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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03964 presentata da BANDOLI FULVIA (PROG.FEDER.) in data 19941006

Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: nel territorio della ex Jugoslavia sono in atto una serie di conflitti armati che gia' da tempo sono all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale; la situazione generale dell'area e' nel complesso estremamente tesa anche la' dove non si combatte ancora, per la presenza di conflitti da tempo irrisolti (Kossovo, Sangiaccato e Macedonia in particolare); notizie riportate saltuariamente dalla stampa e rapporti di diverse organizzazioni internazionali oltre alla situazione di grave tensione nel Kossovo dovuta ai difficili rapporti tra il Governo serbo e la popolazione in gran maggioranza di etnia albanese ivi residente, fanno riferimento a diverse violazioni dei diritti umani; tale situazione in caso di apertura di un conflitto armato, rischia di diventare un problema internazionale, con gravissimi rischi per la stabilita' europea; e' urgente percio' fare il possibile per arrivare ad una sistemazione dell'intera area balcanica che veda il consenso sia delle popolazioni sia di tutti gli Stati interessati; nel frattempo sforzi possono e debbono essere compiuti per favorire il dialogo tra tutte le parti e, migliorando le condizioni materiali di vita, frenare la deriva verso posizioni sempre piu' nazionaliste e bellicose; il possibile alleviamento delle sanzioni internazionali nei confronti di Serbia e Montenegro potrebbe permettere l'apertura di nuovi spazi per favorire gli scambi e la crescita culturali, di per se' importantissimi in situazioni del genere -: quale sia la posizione del Governo italiano riguardo la questione del Kossovo; se ritiene in particolare che la comunita' internazionale possa giocare un ruolo come terza parte per facilitare il dialogo tra Governo serbo e controparte albanese organizzata, sia nelle trattative volte a favorire una soluzione pacifica della controversia, sia nei contatti volti a trovare accordi per migliorare alcuni aspetti della civile convivenza e ad alleviare le dure condizioni di vita cui sono soggetti la maggior parte degli abitanti della regione (situazione sanitaria, scolastica, alimentare); quali siano i passi finora compiuti dal Governo italiano nelle suddette direzioni; quali siano in particolare i passi compiuti o che si ha intenzione di compiere presso l'UNESCO. Se risulta che sia stata resa pubblica, o comunque ha potuto consultare, la relazione della missione UNESCO del maggio '93 che ha raccolto informazioni sulla situazione educativa e scolastica nel Kossovo; se qualcosa risulti di un incontro tenutosi il 12 dicembre 1993 tra l'allora Ministro Beniamino Andreatta e Ibrahim Rugova, se ne sono seguiti altri e se si sono avuti contatti riguardo la situazione del Kossovo con il Governo serbo; quali siano le informazioni in possesso del Governo italiano circa violazioni dei diritti umani nel Kossovo; quali passi, nel caso, il Governo italiano intenda compiere nei confronti della Serbia perche' sia garantito un pieno rispetto dei diritti umani; se ritenga che, in caso di palesi violazioni dei diritti umani in tale regione, ci si debba adoperare per legare il superamento delle sanzioni economiche nei confronti della Serbia al rispetto delle piu' elementari liberta' civili in tutto il suo territorio; se ritenga opportuno sostenere e caldeggiare la creazione a Prishtina di una Casa della Cultura sotto l'egida dell'UNESCO e eventualmente dell'Unione Europea, luogo dove cittadini di tutte le etnie possano incontrarsi, e dove possano usufruire di sussidi educativi e didattici, di una biblioteca internazionale e di corsi tenuti da docenti europei e locali. (4-03964)

L'Italia ha costantemente seguito e segue con preoccupata attenzione la situazione del Kossovo considerati anche i gravi rischi di un'estensione alla regione del conflitto bosniaco. La posizione dell'Italia al riguardo, che coincide con quella dei partners comunitari, si fonda sulla necessita' della concessione a tale regione di un ampio regime di autonomia a tutela delle sue peculiarita' etniche, linguistiche e culturali, da collocarsi peraltro nel quadro del principio dell'intangibilita' delle attuali frontiere. E' convinzione del Governo italiano che, invece di perseguire disegni separatistici dalle evidenti conseguenze destabilizzanti, occorra rapidamente realizzare un regime di pacifica convivenza tra le diverse comunita' etniche. La comunita' internazionale, nell'ambito della Conferenza di Ginevra, si e' costantemente attivata per contribuire ad una soluzione negoziata della questione, giungendo ad elaborare gia' negli anni scorsi un progetto di statuto di autonomia per la regione che riteniamo possa costituire un utile punto di riferimento per l'avvio dei negoziati fra le due parti. Peraltro, onde favorire la ripresa di tale dialogo, l'Italia, come gli altri Paesi interessati, non ha mancato di sottolineare alle Autorita' serbe l'opportunita' di adottare nel frattempo una serie di misure intermedie, quali la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado e l'introduzione di specifiche misure economiche in favore della comunita' albanese. La posizione dell'Italia e' stata fatta presente alla leadership albanese del Kossovo da ultimo in occasione di una visita a Roma del leader kossovaro Rugova nel maggio 1994, nel corso della quale ha incontrato il Sottosegretario Caputo. Il Governo italiano ha al contempo esercitato una costante azione di pressione sulle Autorita' serbe al fine di indurle ad adottare un atteggiamento costruttivo nei confronti delle istanze avanzate dalla comunita' albanese e non manchera' di ribadire la propria posizione al riguardo nei prossimi incontri bilaterali. In occasione della visita a Roma del Ministro degli Esteri albanese Serreqi il 20 febbraio scorso e' stato espresso un forte invito a proseguire l'azione di moderazione esercitata dal Governo albanese sulla leadership politica della regione, da parte italiana costantemente apprezzata e valorizzata nei fori multilaterali. A tale riguardo va inoltre ricordato come l'obiettivo di evitare uno "spill over" del conflitto bosniaco avesse indotto la CSCS ad inviare nel Kossovo, oltre che nel Sangiaccato ed in Voivodina, delle proprie missioni con funzioni di monitoraggio, che tuttavia il Governo di Belgrado ha successivamente rifiutato di ammettere sul proprio territorio. L'Italia, allorche' ha esercitato lo scorso anno la Presidenza di turno della Conferenza, ha svolto una costante azione di pressione sulle Autorita' di Belgrado affinche' queste riconsiderassero la propria decisione e sosterra' in tale richiesta l'attuale Presidenza ungherese. Le misure sanzionatorie adottate dal Consiglio di sicurezza contro la Federazione serbo-montenegrina sono peraltro legate alla crisi bosniaca, senza un rapporto immediato con altre questioni dell'area ex-jugoslava. Va peraltro sottolineato come il Piano d'Azione dell'Unione Europea, presentato nel novembre del 1993, preveda che il riconoscimento della Federazione serbo-montenegrina ed il suo pieno reintegro nella comunita' internazionale siano legati all'adozione da parte di Belgrado di adeguate misure di garanzia dei diritti umani e delle minoranze. In merito alla situazione educativa e scolastica del Kossovo, il Direttore Generale dell'UNESCO, Major, ha inviato due missioni sul posto (maggio 1993 e gennaio 1994) per indagare sul grave deterioramento delle condizioni in cui versava il settore educativo e quello dei diritti dell'uomo nonche' per proporre alle Autorita' di Belgrado ed ai rappresentanti degli albanesi del Kossovo delle misure atte a favorire la riapertura degli istituti scolastici e universitari. Le missioni erano guidate dal signor Luis Ramallo, Consigliere Speciale del Direttore Generale per i problemi dell'educazione nel Kossovo. Nelle sue missioni il Rappresentante dell'UNESCO si e' incontrato a Pristina e a Belgrado, con Autorita' federali e serbe e con esponenti della "Lega democratica del Kossovo". In tali occasioni e' stato riscontrato che il sistema educativo versava in una drammatica situazione a seguito: della soppressione della preesistente autonomia scolastica; dell'imposizione, da parte delle Autorita' serbe dei propri programmi scolastici - in particolare di storia e letteratura - dell'uso della lingua serbo-croata e dell'alfabeto cirillico; del licenziamento di migliaia di insegnanti e capi di istituto albanesi per stroncarne l'opposizione; della chiusura dell'Universita' albanese di Pristina agli albanesi per riservarla ai serbi; della cessazione delle emissioni in lingua albanese da parte di radio e televisione. Dal gennaio '92 risultava peraltro attivato da parte della comunita' albanese un sistema scolastico parallelo per garantire con professori licenziati e a titolo gratuito l'insegnamento dei programmi preesistenti al 1990, in locali privati, per l'insegnamento secondario e universitario, negli edifici pubblici, ma in orario pomeridiano, per l'insegnamento elementare (peraltro praticamente disertato durante i corsi ufficiali del mattino). In esito a dette missioni e' stata proposta, con il consenso delle Autorita' serbe e dei Rappresentanti della Lega Democratica del Kossovo, l'inclusione dell'UNESCO nel gruppo di lavoro sul Kossovo creato dalla Conferenza di Londra sulla ex-Jugoslavia per facilitare il dialogo fra le parti, nonche' la costituzione a Pristina, di un'"antenna" UNESCO presso l'Ufficio locale dell'UNHCR. Secondo quanto riferito dal competente servizio del Segretariato, si sarebbe ora in presenza di una situazione di stallo, non avendo le Autorita' di Belgrado dato finora seguito all'offerta di creare la predetta "antenna" dell'UNESCO a Pristina. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Scammacca.



 
Cronologia
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