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Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04104 presentata da MATACENA AMEDEO GENNARO RANIERO (FORZA ITALIA) in data 19941011

Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso: che gli uffici giudiziari di Reggio Calabria versano, ormai da anni, in una condizione di acuta sofferenza istituzionale; che da piu' parti viene dununciato un uso arrogante ed illegittimo della funzione giurisdizionale; che e' diffuso il sospetto che, in alcuni casi, piu' che alla ricerca della verita' per garantire la giustizia si tende al "killeraggio politico"; che, per esempio, appaiono sintomatici fatti e circostanze concretizzatisi durante le udienze preliminari del processo del Centro Direzionale di Reggio Calabria e che di seguito si descrivono: 1) nel verbale di interrogatorio di Agatino Licandro, ex sindaco di Reggio Calabria, del 22 luglio 1992, dinnanzi al GIP dottor Domenico Ielasi, vi e' un foglio con il numero 965, completamente in bianco, firmato dal cancelliere Polistena; 2) nel verbale di interrogatorio dell'ex sindaco Licandro, del 25 luglio 1992, dinnanzi al GIP dottor Domenico Ielasi e con l'intervento del PM dottor Roberto Pennisi, vi e' altro foglio in bianco, numerato con il n. 332, firmato "A. Licandro"; 3) addirittura altro foglio di verbale, in bianco, firmato dallo stesso ex sindaco Agatino Licandro, e' pervenuto al sottoscritto; 4) nell'udienza del 22 ottobre 1993, dinnanzi al Tribunale di Reggio Calabria l'avvocato Vittorio Virga, del Foro di Roma, interrogando l'ex sindaco Licandro, solleva il problema del foglio di verbale firmato in bianco di cui al punto 2), Licandro riconosce la sua firma ed ammette di aver firmato in bianco. Nonostante cio', il Tribunale ritiene che "non vi e' alcun elemento per ritenere che vi siano consumati illeciti, con abuso di foglio in bianco" ...... e "rigetta l'istanza dell'adozione di provvedimenti e in particolare della trasmissione degli atti al PM per una indagine che risulta priva di oggetto"; 5) alla udienza del 22 dicembre 1992, davanti al GIP dottor Ielasi, l'avvocato Vittorio Virga difensore di due imputati, chiede la parola per illustrare un'istanza in tema di status libertatis; il GIP non concede la parola sostenendo che un altro avvocato aveva ampiamente trattato tutto; a questo punto, l'avvocato Virga chiede ed ottiene che si desse atto a verbale di udienza che non gli si consentiva di intervenire e che gli venisse letto il verbale. Il verbale gli veniva letto. Il giorno successivo chiede copia del verbale, ma in cancelleria gli veniva risposto che non era pronto in quanto in udienza erano stati presi solo appunti e che il vero verbale sarebbe stato compilato nei giorni successivi. Dopo vari solleciti, l'avvocato Virga ottiene il verbale il 27 successivo ed ha la sorpresa di leggere ... "l'avvocato Virga chiede la revoca degli arresti domiciliari per ... "..." a questo punto l'avvocato Virga rinuncia a parlare ..."; di cio', con lettera che si allega, l'avvocato Virga informa il procuratore generale presso la Corte suprema di Cassazione; il Ministro di grazia e giustizia; il Consiglio superiore della magistratura; le Camere penali di Reggio Calabria e di Roma. Ottiene risposta, solamente dalla Camera penale di Roma, che, con lettera del 22 giugno 1994 inviata al Procuratore generale presso la Corte suprema di Cassazione, al Ministro di grazia e giusitizia ed al Consiglio superiore della magistratura, nell'esprimere "la propria preoccupata protesta per l'accaduto, formula all'avvocato Virga solidarieta' e sollecita quindi gli uffici destinatari della comunicazione perche' ciascuno dia concreto seguito all'esposto a suo tempo loro inoltrato dal medesimo l'avvocato Virga"; 6) il comitato di Presidenza del Consiglio superiore della magistratura, con nota del 30 maggio 1994, prot. P 94-10161, a firma del Vice Presidente Galloni, avente ad oggetto "Situazione degli uffici giudiziari di Reggio Calabria", comunica alla prima, terza e quarta Commissione referente che il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta del 19 maggio 1994, ha deliberato di approvare una risoluzione predisposta dal gruppo di lavoro per gli interventi del Consiglio superiore della magistratura relativi alle zone piu' colpite dalla criminalita' organizzata; in tale risoluzione, il gruppo di lavoro evidenzia, tra l'altro, che dalle audizioni effettuate l'8 novembre 1993, il 6 dicembre 1993, il 21 dicembre 1993 e il 10 gennaio 1994 con dirigenti e magistrati emergono "... vicende dalle quali si evidenziano o possibili profili di incompatibilita' ambientale o l'infondatezza e persino la concertazione di accuse infondate, volte a diffamare i colleghi, per finalita' di vendetta personale o di potere correntizio", ... che alcuni magistrati "hanno reagito vivacemente alle accuse denunciando una volonta' persecutoria e calunniosa espressa nei loro confronti in particolare dal dottor Vincenzo Macri', attualmente sostituto procuratore nazionale antimafia applicato alla DDA di Reggio Calabria. Il Presidente Viola ha pure denunciato un attacco di falsi pentiti nei suoi confronti, ordito e preordinato dal medesimo Macri'. Dichiarazioni similari sono state rese dal dottor Montera"; inoltre, si evidenzia che le audizioni "hanno messo in luce la scarsa propensione degli interessati ad abbassare il tono della polemica, che invece si accentua, con riesame "storico" dei dissensi, che talvolta si cerca di "nobilitare" come contrasti di linee associative. Non si sfugge all'impressione invece che la dialettica associativa, essenziale per la vita democratica della Magistratura, sia vista a Reggio Calabria come uno scontro per il potere puro e semplice, con tutte le degenerazioni personali e di gruppo che ne derivano"; nella stessa seduta, il Consiglio superiore della magistratura ha approvato un ordine del giorno in cui dispone "d'informare immediatamente i titolari dell'azione disciplinare e la conseguente trasmissione di tutti gli atti a disposizione della Commissione Riforma"; che a differenza di quanto sostiene il Tribunale nell'ordinanza del 22 ottobre 1993, in ordine al verbale di interrogatorio del 25 luglio 1992, appare lecito e logico pensare che all'ex sindaco Agatino Licandro i fogli dei verbali siano stati fatti firmare tutti in bianco e successivamente "riempiti"; che tale tesi e' avvalorata dal foglio di cui al punto 3 firmato in bianco, sempre da Licandro, e confermata dal foglio di cui al punto 1 firmato in bianco dal cancelliere Polistena; che, in particolare, quanto denunciato dall'avvocato Virga dimostra, ancora una volta, come siano stati sistematicamente manipolati i verbali da parte della Magistratura reggina; che non risulta che i carabinieri presenti agli interrogatori abbiano eccepito alcunche' in ordine alla firma su fogli in bianco di verbale; che pare logico sospettare che gli stessi abbiano avuto precise direttive per far finta di non vedere; che tali direttive siano da ricondurre a livello di vertice (il sostituto Macri' non e' applicato alla DDA di Reggio Calabria); che, sulla scorta di quanto esposto e' da ritenere che la magistratura reggina agisca, in un clima da guerra per bande, per fini politici e non di giustizia; che il "killeraggio" fra i giudici del Tribunale di Reggio e' evidenziato dal verbale del Consiglio superiore della magistratura che denuncia, chiaramente, la spregiudicata volonta' di questi magistrati, particolarmente del sostituto Macri', di annientare tutti gli avversari sia magistrati che politici (soprattutto se non di sinistra); che nello stesso verbale del Consiglio superiore della magistratura si evidenzia la incompatibilita' ambientale che si e' venuta a creare per tutti i magistrati, compreso il Macri' -: se, a garanzia della giustizia ed a tutela dei cittadini e dello Stato di diritto, non si ritenga opportuno: 1) inviare ispettori presso il Tribunale di Reggio Calabria per una verifica in merito ai fatti denunciati e per l'accertamento di eventuali responsabilita' penali e/o civili in modo da avviare i relativi processi a carico di tutti quei magistrati che dovessero aver violato la legge; 2) inviare ispettori presso la DIA reggina per verificare gli strani silenzi dei carabinieri che hanno assistito agli interrogatori, per capire se hanno avuto delle coperture e per, eventualmente, avviare gli atti formali conseguenziali; 3) promuovere provvedimenti disclipinari davanti al Consiglio superiore della magistratura al fine, auspicato dagli interroganti, di procedere all'immediata sospensione dalle funzioni di tutti i Magistrati implicati e, comunque, al loro trasferimento in altra sede anche in attesa di eventuali procedimenti penali nei loro confronti per i fatti sopra denunciati e per altri che si dovessero verificare con l'ispezione; 4) promuovere un procedimento disciplinare davanti al Consiglio superiore della magistratura al fine, auspicato dagli interroganti, di procedere alla sospensione immediata del sostituto Macri' dall'applicazione diretta dei processi fino alla verifica di fatti e situazioni suesposti e, comunque, al trasferimento immediato dello stesso ad altra sede per incompatibilita' ambientale come evidenziato dal Consiglio superiore della magistratura nella seduta del 19 maggio 1994. (4-04104)

In relazione all'interrogazione in oggetto, si comunica che per i fatti in essa esposti sono stati svolti approfonditi accertamenti ispettivi, disposti dal Ministro di Grazia e Giustizia, al fine di verificare la veridicida' delle accuse mosse ed individuare, qualora sussistenti, comportamenti posti in essere da appartenenti alla magistratura reggina di possibile rilevanza disciplinare. Da parte sua, il comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, nella seduta del 19/5/94, deliberava di approvare una risoluzione predisposta dal "gruppo di lavoro" per gli interventi del C.S.M. relativi alle zone piu' colpite dalla criminalita' organizzata, nella quale si evidenziava, fra l'altro, che dalle audizioni di diversi appartenenti all'ordine giudiziario, nonche' dalla documentazione acquisita, era emerso un clima di aspra polemica e dura contrapposizione fra magistrati, un fiorire preoccupante di sospetti, accuse, insinuazioni e contraccuse, tali da rendere l'atmosfera poco adatta al sereno svolgimento dell'attivita' giudiziaria in una sede caratterizzata da una delle piu' alte incidenze della criminalita' organizzata. Le audizioni avevano, peraltro, messo in luce la scarsa propensione degli interessati ad abbassare il tono della polemica, che invece si accentuava con il riesame "storico" dei dissensi, che a volte si cercava di "nobilitare" come contrasti di linee associative. Le indagini ispettive di cui si e' detto in premessa hanno, determinato il Guardasigilli ad esercitare, con nota del 26 ottobre 1994 diretta al Procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione, l'azione disciplinare nei confronti del dottor Vincenzo Macri', sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia. Al predetto magistrato sono stati addebitati i seguenti comportamenti: 1 - essere stato costantemente "presente", o comunque essere risultato sempre "coinvolto", in una serie di attacchi di stampa o di iniziative diffamatorie messe in atto in danno del dottor Giuseppe Viola, gia' Presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria, ed in particolare: sollecitato, verosimilmente, la pubblicazione sulla stampa locale della notizia relativa alla denuncia sporta a carico del dottor Viola, dalla stesso Macri', nel corso delle indagini relative alla costruzione del Palazzo dello Sport in localita' Pentimele di Reggio Calabria; svolto, nel corso della presentazione del libro "La citta' dolente: le confessioni di un indagato corrotto", avvenuta a Roma il 15 giugno 1993, un intervento contenente disinvolte e diffamatorie valutazioni riferendosi, implicitamente, alla persona del dottor Viola, e sviluppate con l'abile tecnica "de relato"; rilasciato al giornalista Iacopino, del quotidiano "Il Giorno", una grave e sconcertante intervista, pubblicata il 5 ottobre 1993 nel contesto di un servizio dal titolo "Anche la Calabria ha toghe corrotte alla Curto'", nella quale - tra l'altro - lasciava intendere che il dottor Viola, sulla base delle accuse formulate dal collaboratore di giustizia Barreca, era oggetto di una delle indagini penali finalizzate alla scoperta di magistrati corrotti. Affermazione, questa, risultata veritiera; partecipato, nei ripetuti "incontri" con i giornalisti Flora Volpin e Iuri Pevere - per come emerso dalle registrazioni di varie conversazioni telefoniche - alla preparazione di un articolo, apparso sul settimanale "Liberazione" del 6 giugno 1992 a firma dei predetti giornalisti, diffamatorio nei confronti di diversi magistrati di Reggio Calabria; 2 - avere fatto un uso scorretto della funzione giudiziaria, ed in particolare: utilizzato - nella qualita' di sostituto delegato dal Procuratore Nazionale Antimafia relativamente alle indagini sull'omicidio Ligato - il colloquio con l'imputato Francesco Quattrone per rivolgere, indebitamente, domande estranee a detto processo e riguardanti invece il dottor Viola, in dispregio del disposto dell'articolo 211 del codice di procedura penale; gestito l'inchiesta giudiziaria sul Palazzo dello Sport in localita' Pentimele di Reggio Calabria con l'intento - attese le gravi anomalie procedurali che la caratterizzano - di coinvolgere in tutti i modi il dottor Viola in fatti o comportamenti illeciti attribuiti a tecnici ed amministratori comunali; suggerito, incoraggiato, o comunque non dissuaso, per come emerge dalle registrazioni telefoniche, le iniziative del notaio Pietro Marrapodi, autore di tutta una serie di esposti, denunce, esternazioni ed interventi in pubblici dibattiti, contro diversi magistrati reggini; ritardato - in violazione dell'articolo 11 del codice di procedura penale - la trasmissione, alla competente Procura della Repubblica di Messina, degli atti relativi alla dichiarazione di un collaboratore di giustizia contenenti gravi accuse - risultate peraltro del tutto infondate - nei confronti del dottor Franco Pontorieri, Presidente del Tribunale di Reggio Calabria, con l'intento di poter fornire in giudizio - essendo pendente a suo carico un procedimento per diffamazione - prove che potessero in qualche modo giustificare le pesanti accuse ai vertici della magistratura reggina, disinvoltamente formulate in occasione della presentazione del libro "La citta' dolente", ed evitare cosi' una possibile condanna per il predetto reato. Va altresi' precisato che, con ulteriore nota in data 26 ottobre 1994, il Ministero di Grazia e Giustizia ha richiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento del dottor Macri' dall'attuale ufficio ad altro non requirente, ricorrendo le condizioni di cui all'articolo 2 del R.D. Lv. 31.05.1946 n. 511. Per quanto attiene alle osservazioni degli Onorevoli interroganti circa la sottoscrizione "in bianco" di alcuni verbali istruttori, gli accertamenti sinora espletati hanno indotto l'Ispettorato Generale di questo Ministero a ritenere che i moduli prestampati del G.I.P. sono stati firmati "in bianco" dall'indagato Agostino Licandro e dall'assistente giudiziario Polistena per mero errore dell'Ufficio procedente, senza che sussistano prove che di tali fogli sia stato fatto un uso anomalo. Si e' potuto inoltre accertare che l'episodio relativo alla asserita mancata verbalizzazione dell'intervento dell'Avvocato Vittorio Virga nel corso dell'udienza preliminare tenutasi dinanzi al dottor Domenico Ielasi, sarebbe comunque da ascrivere al clima di notevole tensione e confusione che ha caratterizzato l'udienza stessa, anche in relazione all'operata verbalizzazione sommaria da parte dell'assistente designato. Va infine precisato che nessun potere ispettivo compete all'interrogato Ministero di Grazia e Giustizia nei confronti della Direzione Investigativa Antimafia. Il Ministro di grazia e giustizia: Mancuso.



 
Cronologia
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    Il segretario del MSI Gianfranco Fini propone lo scioglimento del partito in Alleanza Nazionale.

venerdì 14 ottobre
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