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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XI Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00245 presentata da TISCAR RAFFAELE (DEMOCRATICO CRISTIANO) in data 19940112

La Camera, premesso: che in Libano e' un paese caratterizzato da un secolare pluralismo religioso e da una lunga tradizione di liberta'; che il Libano risiede dal quarto secolo l'unica comunita' cristiana in tutto il mondo arabo a cui la Costituzione garantisce il pieno esercizio dei diritti civili e politici e la cui amicizia con l'Occidente ha superato, nel corso dei secoli, prove durissime; che il territorio libanese e' attualmente occupato militarmente da 40.000 militari siriani, con eccezione di una regione a sud, peraltro sotto il controllo dell'esercito di Israele; che tale presenza militare straniera perdura nonostante le risoluzioni ONU in senso contrario (520 del 1978); che le autorita' attualmente rappresentanti il Libano non hanno alcuna legittimita' democratica in quanto: 1) il Presidente della Repubblica, Elias Hrawi, e' stato eletto il 25 novembre 1990 da deputati non in condizione di esprimere liberamente la propria volonta'. E' sufficiente considerare che tale elezione non e' avvenuta in Parlamento, bensi' in un albergo sede dei servizi di sicurezza siriani in Libano. Il Presidente e' stato inoltre privato di ogni potere reale dagli accordi cosiddetti di Taif, anch'essi imposti e non liberamente accettati dal popolo libanese, facendo mancare in tal modo ogni garanzia per la comunita' cristiana che, tradizionalmente esprimeva il Presidente della Repubblica; 2) il Parlamento libanese e' stato rieletto nel settembre del 1992 mediante elezioni boicottate, causa l'assoluta mancanza di garanzie di regolarita', dall'80 per cento dei Libanesi (cristiani e musulmani) ed anche nei confronti del piccolo numero di voti espressi non sono mancate violenze e brogli; 3) il Primo Ministro, Rafic Hariri, proveniendo dalle due prime autorita' ne eredita l'illegittimita'. Con il suo operato sta inoltre dimostrando la fondatezza delle indiscrezioni di stampa che lo indicano come piu' attento agli interessi dell'Arabia Saudita che a quelli del Libano. Giungono infatti preoccupanti notizie su massicci acquisti immobiliari effettuati nei territori cristiani in esecuzione a progetti di islamizzazione; che ogni liberta' civile e politica in Libano appare pesantemente compromessa. E' di aprile la notizia della chiusura di un giornale (Nida al Watan) e di una stazione televisiva (la ICN) perche' aveva pubblicato notizie sgradite al governo. L'accordo di "fraternita' e cooperazione massimale" imposto dalla Siria al Libano nel maggio del 1991, autorizza inoltre i servizi di sicurezza siriani a operare in Libano contro tutti coloro che "minacciano l'amicizia tra i due paesi". Di conseguenza sono sempre piu' numerosi gli arresti arbitrari a cui seguono violenze e maltrattamenti. (Secondo i rapporti di Amnesty International la Siria e' uno dei paesi al mondo che piu' frequentemente ricorre alla tortura come prassi poliziesca); che nessun aspetto della vita sociale, culturale politica libanese sfugge al pesante condizionamento di Damasco, mentre l'arrivo in Libano di migliaia di lavoratori siriani negli ultimi due anni (su una popolazione libanese di tre milioni di abitanti) indica un palese progetto di colonizzazione anche economica; che la minaccia portata all'esistenza del Libano e della sua formula di pluralismo politico, religioso e culturale, oltre ad essere in contrasto con il conclamato diritto di autodeterminazione dei popoli, lo e' anche con gli interessi dell'Italia, vista la sua posizione nel Mediterraneo e la complessita' dei rapporti con il mondo arabo che, inevitabilmente soffrirebbero dell'assenza di un elemento di mediazione come il Libano, impegna il Governo: 1) a riesaminare il programma di aiuti al Libano, per evitare che gli stessi possano essere utilizzati piu' per consolidare il regime di occupazione che per alleviare i bisogni della popolazione; 2) ad assicurare alla comunita' cristiana del Libano, che oggi appare la piu' esposta ai pericoli regionali, un sostegno almeno morale e diplomatico; 3) a denunciare presso le istanze internazionali (ONU, CEE) lo stato di occupazione militare del paese, al fine di poter richiedere il ritiro degli eserciti stranieri dal territorio libanese ed elezioni libere sotto controllo internazionale. (1-00245)

 
Cronologia
martedì 11 gennaio
  • Politica, cultura e società
    Dopo mesi di contrasto con l'editore Berlusconi, che nel frattempo ha annunziato l'intenzione di scendere in politica, Montanelli insieme ad altri redattori lascia il quotidiano Il Giornale e fonda La Voce.

mercoledì 12 gennaio
  • Parlamento e istituzioni
    Alla Camera vengono discusse la mozione Pannella n. 1-00243 e la risoluzione Ferri n. 6-00036 concernenti la sfiducia al Governo, che erano state presentate allo scopo di suscitare un dibattito. Esse non vengono comunque votate per le sopravvenienti dimissioni del Governo.

martedì 18 gennaio
  • Politica, cultura e società
    Si scioglie la DC, da cui nascono il PPI di Mino Martinazzoli e il CCD di Pier Ferdinando Casini.