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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04439 presentata da PACE GIOVANNI (ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO) in data 19941021

Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per conoscere - premesso che: il decreto ministeriale del 5 agosto 1994 (Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20 agosto 1994) del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, adottato di concerto con il Ministro del tesoro e con il Ministro del bilancio e della programmazione economica, ha escluso la regione Abruzzo dagli sgravi contributivi concessi invece con criteri di gradualita' discendente per le altre regioni del Mezzogiorno comprese nell'obiettivo 1; il dibattito in corso in questo periodo a livello comunitario sulla possibilita' di ridurre l'intensita' del regime di aiuti in alcune regioni dell'area dell'obiettivo 1, riguarda anche la regione Abruzzo; la gravita' della portata del richiamato decreto ministeriale 5 agosto 1994, rischia di compromettere la posizione della regione Abruzzo, anche ai fini della misura degli incentivi previsti dalle delibere CIPI ed attualmente applicati e, come estrema conseguenza, anche per la sua esclusione dalle aree depresse dell'obiettivo 1, in una fase di grande difficolta' economica, di crisi di attivita' produttive tradizionali e di emergenza occupazionale molto grave soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese; l'Abruzzo ha una economia fortemente caratterizzata da presenza di aziende che hanno nella manodopera il solo - o il prevalente - fattore di produzione utilizzato: cio' si verifica in particolare nel comparto dell'abbigliamento, nel quale le aziende trasformano per conto terzi i beni da costoro consegnati; una improvvisa impennata dei costi dell'unico fattore di produzione, a fronte di ricavi gia' assegnati da contratti stipulati da tempo, pone in crisi aziende del tipo suddescritto, ma anche le altre, tenuto conto che l'incremento del costo relativo a oneri riflessi per personale dipendente e' di circa 7 milioni annui pro capite; la non scongiurabile chiusura degli stabilimenti, porrebbe - al di la' del gravissimo fatto sociale della disoccupazione - problemi di costo allo Stato, che sarebbe costretto ad intervenire con gli automatismi della solidarieta' (disoccupazione speciale, cassa integrazione guadagni e quant'altro) ben piu' costosi per il contribuente di quanto sarebbe rappresentato dallo sgravio contributivo; il tasso dei disoccupati in Abruzzo tocca percentuali altissime, al di sopra della media nazionale: nella sola citta' di Chieti, martoriata da tangentopoli, si contano undicimila disoccupati su una popolazione di cinquantamila unita' -: se non ritenga: di adottare provvedimenti di revoca della eliminazione degli sgravi contributivi per le aziende nella regione Abruzzo, assegnando a detta eliminazione gradualita' riconosciuta ad altre regioni; di rinegoziare in sede comunitaria il contenuto del decreto ministeriale del 5 agosto 1994, con l'obiettivo di consentire il beneficio degli sgravi contributivi all'Abruzzo; di improntare i propri rapporti con le istanze di Governo comunitarie ad una logica di trattativa che consenta il mantenimento e, ove possibile, l'ampliamento delle risorse per lo sviluppo economico delle aree economicamente e socialmente meno avanzate rispetto alla media nazionale; utilizzare tutte le risorse disponibili, nazionali e comunitarie per il rilancio delle aree depresse, in coerenza con gli obiettivi dichiarati dal Governo e confermati nel documento di programmazione economico-finanziaria 1995-1997 approvato dalle Camere con le risoluzioni del 3 agosto (Camera) e 4 agosto (Senato) e con il piano 1994-1999 di sviluppo delle aree depresse italiane, gia' approvato del CIPE e dalla Commissione CEE. (4-04439)

 
Cronologia
martedì 18 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    Il ministro di Grazia e giustizia, Alfredo Biondi, avvia un'inchiesta ministeriale sui giudici del pool milanese.

sabato 22 ottobre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    L'Italia è condannata a pagare all'Unione europea una multa di 3621 miliardi di lire per non avere rispettato le quote di produzione del latte assegnate per il periodo 1989-1993.