Portale storico della Camera dei deputati

Ai Ministri degli affari esteri, dell'interno, per la funzione pubblica, e per gli affari sociali. - Per sapere - premesso che: lo scorso 23 ottobre, parlando ad El Alamein, il Ministro della difesa e coordinatore di Forza Italia Cesare Previti descriveva, ampiamente ripreso dalla stampa, l'Italia come "Paese preso d'assalto" ed i processi immigratori in Italia come "pericolo dell'immigrazione indiscriminata" dalle "conseguenze devastanti sul nostro sistema sociale e piu' in generale sul sistema di sicurezza interna", ed indicava come priorita' del Governo un adeguamento della legge n. 39 del 1990 (legge Martelli) esclusivamente in termini di filtri e controlli; questa impostazione dei problemi posti dalle migrazioni in termini di ordine pubblico ed allarme sociale risulta fortemente contraddittoria con quanto espresso in piu' occasioni da tutti i Ministri in indirizzo; la scelta del luogo dal quale emettere tali dichiarazioni, assicura larga diffusione a queste posizioni del Nordafrica e nell'area arabofona, ossia nella parte del mondo nella quale solo un rapporto di reciproca fiducia e cooperazione puo' impedire che i fondamentalismi siano una risposta all'Europa vista come fortezza: in questo senso le dichiarazioni del ministro Previti compromettono, ad avviso degli interroganti, non solo le politiche dell'immigrazione, ma anche la politica estera italiana; la Commissione affari sociali della Camera ha approvato e trasmesso all'aula la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui problemi dell'immigrazione, incaricata di fornire entro quattro mesi al Parlamento gli elementi indispensabili per intervenire nella complessa e delicata materia; in diverse audizioni ed interventi infatti i ministri in indirizzo - nonche' lo stesso Presidente del Consiglio - hanno indicato nel Parlamento la sede nella quale elaborare una proposta di riforma organica della legislazione sull'immigrazione: in questo senso gli interroganti ritengono che le dichiarazioni del ministro Previti, nel suo duplice ruolo governativo e politico, rischiano di alterare gravemente i rapporti fra Governo e Parlamento e la stessa dialettica parlamentare; queste dichiarazioni vanno ad aggiungersi a quelle rilasciate lo scorso 23 settembre a Trieste dal sottosegretario alla difesa Lo Porto, circa i compiti di fronteggiamento delle "crescenti ondate d'immigrazione clandestina" affidati, nel quadro dell'"operazione Testuggine", alle Forze armate dislocate ai confini nordorientali, confini ai quali si affacciano - e dai quali sempre piu' spesso vengono respinti - i profughi dalla guerra civile nell'ex Jugoslavia; i poteri di controllo, da parte del Ministero della difesa, delle Forze armate di terra e di mare e dell'Arma dei Carabinieri, ossia di strutture cui sono affidati compiti operativi nel controllo del territorio - inclusa la popolazione immigrata - e delle frontiere, rendono ancora piu' delicata la funzione del ministro, ed ancora piu' grave e pericolosa un'immagine dell'immigrazione come invasione e minaccia ed un appello ad operare esclusivamente nel senso del controllo, della repressione e della moltiplicazione dei mezzi militari -: se non ritengano indispensabile un chiarimento da parte del Governo non solo sulle linee di politica dell'immigrazione nel presente e nel futuro, ma sulle funzioni svolte dai diversi ministeri ed amministrazioni statali nella loro elaborazione e gestione; se non debba porsi un freno, per il futuro, alla moltiplicazione di messaggi di tipo larvatamente od apertamente xenofobo, da parte di esponenti del Governo, attesa la delicatezza della materia e la forte valenza simbolica, rispetto all'opinione pubblica, di ogni dichiarazione in materia; se non ritengano infine necessario riferire, nelle sedi parlamentari competenti, circa gli orientamenti impartiti in materia di immigrazione alle Forze dell'ordine ed agli apparati preposti alla difesa e controllo del territorio. (4-04646)