Portale storico della Camera dei deputati

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri di grazia e giustizia e degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: la nostra connazionale Silvia Baraldini si trova dopo dodici anni di detenzione durissima tuttora reclusa nel carcere di Danbury (Connecticut); cio' costituisce una condizione di grave pericolo per una possibile risorgenza della malattia di cui e' vittima (due interventi chirurgici per l'asportazione di un cancro squamoso uterino); la detenzione negli USA comporta inoltre la lontananza dall'anziana madre, residente in Italia per la quale Silvia rappresenta l'unico affetto familiare ancora rimastole dopo la tragica scomparsa dell'altra figlia Marina; nel mese di agosto 1993, in occasione di un diretto contatto tra l'ambasciatore d'Italia a Washington e il signor Gerald Shur, responsabile per la convenzione di Strasburgo presso il locale Dipartimento di Giustizia, e' emerso che il Dipartimento stesso e' effettivamente orientato a riesaminare la domanda di trasferimento di seconda istanza e successiva, che pervengono da detenuti ai sensi della citata convenzione, non prima di due anni dal rigetto della precedente richiesta; i tempi, secondo il governo degli Stati Uniti d'America, sono cosi' lunghi per il grande numero di domande pervenute e per il notevole lavoro istruttorio che esse comportano; nel corso del colloquio il Dipartimento di Giustizia americano ha ribadito nel modo piu' esplicito, confermando le assicurazioni date dall'Attorney General nell'incontro di Aprile, che il caso Baraldini sarebbe stato riesaminato, dopo che il nuovo Assistant for Criminal Matters avesse assunto il suo incarico; tale circostanza si e' realizzata solo alla fine di novembre; secondo quanto comunicato dall'Ambasciata degli Stati Uniti con nota del 14 dicembre 1993, doveva essere programmato entro il mese di gennaio '94 un incontro tra le autorita' italiane e il nuovo Attorney General Signora Jo Ann Harris, finalizzato a sollecitare una rapida e positiva decisione del Dipartimento di Giustizia sulla richiesta di trasferimento in Italia della connazionale Silvia Baraldini; tale incontro ad oggi non e' ancora avvenuto e viene continuamente riaggiornato; dopo alcuni rinvii il Governo USA ha fatto sapere, all'inizio di maggio, attraverso comunicazione telefonica con il primo consigliere dell'ambasciata italiana, di non essere pronto a riconsiderare e a riprendere in esame il caso Silvia Baraldini e pertanto riteneva opportuno rinviare a fine estate la visita al Dipartimento di Giustistizia della madre, signora Dolores Baraldini e della Signora Liliana Ferraro, Direttrice degli affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia italiano; il Parlamento italiano si e' piu' volte pronunciato sul caso Baraldini (mozione del 10 ottobre 1992 Camera dei Deputati, innumerevoli interrogazioni ed interpellanze di Camera e Senato ed Europarlamento nelle ultime tre legislature); inoltre e' gia' stata inviata al Presidente Clinton una lettera firmata da 165 deputati e senatori in data 30 marzo 1993, che chiede un atto di clemenza nei confronti di Silvia Baraldini -: se il Governo non ritenga - a fronte di un atteggiamento degli Stati Uniti oltre modo dilatorio che nei fatti smentisce le assicurazioni fornite al Governo italiano e riportate nel documento ufficiale con il quale il Ministro Conso ha risposto all'interrogazione n. 234 del 2 settembre 1993 - improrogabile un intervento diretto sul Presidente degli USA, Clinton, in occasione della prossima visita in Italia, atto a sbloccare il caso Baraldini, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Strasburgo, ovvero con un'iniziativa umanitaria che ne consenta l'immediato ritorno in Italia. (3-00067)