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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01867 presentata da CUSCUNA' NICOLO' ANTONIO (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19940630

Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri della sanita' e per il coordinamento delle politiche dell'Unione europea. - Per conoscere - premesso che: il Ministro della sanita' con ordinanza del 14 gennaio 1994 emanata a seguito della decisione n. 93/687/CCE del 17 dicembre 1993 in tema di misure di protezione contro l'afta epizootica in Italia, ha disposto, tra l'altro, l'assoluto divieto di spostamento degli animali della specie bufalina presenti nelle aziende zootecniche della provincia di Caserta; tale divieto e' stato disposto a seguito del rifiuto da parte di alcune aziende della provincia di Caserta di sottoporre i propri capi bufalini al controllo sierologico per la ricerca degli anticorpi contro l'afta epizootica; nella provincia di Caserta sono presenti oltre 950 aziende per l'allevamento bufalino, di cui piu' del 97 per cento hanno correttamente ottemperato obbligo di sottoporre i propri capi al controllo sierologico mentre solo il 3 per cento ha opposto un rifiuto a tale adempimento. I risultati che giungono confermano che l'infezione aftosa ha risparmiato la grande maggioranza delle aziende; allo stato dei fatti, dunque, appare sommamente ingiusto ed ingiustificato il divieto di movimentazione dei capi bufalini anche nei confronti di quelle aziende che civilmente e correttamente hanno adempiuto l'obbligo del controllo sierologico; in particolare il cennato divieto comporta: 1) l'impossibilita' di alienazione dei capi bufalini da parte delle aziende sane presenti nella provincia di Caserta, cio' con il conseguente ed ingiustificato esproprio effettivo del loro diritto di proprieta' sui propri beni: animali della specie bufalina; 2) la totale impossibilita' da parte delle aziende sane di esercitare l'attivita' di allevamento in quanto l'accrescimento della mandria, per effetto della rimonta, comporta la presenza di un elevato numero di capi non alienabili a causa del citato divieto, le cui primarie esigenze non possono essere soddisfatte dalle aziende proprietarie perche' organizzate per l'allevamento di un numero inferiore di capi; 3) una gravissima crisi economica e finanziaria delle aziende sane le quali, non potendo conseguire ricavi con la vendita dei capi bufalini, non possono provvedere all'acquisto dei foraggi, al pagamento dei salari, ai costi di amministrazione ed infine a far fronte agli impegni presi con fornitori ed istituti di credito; 4) il sicuro dissesto ed il conseguente fallimento di numerose aziende sane che svolgono attivita' di allevamento bufalino nella provincia di Caserta, comprese quelle recentemente costituite grazie alle provvidenze previste dalla legge n. 44 del 1986 per la imprenditorialita' giovanile nel Mezzogiorno; tale situazione e' insopportabile ed il perdurare di essa cagionerebbe la progressiva eliminazione delle attivita' di allevamento bufalino nella provincia di Caserta, notoriamente vocata a tale attivita' ed in questo settore fortemente in espansione, con gravissimi danni alle altre imprese economiche collaterali come quelle prettamente agricole o di caseificazione e con riflessi negativi sulla occupazione, quindi con gravi danni all'economia locale -: se i Ministri in indirizzo, previa rideterminazione da parte dei competenti organi comunitari, intendano revocare o modificare il divieto assoluto di movimentazione degli animali bufalini delle aziende presenti nella provincia di Caserta, limitando gli effetti del piu' volte citato divieto solamente a quelle aziende che hanno impedito o che impediranno il controllo sierologico ed a quelle che dovessero risultare positive a tale controllo. (4-01867)

In merito al problema denunciato nell'atto parlamentare a cui si risponde per delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri, occorre anzi tutto sottolineare la particolare attenzione con cui l'Unione Europea segue le vicende e le problematiche del settore zootenico e caseario. Piu' di una volta, prima della Decisione CEE n. 93/687 del 17 dicembre 1993, la Comunita' era precettivamente intervenuta in tema di misure di protezione contro l'afta epizootica, indicando criteri e metodologie di valore omogeneo e di rilevante interesse. A seguito della suddetta Decisione, il Ministro della sanita' emanava, in data 14 gennaio 1994, un'ordinanza volta a delimitare ed eliminare i focolai di afta epizootica verificatisi nel corso del 1993 nel territorio nazionale. Tra le altre disposizioni, l'ordinanza disponeva l'assoluto divieto di spostamento degli animali della specie bufalina presenti nelle aziende zootecniche della provincia di Caserta. Al fine di porre rimedio ai prevedibili, gravi inconvenienti che avrebbe potuto causare la predetta misura di contenimento della malattia bovina, questo Ministero, gia' attivatosi fin dal momento del riscontro dei sintomi dell'epidemia di afta epizootica, e' intervenuto piu' volte presso gli allarmati organi comunitari al fine di ridurre al minimo i molteplici danni economici derivanti agli allevatori ed operatori commerciali a seguito dei focolai di afta epizootica, fornendo alla Commissione dell'Unione Europea ed agli altri Stati membri, piu' volte riuniti in sede di Comitato veterinario permanente, le informazioni ed i dati relativi ai controlli effettuati nelle province in cui si sono verificati i casi sospetti. E' a questo punto necessario rilevare che, mentre tutte le altre regioni interessate dalla malattia hanno fornito nei modi e nei tempi richiesti i dati necessari per far revocare le misure comunitarie e, conseguentemente, i provvedimenti adottati in ottemperanza di queste, proprio la regione Campania e' risultata inadempiente. In particolare, per quanto riguarda la situazione nella provincia di Caserta, questo Dicastero, al fine di ottenere i dati e gli elementi richiesti, vista l'inerzia dei competenti servizi regionali, ha piu' volte convocato a Roma esponenti qualificati della Regione e delle USL. Nel corso delle suddette riunioni, alle quali ha partecipato anche il rappresentante del Prefetto della Provincia di Caserta, e' emersa l'approssimativa partecipazione dell'organo regionale (assenze, partecipazione di funzionari non tecnici ovvero non competenti per lo specifico settore, o, comunque, non legittimati ad assumere impegni vincolanti). Tutto questo aiuta a comprendere perche', nelle sedute (7-9 giugno 1994) del Comitato veterinario permanente, la Commissione europea abbia giudicato insufficienti i dati relativi ai controlli sierologici effettuati nella provincia di Caserta. Tempestivamente questo Ministero provvedeva ad informare la Regione e le unita' sanitarie, chiedendo al contempo l'aggiornamento dei dati riferiti ai controlli, per essere in grado di sottoporli al successivo Comitato del 27 giugno 1994. E' tuttavia risultato che i dati infine pervenuti in risposta dalla regione Campania non erano rispondenti a quelli trasmessi direttamente dalle unita' sanitarie locali ne' a quelli provenienti dagli Istituti che avevano effettuato i controlli (Istituti zooprofilattici di Portici e di Brescia), per cui questo Ministero ha provveduto ad invitare l'Assessore regionale alla sanita' ad inviare a Bruxelles, assieme ad esperti ministeriali, un qualificato rappresentante regionale. Malgrado tutto questo, la regione Campania non ha inviato un proprio rappresentante alla riunione del 27 giugno 1994, per cui l'argomento di comune interesse e' stato aggiornato alla susseguente riunione del 5 luglio 1994. Proprio in vista di tale riunione, la Commissione aveva predisposto un progetto di Decisione che, invece, non e' stato possibile discutere proprio a causa della mancata presentazione dei controlli sierologici effettuati in provincia di Caserta. Quanto sinora riferito esplica i motivi della persistenza della grave situazione accusata dalle aziende zootecniche della provincia di Caserta. Tuttavia, non appena venuto a conoscenza dei nuovi dati forniti dalle Autorita' competenti, questo Ministero si e' attivato nelle sedi europee ed ha ottenuto la fissazione di una riunione del Comitato veterinario permanente. Nel corso di questa riunione, tenutasi a Bruxelles in data 5 luglio 1995, il competente organo europeo, proprio in base ai dati forniti dal Ministero della sanita', ha stabilito di poter revocare la decisione assunta in merito alla presenza di focolai di afta epizootica in Italia. La Decisione non e' ancora stata trasmessa al Ministero della sanita'. Non appena questa sara' pervenuta in via ufficiale, questo Ministero potra' revocare la propria ordinanza del 14 gennaio 1994 e, conseguentemente, verra' rimosso il divieto di spostamento degli animali della specie bufalina presenti nelle aziende zootecniche della provincia di Caserta. Il Ministro della sanita': Guzzanti.



 
Cronologia
mercoledì 29 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Sergio Fois, Gian Vittorio Gabri, Franco Fumagalli, Carlo Federico Grosso, Andrea Proto Pisani, Giovanni Fiandanca, Alfredo Pazzaglia, Agostino Viviani e Franco Franchi sono eletti al primo scrutinio membri del Consiglio superiore della magistratura.

venerdì 1° luglio
  • Politica, cultura e società
    Il Consiglio nazionale del PDS elegge segretario del Partito Massimo D'Alema, che prevale su Walter Veltroni.