettato dal Governo italiano come raccomandazione il 19 novembre scorso, impegna il Governo: 1) ad assumere tutte le iniziative necessarie per assicurare che gli esecutori materiali dell'assassinio di Hussein Naghdi siano catturati e puniti e che i loro mandanti siano identificati; e se la conclusione delle indagini provera' un diretto coinvolgimento delle autorita' iraniane, a rompere immediatamente le relazioni diplomatiche con il Governo di Tehran; 2) a non intraprendere nessuna iniziativa politica, economica e commerciale che possa essere considerata un sostegno al regime iraniano; 3) a riesaminare gli esistenti rapporti diplomatici e commerciali con l'Iran partendo da una chiara posizione di condanna della politica aggressiva, terroristica e repressiva perseguita dall'attuale regime iraniano; 4) ad impedire col massimo rigore qualsiasi fornitura militare all'Iran e a cercare di diminuire la dipendenza italiana dalle forniture petrolifere iraniane; 5) ad agire nelle sedi internazionali affinche' vengano approvate risoluzioni di ferma condanna dell'aggressivita' delle politiche repressive del regime iraniano, di sanzioni petrolifere e militari nei confronti di questo regime e affinche' vengano processati i dirigenti di questo regime per la loro partecipazione ad atti criminali contro l'umanita'; 6) ad aprire in modo chiaro e inequivocabile un dialogo con il Consiglio nazionale della resistenza iraniana e con tutte le forze democratiche, politiche e sociali che si battono per l'instaurazione di un regime democratico e pluralista in Iran, sostenendole con ogni mezzo e invitando ufficialmente in Italia una delegazione del Consiglio nazionale della resistenza iraniana; 7) a riconsiderare tutte le misure di sicurezza, dimostratesi del tutto insufficienti, per difendere i cittadini stranieri ed esuli in Italia che svolgono un ruolo politico in difesa della democrazia e della liberta' nei loro paesi. (1-00166)

 
Cronologia
lunedì 29 marzo
  • Politica, cultura e società
    Mario Segni lascia la DC, denunciandone la crisi politica e morale.

martedì 6 aprile
  • Politica, cultura e società
    Approvata la relazione della Commissione parlamentare antimafia (presieduta da Luciano Violante) che indica l'esistenza di specifici rapporti tra la criminalità organizzata e il potere politico e in particolare descrive il ruolo svolto da Salvo Lima come referente politico all'interno della struttura di Cosa nostra.