Documenti ed Atti
XII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03991 presentata da ZEN GIOVANNI (PART.POP.ITAL.) in data 19941006
Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni. - Per sapere - premesso che: nei giorni scorsi, a piu' riprese e con diversi toni, si e' parlato di alleanza RAI-Telecom (gruppo Stet); il cuore del piano che il Consiglio di Amministrazione della RAI ha presentato, e bocciato dalla Commissione di Vigilanza, consiste proprio nella scelta di un partner industriale e finanziario, cioe' della Telecom; oltre alla riduzione dell'indebitamento e a quella degli organici, il piano prevedeva (e penso che prevedera' anche nella nuova stesura, vista la perentorieta' su questi punti del direttore generale Billia) il varo di alcune importanti operazioni industriali e finaziarie, operazioni che assegnano un ruolo centrale a Telecom Italia, il gestore unico per le telecomunicazioni nato da pochi mesi all'interno del gruppo Stet; a Telecom la Rai ha in mente di vendere tutti i propri impianti, personale compreso, riducendo cosi' in un solo colpo i propri organici di circa 1100 dipendenti; il piano triennale prevede la vendita a Telecom anche del Centro Ricerche RAI con sede a Torino; non solo, sul piano della ristrutturazione interna e' prevista la chiusura di tutti i centri di produzione lontani dalla sede romana, e l'accorpamento sempre a Roma di tutte le attivita', riorganizzate del centro elettronico (Cea); logica conseguenza e' il ridimensionamento drastico delle sedi regionali, anche per cio' che concerne il personale dipendente: la motivazione addotta e' l'esigenza di tenere sotto controllo sia la struttura dei costi aziendali, spesso fluttuanti, sia le pressioni politiche anche sulla periferia dell'azienda -: se il Ministro considera questa impostazione in linea con la domanda di decentramento del "servizio pubblico"; se la ventilata "autonomia" debba essere confinata in alcune trasmissioni televisive "controllate" e non riguardi, anzitutto, la struttura dell'azienda; se sia a conoscenza che dal 15 settembre il 40 per cento circa del personale e' stato messo in cassa integrazione; che sono stati decapitati i vertici; se ritenga che tale accentramento debba per forza passare attraverso la distruzione delle realta' locali aziendali; se non ritenga che sia in atto uno snaturamento dell'azienda, riducendola di fatto ad una "finanziaria" che si occupera' solo di produzione (attraverso terzi) di programmi e di informazione: il risulato di tutto questo, a parere dell'interrogante, sara' lo smantellamento del Centro di Produzione RF-TV di Milano, vero stabilimento di produzione dell'azienda e non secondario al Centro di Produzione di Roma. Si tenga presente che Napoli (Centro di Produzione) e' di fatto gia' morto e che Torino e' in agonia; se non ritenga che, in merito al piano di risanamento aziendale, duro e perentorio, non sia dell'avviso che detto piano (nella vecchia o nuova formulazione) di fatto non porti che ad una reale distruzione del grande patrimonio dell'azienda RAI; se non sia dell'avviso che il piano non significhi altro che la fine delle sedi regionali (le quali non possono essere considerate nei soli termini dell'informazione locale). L'interrogante fa qui gli esempi, tra gli altri, del Centro di produzione RF-TV di Milano e della sede RAI del Veneto. Per la sede milanese, trattandosi di uno stabilimento di produzione, gia' si notano segnali negativi: per esempio si spendono centinaia di milioni per trasferte da Roma di conduttori, registi, gruppi musicali, financo comparse. Tutto questo finira', restera' forse il solito risibile TGR (molto meno di un'ora al giorno in regionale). Per la sede RAI del Veneto: esiste nel Veneto il terreno adatto per la creazione di una societa' regionale con rilevante partecipazione RAI, per gestione delle comunicazioni radiofoniche e televisive; la S.P.A. dovrebbe essere formata dalla RAI e da soggetti pubblici e privati. Il direttore generale, tre o quattro mesi fa, aveva invitato i direttori di sede della RAI ad adoperarsi per creare nelle loro regioni e, ove opportuno, tra piu' regioni, societa' del tipo anzidetto. Tutto si e' fermato con la nuova gestione della RAI, salvo a Venezia, dove si continua con cauti sondaggi, in vista della chiarificazione generale. Almeno cosi' hanno riportato alcuni organi di stampa nazionali; se non ritenga che questo progetto (la RAI dovrebbe conferire impianti, attrezzature tecniche e personale, gli enti e gli altri soggetti il capitale fresco) sia un'utile sentiero per una piena valorizzazione del servizio pubblico: si tratta di gestire una rete a livello regionale e/o interregionale in toto, teoricamente 24 ore su 24. La conseguenza sarebbe che la "terza rete" sarebbe valorizzata a livello regionale o interregionale; poiche' sulla "comunicazione" si giocano i destini del nostro paese, come tutti abbiamo constatato (la democrazia e' basata sul consenso, ed il consenso si ottiene attraverso una persuasiva comunicazione...), e considerata la sostanza del piano RAI del nuovo CDA, se il Ministro non si sia fatto convinto che la finalita' di quel piano altra non sia che la progressiva distruzione del "servizio pubblico" a tutto vantaggio della concorrenza privata. (4-03991)