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Al Ministro della sanita'. - Per sapere - premesso che: la materia concernente la distribuzione dei medicinali ad uso veterinario, stata oggetto, nel corso di poco piu' di due anni, di ben 2 decreti legislativi (il d. lgs. n. 119 del 92 e il d. lgs. n. 66 del 1993), tre decreti ministeriali e tre circolari emanate dal Ministero della sanita'-Direzione Generale dei servizi veterinari; l'articolo 32, primo comma, del citato d. lgs. n. 119 del 1992, riserva la vendita al dettaglio di medicinali veterinari esclusivamente al farmacista in farmacia; l'articolo 32, secondo comma, del piu' volte citato d. lgs. n. 119 del 1992, consente, in deroga al primo comma, a produttori e grossisti la vendita di alcune categorie di medicinali veterinari; le tre circolari ministeriali esplicative hanno fornito interpretazioni progressivamente "estensive" dei citati decreti legislativi, precisando: a) che possono acquistarsi presso i grossisti anche le specialita' medicinali oltreche' i medicinali veterinari prefabbricati e le premiscele per alimenti medicamentosi (circolare n. 29 del 25 luglio 1992); b) che e' sufficiente un "nulla osta provvisorio" della USL al posto della prevista autorizzazione ministeriale a che grossisti e fabbricanti di medicinali veterinari e premiscele per alimenti medicamentosi possano procedere alla vendita al dettaglio (circolare n. 29 del 25 luglio 1992, citata); peraltro, successivamente, anche tale obbligo, ancorche' ridotto, di documentazione e' stato, sempre di fatto, soppresso dalla Direzione Generale dei servizi veterinari specificando che il predetto "nulla-osta provvisorio" deve considerarsi comunque concesso trascorsi quindici giorni dalla domanda (nota del Ministero della sanita' prot. n. 600.9/24320/AG1.1); c) che, al fine di procedere alla vendita diretta di medicinali veterinari, i produttori e grossisti possono avvalersi di un farmacista presente nel solo orario di apertura per le consegne di medicinali veterinari" (circolare 2 giugno 1992, n. 249); d) la vendita diretta di medicinali veterinari espressamente limitata dall'articolo 32, secondo comma, del d.lgs. n. 119 del 1992, "ai titolari degli impianti di cui all'articolo 34" (impianti in cui vengono curati, allevati o custoditi professionalmente animali) autorizzati a detenere adeguate scorte di medicinali veterinari, e' stata estesa con la citata circolare n. 7 del 1992, anche agli ambulatori e alle cliniche veterinarie e, successivamente, sulla base di un incerto parere reso dall'ufficio studi a legislazione del ministero della sanita' (nota prot. n. 100.1/QUE/7-136/424 del 14 ottobre 1982) a tutti gli allevatori, ivi compresi quelli non autorizzati alla detenzione di scorte; la convulsa produzione normativa teste' ricordata ha comportato e tuttora e' causa di notevoli difficolta' interpretative e di incertezze in tutti gli operatori del settore ivi compresi gli organi deputati al controllo sulla corretta movimentazione del farmaco veterinario; i dati raccolti presso le farmacie attestano una sensibile diminuzione del consumo dei farmaci ad uso veterinario; tale diminuzione non parrebbe compensata da un aumento dei medicinali acquisiti presso gli altri distributori autorizzati dalla vigente normativa -: se i predetti interventi ministeriali non abbiano condotto ad un progressivo deterioramento del sistema dei controlli con le conseguenti incertezze sullo stato di sicurezza dei prodotti di derivazione animale destinati alla produzione di alimenti per l'uomo; quali provvedimenti il Ministro pensa di adottare nel settore della distribuzione del farmaco veterinario al fine di ricondurre la materia nei necessari ambiti di legalita' e di chiatezza. (4-01854)