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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00071 presentata da BERTINOTTI FAUSTO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19940602

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri del tesoro, dell'industria, commercio e artigianato e delle poste e telecomunicazioni. - Per sapere - premesso che: nell'ambito del riassetto del settore delle telecomunicazioni previsto dalle leggi 29 gennaio 1992, n. 58 e 20 dicembre 1993, n. 531 e dalla delibera del CIPE del 2 aprile 1993, la nascita di Telecom Italia costituisce una prima tappa; la tappa successiva e' rappresentata dalla privatizzazione della STET, la societa' finanziaria del gruppo IRI per il settore delle telecomunicazioni; le norme che regoleranno tale privatizzazione sono quelle previste dalle leggi 29 gennaio 1992, n. 35 e 8 agosto 1992, n. 359, nonche' dal decreto-legge 31 marzo 1994, n. 216, recante norme per l'accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni del Ministero del tesoro in SpA; in particolare quest'ultimo decreto-legge prevede tramite il meccanismo della golden share, l'attribuzione al Governo di una serie di "poteri speciali" introducibili nello statuto delle societa' di proprieta' del Tesoro e loro controllate che operino nei settori della difesa e dei pubblici servizi attinenti ai trasporti, alle telecomunicazioni e alle fonti di energia. Tali poteri, in capo all'azionista Tesoro, si estrinsecano nella introduzione negli statuti delle predette societa' di clausole che attengono al gradimento all'assunzione di partecipazioni rilevanti, al divieto di scioglimento o liquidazione dell'azienda, trasferimento dell'azienda, trasferimento della sede sociale all'estero, eccetera. Tali poteri speciali hanno comunque una durata di soli tre anni; la privatizzazione delle banche COMIT e CREDIT si e' conclusa con la costituzione di fatto, e con una spesa minima, di un sindacato di controllo guidato da Mediobanca rafforzando cosi' il potere finanziario in mano di poche grandi famiglie italiane alleate con gruppi francesi e tedeschi, senza che si predisponessero da parte del Ministro del tesoro norme statutarie e legislative volte ad impedirlo; mentre viene avviato questo processo di privatizzazione, si e' aperta nel nostro paese un'ampia discussione sulle norme che regolano il sistema radiotelevisivo e nello specifico sul futuro della RAI anche in relazione al decreto-legge "salva RAI" del 29 aprile 1994, n. 263; si assiste a livello internazionale ad ampi processi di ristrutturazione del settore con l'affermarsi di nuove tecnologie, e di grandi gruppi internazionali come quello BELL/TCI o di grandi alleanze come il maxi-accordo "Project Atlantic", tra France Telecom, Deutsche Telekom e AT & T, oppure all'alleanza tra MCI e British Telecommunication; caratteristica di questi nuovi aggregati e' la sinergia tra i settori della telefonia, dell'informatica e televisivo. La sovrapposizione della crisi di questi tre settori ha scatenato una profonda ristrutturazione che sta scompaginando i tradizionali equilibri di tutti e tre i comparti citati; la caduta del vincolo nazionale, grazie all'uso del satellite, ed il predominio dei produttori di hardware e software sulle strutture che producono informazione, spettacolo e cultura, spingono il settore delle telecomunicazioni ad una rapida concentrazione in pochissime grandi societa' multinazionali; difendere il ruolo di un'azienda pubblica delle comunicazioni come la RAI e promuovere una sua profonda riforma, puo' avere il senso di una politica volta a difendere la piena autonomia del nostro paese nell'assicurarsi le informazioni di base, nell'alimentare la propria industria culturale, nel decidere quali elementi e quali strumenti scegliere per la propria identita' culturale; e' evidente l'esigenza di un grande polo italiano che aggreghi telefonia e informazione televisiva se non si vuole che il nostro paese in un settore chiave sia subalterno al polo telematico anglo-americano o partecipante ininfluente di quello eurotedesco; lo stesso dottor Alessandro Ovi, direttore centrale dell'IRI, ha proposto di costituire un grande polo privato delle telecomunicazioni inglobando STET e Fininvest; il gruppo Fininvest - al di la' di ogni altra considerazione - non sembra in grado di potere competere per quantita' di investimenti necessari e per know how sul mercato internazionale; la creazione di sinergie, l'innovazione dei prodotti multimediali, lo sviluppo tecnologico nel settore d'avanguardia della comunicazione nel nostro paese si possono attuare solo con un forte intervento strategico e pubblico; la privatizzazione delle aziende pubbliche nel settore delle telecomunicazioni non e' ancora avviata in Francia ed in Germania, mentre in Gran Bretagna il processo e' durato una decina d'anni utilizzando a pieno il meccanismo di golden share; stante il valore strategico del settore delle telecomunicazioni il solo criterio finanziario non puo' orientare e presiedere l'eventuale processo di privatizzazione; i gruppi parlamentari di Rifondazione comunista nel corso dell'XI Legislatura, nell'ambito del dibattito sulle dismissioni delle partecipazioni statali espressero un parere contrario, che ribadiamo alla totale privatizzazione dei settori strategici a gestione pubblica della nostra economia come sono indubbiamente quelli delle telecomunicazioni e dell'informazione radiotelevisiva -: se il Governo non intenda: a) sospendere il processo di privatizzazione della STET al fine di avviare in sede parlamentare un approfondito dibattito per delineare una politica nazionale per l'intero settore telematico che preveda la costituzione di un polo integrato telefonico delle comunicazioni ed informatico, costituito dalle aziende del gruppo STET, dalla RAI, dall'ANSA, dalle aziende nazionali di informatica (FINSIEL e OLIVETTI), e solo in seguito all'approvazione di un vero e proprio piano per le telecomunicazioni decidere le eventuali modalita' della privatizzazione STET e il rapporto da conseguire tra indirizzi programmatici ed assetti proprietari; b) rendere piu' penetranti e permanenti i poteri speciali del Governo previsti dall'articolo 2 del decreto-legge 216/94 al fine di introdurre un reale meccanismo di golden share a tutela dell'interesse pubblico. (3-00071)





 
Cronologia
mercoledì 1° giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton si reca in visita ufficiale in Italia in vista della preparazione del vertice dei 7 Paesi più industrializzati, che si terrà a luglio a Napoli.

domenica 12 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Si svolgono le elezioni per la IV legislatura del Parlamento europeo, che in Italia vedono l'affermazione dello schieramento di centrodestra.Contestualmente alle elezioni europee si svolgono le elezioni amministrative.