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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00188 presentata da SAIA ANTONIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19940915

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, per sapere - premesso che: da oltre 2 anni ormai la fabbrica New Tex di Citta' Sant'Angelo (PE) e' completamente ferma e gli 82 lavoratori, dopo essere stati tenuti per un periodo in CIG, sono stati licenziati senza neanche aver percepito quanto era loro dovuto; in precedenza la vicenda di questa fabbrica si era sviluppata attraverso situazioni che sembra opportuno cosi' riassumere: l'azienda in questione entrava in funzione nel 1982, con partecipazione GEPI per assorbire 82 degli operai della ex Monti; nel 1983 l'azienda passava totalmente alla GEPI sotto la cui gestione, dopo le difficolta' di avviamento, iniziava la produzione a pieno ritmo sino a raggiungere un fatturato di 8,5 miliardi nell'88; nel 1989 l'azienda veniva ceduta al gruppo Ciguli e le sue azioni passavano alla Manifattura Nuova Giulia di Giulianova; da questo momento iniziava una politica aziendale dubbia, infatti nel gennaio 1990 venivano licenziate 12 unita' lavorative con la soppressione di un intero reparto ed altre 20 unita' venivano trasferite di prepotenza con la clausola che, in caso di rifiuto sarebbero stati licenziati (come di fatto si e' verificato). A dimostrazione della palese malafede di questo comportamento vi e' il fatto che, il giorno precedente ai licenziamenti e trasferimenti l'azienda avrebbe assunto 30 unita' con contratto di formazione giovanile che venivano assunti come New Tex (per mantenere il numero di occupati, come previsto da contratto) ma poi impiegati presso la Manifattura Nuova Giulia di Giulianova; a seguito di questo atteggiamento aziendale vi e' stato uno sciopero di 71 giorni di tutte le maestranze (dal 20 gennaio 1990 al 3 aprile 1990) che ha avuto come effimero risultato il ritiro dei licenziamenti e dei trasferimenti con la messa in CIG del personale; successivamente l'azienda, non avendo sviluppato alcuna politica seria per la produzione ed il mercato, ha determinato un progressivo deterioramento dell'attivita' che ha portato ad una perdita di commesse che e' sfociata in un ulteriore provvedimento adottato il 10 febbraio 1992, col quale si poneva altro personale in CIG; la situazione si aggravava ulteriormente a seguito dell'alluvione del 10 aprile 1992, che determinava il blocco completo della produzione. A seguito di detto evento l'azienda non assumeva provvedimenti atti a ripristinare subito la funzionalita' degli impianti (come aveva fatto con ottimi risultati in circostanze precedenti, bensi' lasciava solo 7 dipendenti per il ripristino dell'attivita' produttiva, affiancati solo da 5 esterni, (dipendenti della New Service), col risultato che le macchine non sono state mai riparate e l'attivita' non e' ripresa; dopo essere stati a lungo senza stipendio e dopo vicissitudini alterne gli operai sono stati licenziati e l'azienda ha definitivamente chiuso; a seguito di queste vicissitudini nel maggio 1993 la Magistratura di Pescara apriva una inchiesta; da notizie stampa sembra che da questa inchiesta stiano emergendo fatti gravi e, in particolare tutte le cose che sono state qui rappresentate si' che il proprietario e' accusato di truffa; la New Tex, nel momento in cui ha acquistato dalla GEPI lo stabilimento (novembre '89), pur essendosi impegnata a versare una certa cifra alla GEPI (pare di lire 1.200 milioni), si sarebbe venuta subito a trovare nelle condizioni di riscuotere ingenti somme (pare 1.500 milioni) relative a vendite effettuate nei primi mesi dell'anno; la nuova proprieta' dell'azienda ha venduto tutta la merce giacente in magazzino, lasciata dalla GEPI; tutti i soldi riscossi sarebbero stati trasferiti alla Nuova Giulia lasciando la New Tex senza liquidi e quindi senza fornitori e conseguentemente nell'impossibilita' di lavorare; la Direzione aziendale avrebbe avuto un contributo di 1.400 milioni per nuovi investimenti grazie alla legge n. 64 (mutuo BNL) e la Ciguli li avrebbe riscossi facendo altri lavori (forse di entita' molto minore) che, tra l'altro sarebbero stati solo lavori di ristrutturazione effettuati dalla New Service di cui sarebbe comproprietario lo stesso Direttore della New Tex che avrebbe fatturato quindi i lavori stessi; nel corso dell'alluvione dell'aprile '92 la New Tex sarebbe stata coperta da una assicurazione che avrebbe assicurato oltre 2 miliardi oltre ad una franchigia di 10 milioni al giorno per massimo 6 mesi di fermo produzione dello stabilimento e non si sa se questi soldi siano stati liquidati ed in quale misura e come siano stati impiegati; si aggiunge il fatto che allorche' la New Tex fu ceduta al gruppo Ciguli (che notoriamente ha piu' interessi commerciali che industriali, per cui potrebbe essere tentata a fare piuttosto centri commerciali) vi era anche la possibilita' di cedere l'azienda alla Zucchi e non si comprende questa scelta a suo tempo fatta dalla Gepi tramite uno studio di commercialisti che aveva gia' trattato la vertenza Monti (anche questo fatto e' all'attenzione della Magistratura); la GEPI, nel cedere l'azienda, doveva pretendere il rispetto del contratto ed avrebbe dovuto effettuare controlli semestrali sull'attivita' della fabbrica; sembra che in passato vi sia stato un controllo incrociato dei documenti tra New Tex e Nuova Giulia, da parte della Finanza, le cui eventuali risultanze sarebbe utile conoscere; tutti i fatti esposti sono stati rappresentati alla Giunta regionale Abruzzese attraverso interpellanze (rimaste senza risposta) ed ai responsabili GEPI in Abruzzo nel corso di una riunione avutasi presso l'Assessorato regionale all'Industria nei primi mesi del '93, senza che sia stato preso alcun provvedimento -: quale sia la reale situazione esistente nella fabbrica New Tex di Citta' Sant'Angelo (PE), anche in relazione ai suoi rapporti con la fabbrica Nuova Giulia di Giulianova (TE); se e in quale misura siano state rispettate le clausole contrattuali sottoscritte all'atto della cessione da parte della GEPI; se e in quale misura la GEPI ha provveduto a controllare l'attivita' dell'azienda ed il rispetto del contratto; se siano stati concessi finanziamenti pubblici all'azienda e come essi siano stati impiegati; quale politica aziendale sia stata portata avanti in questi anni e come mai l'azienda non ha avuto alcuna effettiva volonta' di riaprire dopo le alluvioni di aprile 1992; se effettivamente vi sia stato un controllo della Finanza sulla contabilita' delle due fabbriche (New Tex e Nuova Giulia) e quali ne siano le eventuali risultanze; se non ritenga di intervenire sulla GEPI per chiedere la sua eventuale costituzione in giudizio al fine di valutare la possibilita' di riprendere la fabbrica New Tex sia per il fatto che non sono state rispettate le clausole contrattuali, sia perche', come sembra, la GEPI, col fallimento dichiarato dalla proprieta' New Tex, sarebbe stata riconosciuta come la maggior creditrice dell'Azienda. Cio' consentirebbe di procedere alla riapertura della fabbrica anche attraverso la possibile creazione di una cooperativa da parte di alcune maestranze della New Tex che sarebbero disponibili a questa soluzione; cio' consentirebbe anche di dare una boccata di ossigeno alla situazione occupazionale della zona che, soprattutto nel settore tessile, ha subito di recente in Abruzzo una grave crisi complessiva. (2-00188)

 
Cronologia
giovedì 15 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera approva la proposta di legge: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA) (AC 576-775)., che sarà approvata dal Senato il 18 maggio 1995 (legge 25 maggio 1995, n. 229).

mercoledì 28 settembre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Governo presenta in Parlamento il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 1995) (AC 1364), che dispone una manovra finanziaria da 48.000 miliardi.