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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00012 presentata da BONINO EMMA (FORZA ITALIA) in data 19940629

La Camera, rilevato che: la pena di morte e' oggi ancora prevista negli ordinamenti giudiziari di 132 Stati della comunita' internazionale su 181 (116 per reati ordinari e 16 per reati eccezionali) ed e' ancora applicata in 96 paesi, ivi inclusi alcuni di democrazia politica; numerosi paesi, anche a ordinamento democratico, applicano la pena di morte in circostanze escluse da convenzioni internazionali sui diritti umani (minore eta' o malattie mentali); la comunita' internazionale e' minacciata da violazioni delle piu' elementari norme del diritto internazionale umanitario, quali i crimini di guerra, le aggressioni territoriali, il terrorismo, il genocidio, i crimini contro l'umanita'; la gravita' di tali violazioni nel territorio della ex Jugoslavia, l'epurazione etnica, la violenza sistematica sulle donne, le stragi di civili sono realta' quotidiana; in alcuni paesi e situazioni, la pena di morte viene comminata in assenza di garanzie giuridiche e processuali, specialmente in caso di colpi di Stato e di guerre civili; in tali situazioni, l'applicazione della pena di morte e' la fulminea e piu' probabile conseguenza del processo, in quanto pena esemplare ed immediata, e che spesso essa assume connotati di vero e proprio sterminio, poiche' condanne a morte vengono eseguite nei confronti di individui rei di appartenere ad un medesimo gruppo, partito o fazione, o accusati solo di complicita' morale; i colpi di Stato e le guerre civili spesso coinvolgono Stati limitrofi e si ripercuotono sul difficile equilibrio delle alleanze e dei sistemi di difesa a livello universale e regionale; le guerre civili rappresentano una minaccia alla sicurezza mondiale e rientrano nelle competenze del Consiglio di Sicurezza sulla base del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite; occorre uno strumento di sanzione penale internazionale per dissuadere o punire i responsabili di tali atrocita', subordinando il principio di non ingerenza negli affari interni degli Stati al rispetto della dignita' e dei diritti umani; il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria va affermato come fondamentale e inviolabile diritto della persona, in ogni ordinamento giuridico, con particolare riferimento a quegli Stati che abbiano in corso la revisione della loro Costituzione; la Risoluzione del Parlamento Europeo del 12 marzo 1992, laddove afferma che "nessuno Stato, e a maggior ragione nessuno Stato democratico, puo' disporre della vita dei propri cittadini prevedendo nel proprio ordinamento la pena di morte come conseguenza di reati, anche se gravissimi"; lo Statuto del Tribunale Internazionale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia istituito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il quale esclude in ogni caso la pena di morte; e' in corso una campagna internazionale denominata "Nessuno tocchi Caino", condotta da cittadini e da parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000, a cui hanno aderito Premi Nobel, personalita' della scienza, della cultura, numerose citta', province e regioni italiane, e rappresentanti di tutte le religioni e di parlamentari di diversi paesi; una tappa di questa campagna e' stata la marcia di Pasqua che si e' svolta a Roma, il 3 aprile scorso, che aveva per obiettivi la moratoria delle esecuzioni capitali e la costituzione del Tribunale penale internazionale per i crimini contro l'umanita'; la prossima tappa, con gli stessi obiettivi, e' riferita all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si riunisce a New York da settembre a dicembre 1994, in occasione della quale si stanno preparando iniziative parlamentari e una mobilitazione internazionale; impegna il Governo a fare propria la Risoluzione del Parlamento Europeo del 12 marzo 1992, laddove afferma che nessuno Stato, e a maggior ragione nessuno Stato democratico, puo' disporre della vita dei propri cittadini prevedendo nel proprio ordinamento la pena di morte come conseguenza di reati, anche se gravissimi; a sostenere e a promuovere presso la 49^ sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite l'istituzione del Tribunale internazionale permanente sui crimini contro l'umanita'; a perseguire nell'immediato l'obiettivo giuridico, politico e morale della moratoria delle esecuzioni in caso di colpi di Stato, di guerre civili o altre situazioni analoghe; ad adoperarsi affinche' il Consiglio di Sicurezza in tali casi imponga la moratoria delle condanne a morte per un periodo prefissato o avochi a se' il potere di inchiesta, almeno fino a che non appaia da elementi certi che vi sia il rispetto delle piu' elementari caratteristiche di una "giustizia giusta"; ad adoperarsi affinche' il Consiglio di Sicurezza sancisca il principio del divieto dell'applicazione della pena di morte, in simili circostanze, in qualsiasi Paese; a porre all'ordine del giorno della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si riunisce a New York da settembre a dicembre 1994, la seguente proposta di Risoluzione sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali: "L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite considerato che il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria, anche se emessa nel rispetto della legge e della procedura, va affermato come fondamentale e inviolabile diritto della persona in tutti gli ordinamenti giuridici nazionali e come diritto umano nell'ordinamento internazionale; che e' necessario stabilire subito una moratoria delle esecuzioni anche gia' decretate, affinche' il principio dell'indisponibilita' allo Stato della vita di ogni uomo si affermi ovunque nel mondo entro l'anno 2000; chiede al Consiglio di Sicurezza di imporre una moratoria delle esecuzioni da applicare a tutte le situazioni create da "colpi di Stato" o da guerre civili - che costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale -, e di ricorrere, in caso di violazioni degli Stati, a tutte le sanzioni previste dalla Carta delle Nazioni Unite; stabilisce che lo Statuto del Tribunale penale internazionale escluda la previsione della pena di morte per qualsiasi reato, cosi' come sancito nello Statuto del Tribunale ad hoc sulla ex Jugoslavia; raccomanda agli Stati membri di attuare una moratoria delle esecuzioni anche gia' decretate, e di impegnarsi a conseguire l'obiettivo dell'abolizione entro l'anno 2000; di attivare la procedura di contenzioso internazionale, ex articolo 41 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, nei confronti degli Stati contraenti che applicano la pena di morte in violazione dei limiti previsti dall'articolo 6 del Patto (estrema gravita' del crimine commesso, inapplicabilita' nei confronti dei minori di diciotto anni e delle donne in stato di gravidanza); di formulare sistematicamente obiezioni alle riserve che gli Stati, nel ratificare il Patto internazionale sui diritti civili e politici, oppongono alle limitazioni nell'uso della pena di morte previste dal Patto stesso, confermando con questa prassi l'evoluzione del diritto internazionale a sancire la nullita' delle riserve agli accordi sui diritti umani". (1-00012)

 
Cronologia
venerdì 24 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Al Consiglio europeo di Corfù, in Grecia, vengono firmati gli atti di adesione dell'Austria, della Finlandia, della Svezia e della Norvegia.

mercoledì 29 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Sergio Fois, Gian Vittorio Gabri, Franco Fumagalli, Carlo Federico Grosso, Andrea Proto Pisani, Giovanni Fiandanca, Alfredo Pazzaglia, Agostino Viviani e Franco Franchi sono eletti al primo scrutinio membri del Consiglio superiore della magistratura.

venerdì 1° luglio
  • Politica, cultura e società
    Il Consiglio nazionale del PDS elegge segretario del Partito Massimo D'Alema, che prevale su Walter Veltroni.