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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00356 presentata da PARLATO ANTONIO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940505

Ai Ministri del tesoro, dell'interno, di grazia e giustizia e delle finanze. - Per conoscere: se il Governo sia venuto finalmente a conoscenza delle persone fisiche e giuridiche che lo scorso anno assestarono un colpo mortale alla lira, costringendo la Banca d'Italia a buttare al vento, nel tentativo di difenderla, non meno di 50 mila miliardi, per poi essere costretti a svalutarla; e' opinione diffusa, se non addirittura indiscutibile certezza, che ad operare, in oggettivo danno della lira italiana, con gigantesche manovre speculative per un miliardo di dollari, fu il finanziere George Soros; egli avrebbe operato con il suo "Quantum Fund" con sede a Macao; e, come ha scritto Maurizio Blondet su L'Italia Settimanale, uno dei pochissimi periodici che si occupa con coraggio e chiarezza delle torbide manovre del mondialismo finanziario, "Impegnando solo 50 milioni di dollari (il "margine") Soros ha acquistato a termine 1.500 miliardi di lire italiane; le ha vendute "senza averle in tasca" in cambio di marchi tedeschi, al cambio ufficiale Cee. Quando la Banca d'Italia ha ceduto, ha restituito lire svalutate e s'e' tenuto i marchi rivalutati. Profitto della speculazione: 280 milioni di dollari (420 miliardi di lire), pari al 560 per cento della somma realmente impegnata. Soros e i suoi pari agiscono tipicamente sul mercato della "finanza derivata", che consente di mobilitare cifre enormi con pochissimo capitale. Che cos'e' la finanza derivata? Fino a poco tempo fa, era qualcosa che si faceva solo nelle borse-merci, e non per "investimento" (o speculazione), ma per comprare e vendere materie prime. Tipico esempio, i futures granari. Alla Borsa Merci di Chicago, dal 1859 e' possibile comprare, poniamo, 5 mila bushels di frumento con tre mesi d'anticipo, a un prezzo convenuto a quella data. Poniamo che il prezzo stabilito sia di due dollari a bushel: il "valore nominale sottostante" al contratto e' dunque di 10 mila dollari. Ma il prezzo reale del contratto e' molto inferiore: e' il "margine" tra il prezzo che il mercato fara' fra tre mesi e quello convenuto a termine. Alla Borsa di Chicago, nel maggio di quest'anno, un contratto future di 11.636 dollari si comprava per 270 dollari. Un "effetto-leva" che puo' avere conseguenze dirompenti sui mercati, come dimostra il caso Soros. Ebbene: da qualche anno, il campo dei futures e' preda di una gigantesca bolla speculativa. Su 17 milioni e mezzo di "contratti futuri granari" negoziati nel 1992 alla Borsa Merci di Chicago, secondo la Future Trading Commission solo 64.200 (lo 0,36 per cento) si sono conclusi con un fisico trasferimento di cereali, dunque avevano qualche relazione col reale commercio granario. E i futures sono solo il piu' semplice strumento della "finanza derivata": da pochi anni sono esplosi numerosi altri "strumenti creativi" tutti a termine, e ciascuno sempre piu' lontano dall'economia reale. Si va dalle options (con cui si compra "il diritto, ma non l'obbligo, di acquistare o vendere una merce, un'azione, un'obbligazione o valuta a una data convenuta a prezzo prefissato") alle "option indexes" (diritto di "comprare il futuro movimento di un indice basato su un paniere di azioni, obbligazioni" ecc.) alle "futures options", ai "futures option indexes", fino agli "swaps" (che servono a "trasformare un contratto a medio-lungo termine in una successione di scadenze a breve"). Strumenti sempre piu' astratti e complessi, con sempre minor rapporto con vere merci e vere attivita' produttive: e' la finanza drogata che, anziche' finanziare l'industria, l'agricoltura e il commercio, finanzia se stessa in un circolo vizioso. Non a caso, fino all'89, la Germania vietava ogni contratto a termine sotto il capitolo delle leggi contro il gioco d'azzardo. Persino negli Usa, l'impero della deregulation finanziaria, ancor oggi e' vietato trattare contratti futures all'infuori delle Borse-Merci. In teoria, perche' una quantita' imprecisabile del traffico "derivato" ha luogo con transazioni dirette tra banche, al di fuori di ogni controllo e in perfetta clandestinita'. Nel 1991 il fallimento in America della Banca del New England ha rivelato che questo istituto, che vantava 30 miliardi di dollari di "attivi" (prestiti) sui libri contabili, era esposta clandestinamente per 36 miliardi di dollari sul mercato dei "derivati". Un'esposizione che non era scritta sui libri contabili. Tuttavia, la necessita' di "investire" i depositi del narcotraffico e i frutti del riciclaggio ha reso questo settore della finanza, la finanza "creativa", un dato di fatto: "legalizzato", nonostante i divieti per la sua stessa colossale misura, che nessuna banca centrale riesce piu' a controllare. Si calcola in Usa che le prime dieci banche commerciali americane controllino il 95,2 per cento di tutta la "finanza derivata" gestita dalle normali banche, quanto alle banche d'affari, la concentrazione di questi affari (probabilmente sporchi) e' in mano alle maggiori. Le solite. Secondo la rivista Futures (numero di marzo 1993), il traffico maggiore e' gestito da Merril Lynch Futures, da Goldman Sachs & Co... da Shearson Lehamn Brothers: le tre merchant-banks a cui il Governo italiano ha affidato la consulenza per le nostre privatizzazioni". Secondo altri il guadagno di George Soros, affiancato anche dalla NEGARA BANK, Istituto Centrale della Malesia, guadagno' nella speculazione contro la lira e la sterlina addirittura 1.600 miliardi di lire; su Repubblica Fabio Massimo Signoretti ha scritto di recente: "...Ma chi sono e come si muovono i raider che ogni giorno intervengono acquistando e vendendo monete a seconda dei loro obiettivi su un mercato che movimenta quotidianamente 1.000 miliardi di dollari? Quali operazioni compiono materialmente i "signori" che nell'ombra sfidano le banche centrali di mezzo mondo, costringendo a svenarsi per difendere le proprie monete, e che continuano ad arricchirsi incuranti delle devastanti conseguenze politiche, economiche e sociali delle loro azioni?... ...La meta' dei movimenti valutari giornalieri, pari a circa 500 miliardi di dollari, e' infatti effettuata dalle banche, commerciali o di investimento. E sono proprio questi istituti di credito con la loro forza d'urto a mettere sotto pressione questa o quella moneta. Il resto della speculazione e' fatta dai fondi comuni d'investimento e dalle societa' industriali, anche se la loro quota e' limitata rispettivamente al 15 ed al 5 per cento circa dei movimenti di mercato. I movimenti speculativi vengono tutti effettuati "a termine". Cioe' si compra al prezzo di oggi quello che si ritirera' e paghera' domani. Il concetto e' molto semplice ed e' simile a quello che ognuno di noi fa quando va dal panettiere all'angolo e si fa mettere da parte quattro "rosette" che passera' a ritirare (ed a pagare) in serata, prima di cena. Solo che, mentre nel caso del panettiere il prezzo del pane non cambia dalla mattina alla sera, quello delle monete si'. Infatti lo speculatore scommette proprio sulla differenza che ci sara' tra il prezzo attuale di una moneta e quello a 15-20 giorni. Il raider, del resto, scommette sul ribasso di una moneta (e, ovviamente, sul rialzo di un'altra). E quindi acquista la valuta contro la quale vuole speculare con un contratto a termine: paghera' il prezzo fissato al momento della stipula dell'accordo solo dopo 15-30 giorni, sperando che in questo lasso di tempo la valuta in questione abbia perso quota. Per realizzare forti speculazioni sui cambi e' comunque necessario disporre di grandi capitali. Questo pero', non vuol dire avere necessariamente il possesso materiale di questi soldi. Basta godere di grosso credito e il gioco e' fatto: si potranno effettuare operazioni per cifre colossali. Infatti, spesso lo speculatore non rischia in "solido", ma prende a prestito una certa quantita' della moneta contro la quale vuole scommettere ad un tasso di interesse prestabilito, la cambia in una moneta forte e aspetta che quella debole perda valore. E' esattamente quello che e' avvenuto in questi giorni per il franco: molti speculatori, infatti, si sono indebitati in franchi, hanno acquistato marchi, e stanno come avvoltoi, in attesa di una svalutazione della moneta francese. Se questa avverra', ricompreranno i franchi presi in prestito e pagheranno il debito piu' gli interessi, guadagnando grazie al riallineamento delle parita' delle due valute, che consentira' loro di avere un avanzo in marchi proporzionale alla rivalutazione della divisa tedesca rispetto a quella francese. Per speculare in grande stile, pero', tutto questo non basta ancora. Bisogna anche avere molte informazioni riservate sul Paese contro la cui moneta si vuole scommettere. Bisogna infatti sapere tutto sull'economia di quel Paese, valutare la fiducia delle istituzioni internazionali sul suo governo. E soprattutto bisogna capire quale e' il giorno piu' opportuno per dare il via all'attacco sfruttando il momento in cui e' piu' debole la fiducia dei mercati verso quel paese... Paradossalmente, pero', l'aiuto piu' grande agli speculatori viene proprio dalle banche centrali dei Paesi contro la cui moneta stanno scommettendo. Infatti, per difendere il cambio, le banche centrali sono obbligate ad acquistare quantita' enormi della loro valuta cedendo in cambio moneta forte, cioe' marchi. Questo aiuta gli speculatori che comprando, ad esempio lire e franchi, sui mercati americani a prezzi piu' bassi, il giorno dopo li rivendono in Europa alle rispettive banche centrali, con un guadagno certo"; quale sia la posizione dello Stato italiano nei confronti del Soros e di societa' e banche d'affari - i cui nomi intendono anche conoscere - che hanno operato in oggettivo danno dell'Italia nel settembre del 1992 e se essi siano stati dichiarati indesiderabili e se sia stata loro inibita ogni attivita' in Italia; se l'attivita' finanziaria "derivata" davvero sia stata e venga tuttora espletata da banche d'affari e di consulenza finanziaria come la Goldman Sach, la Salomon Brothers, la Shearson Lehman Brothers, la Merril Lynch, alcune delle quali direttamente o indirettamente presenti anche a bordo del "Britannia" e poi coinvolti dal Governo ed utilizzate nei procedimenti di privatizzazione; se i contratti a termine non siano per davvero similari al gioco di azzardo e vadano vietati in determinate circostanze ed in altri casi determinati i miti dimensionali illeciti; quali iniziative il Governo intenda assumere sia nei confronti del Soros che nei confronti di tutte le banche e multinazionali d'affari, perche' risarciscano il danno arrecato alla economia nazionale e per il futuro non compiano atti contrari agli interessi ed alla autonomia nazionale; se i servizi segreti italiani SISMI e SISDE e per quanto di ragione la DIA, abbiano svolto accertamenti e compiuto analisi volti a prevenire operazioni che comportino attacchi alla sovranita' ed alla indipendenza nazionale, poste in pericolo dai pirati della finanza internazionale, in qualche caso anche con la collaborazione di capitali della criminalita' organizzata; se intendano immediatamente mutare le banche d'affari referenti nei procedimenti di privatizzazione incaricate di consulenza, analisi, ricerca di capitali, collocamento di quote azionarie e che siano state coinvolte in fenomeni di "finanza derivata" e che nessuna garanzia possono dare di servire gli interessi nazionali essendo legate, per loro natura, a quelli del mondialismo capitalistico di mero esclusivo e cinico profitto, senza argini morali e sociali propri delle multinazionali; a quali condizioni voglia sottoporre il Governo l'esercizio in Italia della squallida e criminale "finanza derivata" sopra descritta. Quanto precede anche in relazione all'atto ispettivo di uguale contenuto, restato privo di riscontro nella undicesima legislatura, n. 4-18921 del 19 ottobre 1993. (4-00356)

Si risponde all'interrogazione indicata in oggetto, concernente le problematiche connesse all'utilizzazione degli strumenti derivati nell'ambito del sistema finanziario internazionale. Al riguardo, sentita la Banca d'Italia, si fa presente che il rapido incremento delle transazioni e la crescente complessita' dei c.d. "contratti derivati", che hanno caratterizzato il sistema finanziario degli anni piu' recenti, riflettono l'aumento della domanda da parte degli utilizzatori e la capacita' innovativa dell'industria dei servizi finanziari che ha assecondato le esigenze manifestate dal mercato. Gli strumenti derivati consentono agli utilizzatori finanziari e non di gestire i rischi finanziari associati alla propria attivita', riallocando ciascun componente di rischio agli operatori disposti ad assumerli e gestirli. L'operativita' del sistema bancario italiano nel comparto in esame, concentrata peraltro in un numero ristretto di banche, non ha ancora raggiunto i livelli elevati che caratterizzano quella svolta in altri Paesi. Sulla base delle segnalazioni di vigilanza del 30 settembre 1994, le operazioni fuori bilancio collegate ai tassi di cambio e di interesse risultano pari, in termini di valore nazionale, a circa 969.000 miliardi di lire, a cui si aggiungono le operazioni effettuate dagli ex istituti di credito speciale stimabili, alla stessa data, intorno a 62.000 miliardi di lire. L'interesse dell'organo di vigilanza per l'operativita' sui derivati si basa sulla consapevolezza che gli stessi, oltre a modificare sensibilmente il profilo di rischio del singolo intermediario possono determinare situazioni di difficolta' per il sistema bancario nel suo complesso. Nella regolamentazione prudenziale le operazioni in contratti derivati poste in essere dagli intermediari creditizi e finanziari non hanno formato oggetto di una disciplina specifica, ma sono state ricondotte nell'ambito delle disposizioni sui vari profili di rischio cui gli intermediari stessi sono esposti. In proposito, si fa presente che con provvedimento del Governatore della Banca d'Italia del 16 marzo 1994 sono state modificate, d'intesa con la Consob, le regole di vigilanza prudenziale contenute nel titolo IV del Regolamento emanato dalla Banca d'Italia il 2 luglio 1991. La nuova disciplina prudenziale degli operatori del mercato mobiliare, che si applica sia alle banche che alle SIM, e' entrata in vigore il 1^ gennaio 1995. Per le banche, coerentemente con gli orientamenti espressi in sede internazionale, il provvedimento ha introdotto accanto al coefficiente patrimoniale a fronte del rischio di solvibilita', analoghi requisiti a copertura: a) dei rischi di "posizione", di "regolamento" e di "controparte" che derivano dalle posizioni in valori mobiliari relative al "portafoglio titoli non immobilizzato" (titoli detenuti a fini di negoziazione e/o posseduti per esigenze di tesoreria); con riferimento al medesimo portafoglio e' stato, inoltre, introdotto un ulteriore requisito patrimoniale a copertura dell'eventuale rischio di "concentrazione", che entrera' in vigore a partire dal 1^ gennaio 1996; b) dei rischi di "cambio" relativi a tutte le posizioni espresse in valuta, in bilancio e "fuori bilancio". Per quel che riguarda le SIM, il provvedimento in questione ha abolito il coefficiente di liquidita' e modificato la nozione del patrimonio di vigilanza. I requisiti patrimoniali costituiscono una prescrizione prudenziale avente carattere minimale, data l'impossibilita' di prevedere appieno le variazioni dei corsi dei titoli e delle valute e, in generale, l'evoluzione dei mercati. Tali regole, quindi, non sono intese a sostituire la gestione del rischio proprio delle banche. Il comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha recentemente elaborato un documento che sintetizza sia le esperienze delle banche internazionali piu' attive sui mercati dei derivati sia gli orientamenti all'interno degli organi di controllo. Il documento indica come essenziale, per una corretta gestione del rischio, l'esistenza, nell'ambito del sistema organizzativo delle banche, dei seguenti elementi: un'appropriata sorveglianza da parte del consiglio di amministrazione e dell'alta direzione; un adeguato processo di gestione dei rischi che contempli sistemi di rilevazione affidabili, metodi di misurazione, fissazione di limiti alle esposizioni, nonche' un costante monitoraggio attivato con frequenti segnalazioni alla direzione; compiute procedure di controllo interno e di auditing. I criteri individuati nel documento sono condivisi dall'organo di Vigilanza e sono considerati elementi di una gestione sana e prudente dei rischi. In prospettiva, quindi, tali criteri saranno tenuti presenti nell'ambito dell'attivita' di vigilanza sia cartolare sia ispettiva. In particolare, per quanto concerne i soggetti esteri (Goldman Sachs, Salomon Brothers, Shearson Lehman Brothers, Merril Lynch) indicati nell'interrogazione come compartecipi di attivita' speculative intervenute sulla lira, la Consob, per la parte di competenza, ha osservato che si tratta di primari istituti finanziari aventi rilevanza internazionale, i quali operano in Italia, quali intermediari finanziari iscritti nell'albo delle societa' di intermediazione mobiliare, tramite filiazioni. Sono, infatti, iscritte nell'albo di cui all'articolo 3, della legge n. 1 del 1991 le seguenti societa': la Goldman Sacha Sim s.p.a., autorizzata alla negoziazione per proprio conto o per conto terzi di valori mobiliari, al collocamento e distribuzione di valori mobiliari, alla gestione di patrimoni mediante operazioni aventi ad oggetto valori mobiliari, alla raccolta di ordini di acquisto o vendita di valori mobiliari, alla consulenza in materia di valori mobiliari, alla sollecitazione del pubblico risparmio; la Merril Lynch Sim s.p.a., autorizzata alle attivita' di raccolta ordini, consulenza e sollecitazione; la Salomon Brothers Sim s.p.a., autorizzata alle attivita' di negoziazione, per proprio conto o per conto terzi, collocamento e distribuzione, raccolta ordini e consulenza; la Lehman Brothers Sim s.p.a., autorizzata alle attivita' di negoziazione sia per conto proprio che per conto terzi, di collocamento e distribuzione; la Lehman Brothers Securities Sim, autorizzata alla raccolta di ordini di acquisto o vendita di valori mobiliari. Il Sottosegretario di Stato per il tesoro: Pace.



 
Cronologia
giovedì 28 aprile
  • Parlamento e istituzioni
    Il Presidente della Repubblica conferisce a Silvio Berlusconi (FI) l'incarico di formare il nuovo Governo.

mercoledì 11 maggio
  • Parlamento e istituzioni
    Berlusconi scioglie positivamente la riserva e forma il suo primo Ministero composto da Forza Italia (FI), Lega Nord (LN), Alleanza Nazionale (AN), Centro Cristiano Democratico (CDD).