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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00211 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940429

Al Ministro del tesoro. - Per sapere - premesso che: in un comunicato del 18 aprile scorso dell'ADUSBEF, si legge: "All'assemblea del Credito Italiano si e' verificato quanto era stato ampiamente previsto dall'Adusbef, e cioe' che una minoranza di soci, che detiene il 15 per cento della banca, e' riuscita a nominare propri consiglieri che gestiranno l'istituto di credito nel prossimo triennio. Hanno avuto propri rappresentanti nel consiglio di amministrazione azionisti con l'uno per cento del capitale che erano stati "accettati" a sottoscrivere un "patto di sindacato" all'ombra di Mediobanca, ma non gli azionisti presentatisi in ordine sparso (ad esempio, gli azionisti-dipendenti possiedono il 4,5 per cento) che pur detengono, nel loro insieme, quote rilevanti. La prevaricazione di una minoranza azionaria compatta (15 per cento delle quote di controllo) sulla maggioranza dell'85 per cento divisa, (che autorivendicava la presidenza ed altre cariche della banca ritenendo che cio' bastasse per ottenerle), si e' potuta consumare in assenza di regole e modifiche statutarie da tempo presenti in Paesi che sanno cos'e' democrazia economica e public company. L'Adusbef non ha nulla di personale contro i nuovi amministratori, anzi si compiace con il presidente Rondelli che rientra al Credito Italiano da quell'esilio dove i lottizzatori del vecchio regime lo avevano confinato per far posto ai loro fidi scudieri, ma e' costretta a denunciare una vera e propria anomalia che consente a 15 persone (che hanno sborsato circa 500 miliardi) di prevaricare l'85 per cento del capitale del Credito Italiano pari a 3.334 miliardi (valori dell'Offerta Pubblica di Vendita). Tale anomalia dipende dalla ostilita' preconcetta e forse interessata del ministro del Tesoro Barucci, che ha osteggiato con tutti i mezzi l'approvazione della norma, introdotta dalla Commissione Finanze, che prevedeva il voto di lista nelle assemblee delle aziende privatizzate; percio' l'Adusbef, che per protesta non ha partecipato all'inutile sceneggiata di un'assemblea del Credito Italiano dagli esiti scontati, fara' i propri passi con il nuovo Governo per sanare un inaudito scandalo, vero e proprio colpo di coda di regime." -: come il Governo intenda intervenire perche' si ponga rimedio a quanto accaduto e si possa evitare che nel futuro si verifichino simili assurde situazioni contrarie all'etica, al diritto, alla economia ed ai legittimi interessi persino degli azionisti-dipendenti. (4-00211)

Si risponde all'interrogazione indicata in oggetto con la quale, si chiedono interventi diretti ad evitare che si ripetano situazioni analoghe a quelle verificatesi nell'assetto azionario del Credito Italiano a seguito dall'operazione di privatizzazione. Al riguardo, il Governo, anche nell'intento di evitare che potesse verificarsi di nuovo la situazione segnalata, ha provveduto ad emanare il decreto legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito nella legge n. 474 del 30 luglio 1994, recante norme per l'accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in societa' per azioni, che prevede alcuni istituti giuridici volti a facilitare e a garantire la presenza di azionariato diffuso e la salvaguardia delle minoranze societarie. Tali istituti sono: il voto di lista, che consente alle minoranze di avere propri esponenti nei consigli di ammistrazione e nei collegi sindacali delle societa' da privatizzare; il voto per corrispondenza, che facilita l'esercizio dei diritti di partecipazione connessi al possesso azionario; il divieto di possedere nelle societa' da privatizzare una patecipazione al capitale sociale superiore al 5 per cento, anche qualora tale limite sia superato per effetto di rapporti connessi alla partecipazione a patti di sindacato in societa' terze. Il Ministro del tesoro: Dini.



 
Cronologia
giovedì 28 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica conferisce a Silvio Berlusconi (FI) l'incarico di formare il nuovo Governo.

mercoledì 11 maggio
  • Parlamento e istituzioni
    Berlusconi scioglie positivamente la riserva e forma il suo primo Ministero composto da Forza Italia (FI), Lega Nord (LN), Alleanza Nazionale (AN), Centro Cristiano Democratico (CDD).