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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00142 presentata da DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19940727

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri della difesa e di grazia e giustizia, per sapere - premesso che: secondo quanto risulta agli interpellanti ed e' depositato in atti ufficiali: nel periodo compreso tra marzo ed aprile 1994, il Consiglio della Magistratura Militare avrebbe ricevuto un esposto del Ministro della difesa Fabio Fabbri, che sottolineava la notevole attivita' inquisitoria della Procura Militare della Repubblica di Padova, nonche' il fatto che quell'ufficio procedeva nei confronti di ufficiali generali di grado elevato sia per i reati contro il patrimonio sia contro la persona; a seguito dell'esposto del Ministro Fabbri, il CMM ha aperto un'indagine, delegando la Commissione competente ad istruire procedimento per il trasferimento d'ufficio dei magistrati della Procura Militare di Padova per incompatibilita' ambientale; la Commissione Disciplinare del CMM, l'8 giugno 1994, ha convocato a Roma il Procuratore Militare di Padova dottor Giovanni Pagliarulo ed il Presidente del Tribunale Militare di Padova dottor Giuseppe Rosin, chiedendo loro le ragioni per cui l'ufficio inquirente di Padova aveva aperto cosi' tanti fascicoli per i reati contro il patrimonio e circa le ragioni per cui le gerarchie militari avevano denunciato, attraverso il Ministro, l'attivita' persecutoria; rispondendo alle domande di cui sopra, il dottor Pagliarulo ed il dottor Rosin, avrebbero dichiarato che l'ex Ministro della difesa Fabio Fabbri, nel corso di una colazione di lavoro a Padova, il 20 aprile 1994, aveva riferito loro che recentemente era stato costretto ad inviare al CMM l'esposto in questione perche' aveva subito incessanti richieste di condurre attivita' ispettiva nei confronti della Magistratura Militare di Padova, e che, dopo aver resistito per diversi mesi alle sollecitazioni delle gerarchie militari, aveva infine ceduto, poco prima di cessare dal suo dicastero; inoltre, i due nagistrati sopracitati riferivano che il Ministro Fabbri li avrebbe invitati a non tener conto del suo esposto, perche' l'ufficio della Procura Militare di Padova doveva continuare a lavorare in quanto non aveva fatto niente di illecito bensi' il proprio dovere istituzionale; nell'occasione l'onorevole Fabbri avrebbe informato i due magistrati che nell'attivita' di "sollecito" verso di lui si erano particolarmente "distinti" il Generale di Brigata Gianalfonso D'Avossa, inquisito per truffa e gravi reati contro la persona di inferiori in grado e condannato dal Tribunale Militare di Padova il 30 aprile 1994, ed il Generale di Corpo d'Armata Lucio Innecco, condannato dal Tribunale Militare di Padova per abuso di autorita' con ingiuria in atto pubblico il 24 febbraio 1994; quanto sopra e' confermato dal fatto che risulta agli atti che il Gen. Innecco il 15 dicembre 1993, e' stato a rapporto in Roma dal Ministro della difesa Fabbri, denunciando di essere rimasto vittima di attivita' persecutorie da parte dei giudici inquirenti di Padova, accusando tale Procura di voler perseguire ingiustamente tutte le alte gerarchie delle FF.AA. aventi sede nella sua giurisdizione, e che per tale motivo numerosi ufficiali nominati nel territorio di tale giurisdizione rifiutavano la nomina e che quelli che non si rifiutavano concludevano dei contratti con Agenzie di Assicurazione per coprirsi le eventuali spese legali; tali inaudite ed assurde dichiarazioni sarebbero anche state messe per iscritto dal Gen. Innecco in un rapporto al suo superiore gerarchico, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, in calce alla nota con cui comunicava di essere stato rinviato a giudizio dalla Procura Militare di Padova, nel dicembre 1993; oltre a quanto sopra, il Gen. Innecco avrebbe riferito quanto lamentato al Ministro Fabbri, anche al Capo di Stato Maggiore della Difesa, richiedendogli di provvedere verso la Procura Militare di Padova; la Commissione del CMM, dopo aver preso atto di quanto sopra illustrato, ha chiesto ai giudici Rosin e Pagliarulo se conoscevano casi in cui nella Procura Militare di Padova l'azione penale era stata esercitata in modo persecutorio; a tale domanda, i responsabili degli uffici giudiziari militari di Padova hanno risposto negativamente, ed hanno anzi segnalato il fatto che il dottor Giuseppe Scandurra, Procuratore Generale presso la Corte Militare d'Appello di Roma, organo abilitato ad esercitare l'azione di sorveglianza sulle Procure Militari d'Italia, aveva posto in essere iniziative tendenti ad eliminare o quantomeno ridurre l'organico della Sezione di Polizia Giudiziaria Militare presso la Procura Militare di Padova; gli interroganti non possono non notare che il giudice Scandurra e' stato il Procuratore Militare della Repubblica di Roma che dal febbraio 1992 lascio' marcire nei suoi cassetti l'inchiesta "Gladio", dopo averla ricevuta per competenza dalla Procura Militare di Padova; da quanto risulta il Ministero della difesa avrebbe gia' preparato un disegno legislativo che prevede l'abolizione dell'Ufficio Giudiziario Militare di Padova, e tale iniziativa sarebbe esplicitamente predisposta per reprimere l'attivismo inquirente della Procura Militare padovana, anche se per farla apparire meno pretestuosa, essa verrebbe inserita in una "ristrutturazione" delle sedi giudiziarie militari che prevede anche la scomparsa degli uffici giudiziari di La Spezia; la pretestuosita' di tali provvedimenti sarebbe confermata dal fatto che essi risultano completamente avulsi dal complessivo e razionale progetto di ordinarizzazione di tutta la Giustizia Militare, proposto dalla "Commissione per lo Studio e la Stesura di uno schema di disegno di legge delega per una nuova Legislazione militare di Pace", istituita nel 1992 dal Ministro della difesa; il 14 luglio 1994, dopo aver avuto conoscenza del suicidio del Generale della Guardia di finanza Sergio Cicogna, il Comando Generale della GdF ha emanato un comunicato ufficiale nel quale si afferma sciaguratamente che il Generale si sarebbe ucciso a causa dello stress psicologico causatogli dalle ingiuste accuse della Procura Militare di Padova, che lo aveva inquisito per reati contro il patrimonio e la persona; lo stesso giorno, l'Avvocato Generale della Procura Generale Militare di Verona, dottor Guido Corbo, risulta aver posto in essere un'iniziativa di accertamento per verificare se il suicidio del Generale Cicogna sia stato causato da attivita' persecutoria da parte dei magistrati militari di Padova; nonostante quanto sopra, il dottor Guido Corbo, rispondendo ai resoconti giornalistici, avrebbe negato l'esistenza di tale iniziativa da parte sua; dall'esame dei fatti sopra descritti, emerge in tutta evidenza un insieme concertato di atti predisposto dalle gerarchie militari e dal Ministero della difesa, per punire la rigorosa attivita' di giustizia portata avanti con dedizione, coraggio ed alto senso del dovere, dai magistrati della Procura Militare di Padova; tale azione persecutoria, portata avanti fino al punto di prevedere la soppressione di un Ufficio pur di ridurlo al silenzio, configura un grave attentato all'autonomia della Magistratura, ed alla sovrana ed obbligatoria applicazione delle leggi -: se quanto sopra risulti rispondente al vero; se il Ministro sia stato informato dei fatti descritti in premessa; se non intenda riferire urgentemente al Parlamento per informare su quali atti intende compiere per tutelare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati della Procura Militare della Repubblica di Padova e di tutta Italia, in un momento in cui va certamente sostenuta la piu' efficace vigilanza giudiziaria verso la corruzione nella pubblica amministrazione, ed in particolare in quella militare; se non intenda sospendere e censurare ogni iniziativa volta all'indebolimento della capacita' di esercizio dell'azione penale degli uffici giudiziari militari, come la soppressione della Procura Militare della Repubblica di Padova; se non intenda informare il Parlamento sui suoi intendimenti riguardo al progetto presentato dalla Commissione per lo studio e la stesura di uno schema di disegno di legge delega per una nuova legislazione militare di pace; se non intenda finalmente emanare una disposizione che preveda l'automatica sospensione da ogni incarico di comando per gli ufficiali sottoposti a procedimento penale per reati contro il patrimonio e la persona, a cominciare dal Generale D'Avossa e dal Generale Innecco; se non intenda aprire una urgente inchiesta, per accertare le responsabilita' di un'azione illegale di condizionamento e sabotaggio dell'esercizio dell'azione penale da parte della Procura Militare della Repubblica di Padova. (2-00142)





 
Cronologia
giovedì 21 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera respinge il disegno di legge: Conversione del decreto-legge 14 luglio 1994, n. 440, recante modifiche al codice di procedura penale in tema di semplificazione dei procedimenti, di misure cautelari e di diritto di difesa (AC 939).

mercoledì 27 luglio
  • Politica, cultura e società
    Il 1° Congresso del Partito popolare elegge segretario Rocco Buttiglione, che prevale su Nicola Mancino.

sabato 30 luglio
  • Politica, cultura e società
    L'ISTAT annuncia il primo saldo naturale negativo della popolazione italiana per l'anno 1993.