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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00012 presentata da MARTINAT UGO GIOVANNI (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940415

Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che: al Ginnasio Liceo Classico "Massimo D'Azeglio" si e' verificata una serie di episodi preoccupanti rispetto alla tutela dei diritti fondamentali della persona (in particolare della liberta' d'espressione e di opinione), ed il clima che ne consegue costituisce un grave elemento di tensione all'interno della scuola e tra la scuola stessa ed elementi esterni. In riferimento specifico ai seguenti fatti: a partire da un'espressione contenuta in un articoletto scritto da uno studente, apparso sul giornalino scolastico, si e' creato un caso politico: nella fattispecie si rimproveravano all'allievo in questione presunte simpatie nostalgiche per il Ventennio. Di qui, la pressione psicologica sull'autore dell'articolo e sull'insieme degli studenti del liceo e' andata crescendo, fino a raggiungere livelli di violenza psicologica inaudita. Per citare un solo episodio fra i tanti, ma significativo del clima d'intolleranza e di prevaricazione che risulta da questa catena di episodi, risulta che un docente, tale professor Guerra, abbia addirittura distribuito, nelle classi che gli sono state affidate, un questionario al quale lo studente, qualificandosi con nome e cognome, era tenuto a rispondere ad una serie di domande tese da un lato ad identificarne gli orientamenti politici (ad esempio: "Quale atteggiamento assumi di fronte al fascismo?" oppure "Qual e' la posizione della tua famiglia di fronte al fascismo?" eccetera) e dall'altro ad aggredire con una violenza inaudita il singolo autore dell'articoletto in questione (alla domanda "cosa pensi dell'articolo...?", tra le risposte suggerite ne compaiono alcune significative: "e' immorale" oppure "e' una sparata retorica" eccetera). Lo studente che aveva firmato l'articolo, sottoposto ad un vero e proprio linciaggio da parte di alcuni docenti e persino delle redazioni cittadine di alcuni quotidiani, con il consueto corollario di telefonate e lettere minatorie, ha dovuto abbandonare la scuola, riportandone un grave trauma psicologico che assai difficilmente gli consentira' di riprendere gli studi presso un'istituto dove le opinioni, se non condivise, si discutono, si presuppone, senza mettere nessuno alla gogna. Nonostante la vergognosa vicenda fosse stata denunciata dal quotidiano L'indipendente, ne' il Preside, ne' il Provveditore hanno deciso provvedimenti contro quei docenti che avevano esercitato intimidazioni sull'autore dell'articoletto e sull'insieme degli allievi della scuola: non una parola e' stata spesa per denunciare la violazione del diritto alle proprie opinioni costituita da quella vera e propria "schedatura" (a fine intimidatorio?) del profilo politico degli allievi operata dal professor Guerra, quando egli li ha obbligati a rispondere al questionario identificandosi con nome e cognome. Ben altra misura e' stata usata in altra vicenda relativa al medesimo istituto. Si tratta del caso di un docente di Storia e Filosofia, tale professor Coppellotti, che viene attaccato da mesi non solo da alcuni colleghi, ma con sistematicita' da certa stampa locale. La colpa del professore consisterebbe nell'adottare - quali testi da commentare e discutere criticamente in classe - oltre a volumi quali "Questa Repubblica" (testo di educazione civica a cura del professor Gustavo Zagrebelsky, ordinario di diritto costituzionale all'universita' di Torino e studioso non certo sospettabile di simpatie per ideologie di stampo fascista) o al "Sommario di storia" a cura di Finzi-Bartolotti edito dalla Zanichelli (una casa editrice fra le piu' schierate a sinistra), anche il nuovo libro "Il mito della Resistenza" di R. Gobbi e il volume "Nazionalsocialismo e bolscevismo - la guerra civile europea", testo fondamentale dello storico tedesco Ernst Nolte, autore di cui il professor Coppellotti ha curato diverse traduzioni per alcune delle case editrici italiane piu' affermate. Un testo che ha suscitato discussioni tra gli storici, e che proprio per questo risulta interessante nella prospettiva di un confronto critico tra le posizioni delle diverse correnti storiografiche contemporanee. Da qualche tempo contro il professor Coppellotti appaiono sulla cronaca cittadina di La Stampa e soprattutto de La Repubblica articoli velenosi al limite della diffamazione (contro i quali l'interessato ha gia' pensato di adire le vie legali), articoli che tendono - sulla base di argomentazioni evidentemente pretestuose e talvolta francamente risibili - a dare della persona un'immagine distorta di un antisemita (si e' addirittura insinuato che il docente perseguirebbe gli allievi con cognome ebraico!), di un cieco e fazioso revisionista e, quel ch'e' peggio, di un cattivo insegnante, plagiatore delle coscienze dei suoi allievi. A queste iniziative, esterne alla scuola, se ne sono aggiunte altre da parte di singoli colleghi che invitavano il Preside ad isolare e censurare il professor Coppellotti, in base alla consueta deformazione delle sue opinioni, liberamente espresse, che fanno oltre al resto riferimento agli insegnamenti del Nolte, storico considerato fra i piu' autorevoli anche dalla stampa "progressista". Alle continue pressioni, interne ed esterne alla scuola, sul Preside e sul Provveditore (con tanto di lettere anonime firmate da sedicenti gruppi di genitori di allievi del professore, che ne chiedono l'allontanamento), ha fatto seguito un'inopportuna quanto infondata ispezione a carico del suddetto docente. A titolo di smentita di tutto cio' che viene insinuato da questo coro di esecrazioni, si potrebbe osservare che il professor Coppellotti e' in realta' uno storico valente, che ha gia' pubblicato oltre trenta volumi per diverse ed autorevoli case editrici italiane, molte delle quali tradizionalmente appartenenti all'area culturale della sinistra, e che figura come relatore nei dibattiti tra gli storici di massimo livello, molti dei quali (protagonisti a suo tempo della Resistenza) gli hanno sempre riconosciuto dirittura morale ed onesta' intellettuale. Cosi' come al professore continuano a pervenire attestati (questi non anonimi) di stima e solidarieta' da parte di allievi ed ex-allievi; si segnala come il clima di intolleranza che si e' creato all'interno del Liceo "Massimo D'Azeglio" - dovuto ad un'evidente politica dei due pesi e delle due diverse misure -, unito alle inopportune iniziative personali di singoli docenti, e soprattutto alle inaccettabili ingerenze nella vita della scuola da parte di ambienti perlopiu' giornalistici estranei all'istituto, ed alle pesanti pressioni esercitate sul Preside, sui docenti e persino sugli allievi (intimiditi o puniti per reati d'opinione), nuoccia gravemente all'immagine (gia' appannata dopo questa serie di casi gonfiati da certi giornalisti irresponsabili) di uno degli Istituti piu' prestigiosi e ricchi di tradizioni, e soprattutto ricordato dai Torinesi come luogo di formazione, di liberta' nel dibattito culturale e di vivacita' intellettuale -: se sia al corrente di queste vicende, con riferimento agli attentati ai diritti fondamentali della persona, alla liberta' dell'insegnamento ed alla libera espressione delle proprie opinioni, nonche' degli episodi d'intimidazione, sopra denunciati, ai danni di studenti e docenti non allineati alle opinioni prevalenti tra i loro colleghi e soprattutto con quelle della redazione torinese di alcuni quotidiani, che contro di essi hanno scatenato da mesi un'ignominiosa quanto ingiustificata campagna di diffamazione, la quale ha gia' prodotto gravi danni irreparabili all'immagine del Liceo; se intenda accertare, tramite un'accurata inchiesta, le responsabilita' individuali, all'interno dell'istituto in questione, con riferimento specifico all'episodio della "schedatura" politica degli allievi; quali provvedimenti intenda adottare rispetto all'organizzazione, all'interno del Liceo in questione, di questa pretestuosa campagna d'intimidazione, scandalistica e persecutoria, condotta a fini evidentemente strumentali da chi ha interesse a creare un caso per motivi di carriera, dentro la scuola e con evidenti collegamenti ed eventuali prospettive nell'ambito della stampa e dell'editoria di certa sinistra torinese, talmente intollerante da non ammettere che un docente proponga ai propri allievi un esame critico e comparato delle tesi delle diverse scuole storiografiche tramite la verifica diretta su testi d'ispirazione politica diversa, ma che tace quando altri docenti operano schedature politiche dei propri allievi o ne costringono addirittura alcuni a lasciare la scuola per non dover subire inaudite violenze psicologiche; quali altri provvedimenti urgenti intenda adottare per contrastare il clima d'intolleranza che regna dentro l'istituto, per difendere il prestigio dell'istituto stesso di fronte all'aggressione degli ambienti sopra citati, per garantire infine il rispetto dei diritti della persona (tra cui quello di professare liberamente le proprie idee senza essere per questo intimidito, schedato o diffamato) e per tutelare la liberta' e la professionalita' dei docenti (con riferimento, tra l'altro, alla libera scelta dei testi da adottare); se intenda infine intervenire presso il Provveditore agli Studi di Torino affinche' venga tutelata e garantita contro le continue ingerenze esterne, sopra denunciate, l'autonomia del Preside e dell'Istituto stesso. (4-00012)

Con riferimento all'interrogazione parlamentare in oggetto indicata, si premette che l'andamento didattico del liceo classico "M. D'Azeglio" di Torino e' stato seguito con la dovuta attenzione da parte del provveditore agli studi di quella sede, il quale, in ordine ai fatti segnalati, non ha mancato di portare a conoscenza di questo Ministero le risultanze di due indagini, all'uopo affidate ad un ispettore tecnico. Tali risultanze hanno in effetti confermato che, nel novembre del 1992, il professor Giancarlo Guerra ebbe a distribuire agli alunni della classe II F un questionario che conteneva frasi, come quelle riportate nell'interrogazione e, quindi, del tutto inaccettabili sul piano culturale ed educativo. Siffatta circostanza non sfuggi', tuttavia, al Capo di istituto il quale, con circolare interna, dispose che la consegna del questionario in parola fosse sospesa ed indirizzo', in data 30 novembre 1992, una lettera al professor Guerra al quale fece, tra l'altro, rilevare l'improponibilita' di domande che ponevano i ragazzi nella condizione di violare un legittimo riserbo su opinioni o comportamenti di appartenenti al proprio nucleo familiare. Nella circostanza il preside, nell'ambito dei poteri discrezionali riconosciutigli ai sensi dell'articolo 396 - lettera f) - del decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994, ritenne sufficiente l'intervento come sopraadottato, astenendosi dal proporre misure di carattere disciplinare anche al fine di non turbare l'andamento ed i rapporti interni dell'istituto. Lo stesso preside, peraltro, ha esercitato la propria discrezionalita' in maniera non diversa - cosi' come si rileva dalle risultanze ispettive - anche quando, nell'aprile dell'anno scolastico 1992/93, ebbe a trovare, sempre nella classe II F, una pagina di un quotidiano locale, nella quale il citato professor Guerra censurava, sotto vari aspetti, l'operato scolastico del professor Francesco Coppellotti. A proposito di quest'ultimo, si osserva che questo Ministero, gia' nell'anno scolastico 1992/93, aveva disposto una visita ispettiva, che fu espletata dall'ispettore tecnico, professor Antonio Portolano. Tale visita, nel corso della quale furono attentamente esaminati i verbali e gli atti relativi alla programmazione delle attivita' didattiche ed alle riunioni degli organi collegiali del liceo, si concluse senza che fossero state rilevate censure di alcun genere sull'immagine e le capacita' professionali del professor Coppellotti. A conclusioni non sostanzialmente diverse risulta essere pervenuta la seconda indagine affidata dal provveditore agli studi di Torino, in data 22 aprile 1994, all'ispettore tecnico dottor Giuseppe Bertagna. Infatti, nella relazione finale concernente l'indagine ultimamente effettuata si evidenzia, in particolare, che, nonostante l'esistenza, tra alcuni allievi del liceo ed il professor Coppellotti, di un rapporto dialettico non sempre scevro di polemiche e di contrasti, non si e' ravvisata alcuna situazione di incompatibilita' ambientale; nella stessa relazione si rileva, inoltre, che il citato docente "non e' stato protagonista, dalla precedente visita ispettiva ad oggi, di aggressioni verbali a colleghi o alunni; ne' ha manifestato intemperanze negli organi collegiali; ne' coinvolto istituzionalmente il liceo in polemiche pubbliche". Al fine, comunque, di evitare che eventuali contrasti ed incomprensioni tra le diverse componenti scolastiche si ripercuotessero negativamente sulla vita dell'istituto, l'ispettore, dottor Bertagna, gia' nella relazione presentata nell'aprile dell'anno scolastico 1993/94, si preoccupo' di invitare il preside a non tollerare "sia inadeguatezze eventuali del professor Coppellotti sia azioni come quelle ... di cui si e' reso protagonista il professor Guerra....". Dal proprio canto questo Ministero, per il tramite del provveditore agli studi di Torino - cui la presente e' diretta per conoscenza - richiama la particolare attenzione del preside del liceo "D'Azeglio" ad assumere, senza indugi, le misure necessarie ad evitare che il comportamento di singoli docenti possa arrecare grave danno al prestigio dell'istituto. Il Ministro della pubblica istruzione: D'Onofrio.



 
Cronologia
mercoledì 6 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Ha inizio in Ruanda il genocidio dell'etnia tutsi, che si protrarrà per circa cento giorni e causerà approssimativamente 1 milione di morti.

venerdì 15 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Si concludono con la firma degli accordi di Marrakech, le trattative dell'Uruguay Round, che portano alla creazione del WTO e alla ratifica di tre accordi nei campi del commercio e delle tariffe, dei servizi e della proprietà intellettuale.

sabato 16 aprile
  • Politica, cultura e società
    Al termine del processo sulle attività della loggia massonica P2, la Corte d'assise di Roma assolve tutti gli imputati dall'accusa di cospirazione politica. Licio Gelli è condannato a 17 anni per i reati di calunnia, millantato credito e procacciamento di notizie riservate.