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Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14789 presentata da VIGNERI ADRIANA (PARTITO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA) in data 19930603

Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che: alcune scuole della provincia di Venezia (comuni di Mira e di Venezia centro storico) hanno chiesto di poter introdurre nuove classi a tempo pieno; l'estensione del tempo pieno nelle scuole elementari non costituisce (almeno non piu') una mera comodita' per i genitori, ma una vera e propria necessita', soprattutto per quelle famiglie sempre piu' numerose, in cui ambedue i genitori lavorano; in particolare, essa consente di rispettare i ritmi di vita delle lavoratrici madri; il tempo pieno consente tra l'altro di inserire piu' facilmente nell'orario scolastico le nuove materie previste dalla legge 5 giugno 1990, n. 148 (quali la lingua straniera e l'educazione musicale), oltre che di seguire meglio gli allievi, adattando l'attivita' di insegnamento alle esigenze ed alle potenzialita' di ciascuno; proprio per queste ragioni non va scoraggiato, ma anzi sostenuto per quanto possibile, l'impegno delle amministrazioni comunali e degli insegnanti che nella provincia di Venezia hanno investito risorse umane e finanziarie per l'attuazione e l'estensione del tempo pieno -: se non ritenga che sia doveroso, pur nel rispetto della quota nazionale individuata dall'articolo 8, comma 2, della legge n. 148 del 1990, favorire quelle province che hanno introdotto il tempo pieno nella scuola con maggiore impegno, efficienza e positivita' di risultati (secondo quanto accertato anche dalla relazione approvata in data 17 marzo 1993 dalla VII Commissione del Senato), e nelle quali si avverte il bisogno di introdurre nuove classi a tempo pieno; se non ravvisi quindi la necessita' di elevare la quota dei posti relativi a tali classi per la provincia di Venezia, anche aumentando la quota stabilita per tale provincia o comunque derogandovi. (4-14789)

Il Ministero, pur condividendo le argomentazioni addotte con l'interrogazione parlamentare in oggetto indicata, circa l'importante ruolo che le scuole elementari a tempo pieno svolgono anche in campo sociale, deve far presente che, nonostante ogni migliore predisposizione, non si rendono al momento possibili iniziative, volte ad incrementare il numero di tale tipo di scuola oltre quello fissato dalla vigente normativa. E' noto, infatti, che la legge n. 148 del 1990 ha consentito, alle condizioni espressamente enunciate all'articolo 8 (comma 2), il mantenimento delle attivita' di tempo pieno entro il limite dei posti funzionanti nell'anno scolastico 1988/89. Anche per effetto della successiva legge 27 febbraio 1991 n. 66, riguardante la nomina in ruolo degli insegnanti della scuola elementare nel corso dell'anno scolastico 1990/91, la prosecuzione delle attivita' di cui al citato articolo 6 deve intendersi riferita ai posti funzionanti alla data di entrata in vigore della stessa legge 148 e cioe' all'anno scolastico 1989/90. In relazione, pertanto, a tale vincolo normativo, questa amministrazione ha peraltro piu' volte raccomandato (con le Circolari Ministeriali n. 197 del 21 luglio 1990 e n. 55 del 5 marzo 1991) che la distribuzione delle scuole funzionanti a tempo pieno seguisse, anch'essa, i criteri piu' volte ribaditi in tema di adeguamento dei servizi alle esigenze dell'utenza in modo da concentrarle, ove possibile, in appositi plessi, cio' anche al fine di evitare la dispersione sul territorio delle classi a tempo pieno. Si ritiene, comunque, opportuno ricordare che il comma 3^ dell'articolo 8 della medesima legge 148 dispone che i posti derivanti da eventuali soppressioni delle predette attivita' di tempo pieno siano utilizzati esclusivamente per l'attuazione dei nuovi moduli organizzativi, prevedendo in tal modo il progressivo riassorbimento di iniziative di tempo pieno che non rientrino negli standards previsti. Si segnala infine che il Ministero, nel quadro dell'azione svolta per l'attuazione della riforma, ha predisposto una serie di interventi di monitoraggio dei processi di rinnovamento in atto, dando avvio ad una ricognizione estesa su tutto il territorio nazionale e condotta a livello di singola istituzione scolastica con lo scopo di fornire i dati qualitativi fondamentali del cambiamento. L'insieme dei dati, che si prevede di raccogliere quanto prima, costituiranno oggetto di un'attenta valutazione, ai fini delle determinazioni che saranno ritenute possibili per venire incontro ad esigenze, quali quelle prospettate nell'interrogazione per i comuni di Mira e di Venezia. Il Ministro della pubblica istruzione: Jervolino Russo.



 
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