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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00009 presentata da MICHELINI ALBERTO (FED.LIB.DEM) in data 19950208

La Camera, premesso che: ogni persona, indipendentemene dall'eta', dal sesso, dalla religione e dall'appartenenza nazionale, possiede una dignita' e un valore incondizionati e inaliebabili; i diritti dell'uomo - riconosciuti e tutelati dalle Carte internazionali e dalla Costituzione della Repubblica italiana (articolo 3) - sono innati e prescindono da qualsiasi ordine costituzionale; la famiglia, comunita' di persone e prima cellula della societa', e' il luogo privilegiato dalla nascita e della educazione dei figli e come tale e un'istituzione fondamentale per la vita di ogni societa'; la Dichiarazione universale dei diritti umani (n. 16.3) si riferisce alla famiglia come al "nucleo naturale e fondamentale della societa'" che deve ricevere dalla "societa' e dallo Stato" quella protezione a cui essa "ha diritto"; la risoluzione votata dal Parlamento europeo il 9 giugno 1983 prevede politiche di sostegno alla famiglia; la Costituzione della Repubblica italiana "riconosce", prende dunque atto, della sua autonomia e originarieta' - "la famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio" (articolo 29), e "ne agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose" (articolo 31); lo Stato, in base ai princi'pi indicati nella propria Carta fondamentale (articoli 2, 3, 29, 30, 31, 36, 37, 38, 47 e 53), ha la facolta' e il dovere di sostenere, favorire, difendere la famiglia in quanto tale, specie quelle piu' bisognose e numerose, e ciascuno dei suoi membri, attraverso adeguate scelte di politica sociale; lo Stato, per il principio della sussidiarieta', interviene soltanto la dove essa non basta realmente a se stessa e lasciandola operare autonomamente la dove essa e' autosufficiente; gli statuti comunali, in base alla legge n. 142 sulle autonomie locali, riconoscono la famiglia come soggetto istituzionale, capace a un tempo di essere centro di interessi autonomi e protagonista di vicende socialmente rilevanti; in Italia, a differenza, di altri paesi della Unione europea, la legislazione vigente non attribuisce ai problemi sociali una adeguata dimensione familiare con la conseguenza di interventi amministrativi di natura esclusivamente assistenzialistica, che tendono a considerare la famiglia soggetto passivo di welfare, limitandosi a proteggerne - quando e' applicata - i singoli individui o le categorie piu' deboli (anziani, minori, donne, persone con handicap, immigrati) e non considerando le molteplici e insostituibili funzioni sociali che la famiglia in quanto tale ricopre specialmente dal punto di vista educativo, economico, di sostegno dei membri deboli, di ricambio ed equita' tra le generazioni; nell'attuale situazione di grave crisi sociale ed economica diventa sempre piu' urgente e imprescindibile che la famiglia ha e deve avere nella nostra societa' e creare le condizioni indispensabili all'adempimento di tutte le sue funzioni; la popolazione italiana registra il piu' basso tasso di fecondita' nel mondo mentre si accresce quello di invecchiamento, dal che derivano enormi squilibri demografici nella struttura della popolazione. In particolare si rileva che le famiglie composte da una sola persona anziana sono ormai piu' di 1 su 5 di tutte le famiglie italiane e si ha una forte diminuzione della popolazione in eta' lavorativa, fonte di preoccupazione per il sistema di sicurezza sociale; la bassissima fecondita' e la forte velocita' di invecchiamento impongono una consistente immigrazione valutata, a queste condizioni, in un flusso di 300 mila persone all'anno con l'esigenza di una accoglienza adeguata che non e' stata realizzata neanche con l'attuale flusso di 50 mila persone l'anno (presenti per ora piu' come individui che come famiglie); le autorita' centrali e locali non hanno ancora saputo adeguare le normative, le strutture e l'organizzazione del lavoro e dei servizi alla nuova condizione femminile che ha registrato un cambiamento cosi' radicale e rapido (dal 1972 al 1992 i posti di lavoro sono cresciuti di 0,3 milioni per gli uomini e di 2,5 milioni per le donne) da far ricadere sulla donna tutto il peso del mancato adeguamento delle leggi e delle strutture; la formazione di nuove coppie da diversi anni e' in Italia ancora piu' in difficolta' che nel resto d'Europa sia per ostacoli oggettivi (soprattutto quelle di trovare lavoro e casa) sia per la mancanza di politiche di sostegno alle coppie giovani che intendono formare una famiglia; ai genitori, che la Costituzione riconosce come i primi e principali educatori, deve essere data la effettiva possibilita' di scelta del tipo di scuola per i loro figli attraverso misure legislative ed economiche; la famiglia deve essere riconosciuta come soggetto primario sul piano fiscale. Non e' fiscalmente equo tassare in modo praticamente eguale chi ha carichi familiari e chi non li ha, la famiglia di due lavoratori senza figli e quella di due lavoratori con figli, o addirittura penalizzare le famiglie monoreddito rispetto a quelle che godono di piu' redditi. E' una logica che va cambiata, come va cambiato il perverso meccanismo della redistribuzione di cio' che viene prelevato per gli assegni familiari (attualmente solo un terzo); la capacita' contributiva deve essere valutata considerando il nucleo familiare; tenuto presente che anche la convenzione dei Diritti del fanciullo, firmata a New York il 20 novembre 1989, e ratificata con legge 26 maggio 1971, n. 176, ribadisce il dovere degli Stati di impegnarsi per "assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere"; rilevate, altresi', le esigenze di dedicare con urgenza un'apposita sessione alla discussione delle proposte di legge sulla famiglia; impegna il Governo: ad attuare nella loro pienezza gli articoli della Costituzione che riguardano la famiglia, a colmare il grave ritardo dell'Italia nelle politiche familiari rispetto agli altri paesi della Unione europea, e in concreto a prevedere da subito compatibilmente con le esigenze di rigore della legge finanziaria per il 1995 - le seguenti misure: la riforma del sistema degli assegni familiari con l'emanazione di uno o piu' decreti legislativi concernenti l'utilizzo della Cassa unica assegni familiari per prestazioni a favore delle famiglie secondo princi'pi e criteri che favoriscano quelle piu' bisognose e piu' numerose, a partire dall'aumento dei tetti di reddito per il godimento dell'assegno per il nucleo familiare; norme a tutela del lavoro di cura familiare, per l'iscrizione alla assicurazione obbligatoria per l'invalidita' e la vecchiaia delle persone che si occupano delle cure domestiche della propria famiglia; per tutelare le persone casalinghe in caso di infortunio con la stipula da parte della regione di una convenzione con un istituto di assicurazione; per l'erogazione da parte delle regioni di integrazioni di reddito a favore delle famiglie che volontariamente si prendano cura di membri malati o anziani la cui situazione richiederebbe altrimenti il ricovero, o di membri socialmente deboli o a rischio di emarginazione o di disadattamento sociale; provvedimenti per una piu' ampia tutela fiscale della famiglia con l'introduzione del cosiddetto quoziente familiare (o di un metodo equivalente che nel tassare il reddito familiare tenga conto del numero dei componenti) realizzabile senza pregiudizio per le entrate fiscali, modificando le aliquote e gli scaglioni di tassazione in modo tale da rendere costante il gettito tributario complessivo; stabilire criteri per la individuazione, anche attraverso scale di equivalenza, di fasce di reddito familiare che, tenendo conto delle diverse caratteristiche socio-demografico-economiche delle famiglie secondo parametri tecnicamente corretti e scientificamente fondati, possano essere utilizzate tutte le volte in cui il reddito familiare e' la discriminante per ottenere o meno determinate prestazioni o benefi'ci; l'attribuzione alle regioni e agli enti locali delle risorse necessarie per una maggiore efficienza dei servizi sociali sul territorio (asili-nido, consultori, assistenza domiciliare agli anziani); una politica per la casa, specie nei grandi centri urbani, che agevoli la formazione delle famiglie ed eviti la emarginazione degli anziani con facilitazioni per l'accesso ai mutui di un fondo speciale per l'acquisto o il recupero di case di nuova istituzione anche con anziani a carico, nonche' sgravi fiscali e agevolazioni economiche per l'affitto; riconoscere alle casalinghe lo stesso trattamento per la maternita' che hanno le lavoratrici con il pagamento di una indennita' due mesi prima e tre mesi dopo la nascita del figlio; ampliare la disciplina dei congedi parentali e del part-time; tutelare la famiglia rispetto ai mezzi di informazione; attivarsi anche sul piano internazionale perche' i diritti dei minori siano riconosciuti ai bambini di ogni continente e di ogni Stato del mondo, con particolare riferimento alle zone nelle quali l'infanzia e' drammaticamente coinvolta da fenomeni bellici ed ai paesi nei quali piu' basso e' il tenore di vita degli abitanti; presentare un disegno di legge a tutela dei diritti dell'embrione, alla vita ed alla famiglia; istituire, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (Ministero per la famiglia - Dipartimento per gli affari sociali) di un osservatorio permanente sulla famiglia, costituito anche da esponenti dell'associazionismo familiare, con il compito di seguire lo stato delle famiglie italiana, di valutare l'impatto sulle famiglie delle scelte di politica fiscale, economica e sociale, nonche' di monitorare la concreta attuazione dei provvedimenti in materia di politiche familiari, redigendo un rapporto annuale per il Parlamento; incrementare gli interventi di sostegno alle famiglie con portatori di handicap fisici e/o psichici, prevendendo maggiori spazi per l'assistenza domiciliare; snellire le procedure sulle adozioni speciali, in modo che si ispirino piu' coerentemente al principio del diritto del bambino ad essere inserito, al piu' presto possibile, in una unita' familiare; incoraggiare l'istituto dell'affidamento familiare dei minori a favore delle famiglie in difficolta'; valorizzare le comunita' di tipo familiare, come le case famiglia, e le strutture a favore dell'infanzia; curare maggiormente le iniziative finalizzate ad una diffusione della coscienza dei valori della paternita' e maternita' responsabili, riqualificando le funzioni dei consultori familiari, affinche' possano adeguatamente svolgere un'opera di promozione dei valori della vita umana; porre allo studio il riordino dei servizi sociali che, tenendo conto della qualita', armonizzino ed ottimizzino le strutture pubbliche e private gia' esistenti. (6-00009)

 
Cronologia
giovedì 2 febbraio
  • Politica, cultura e società
    Romano Prodi, economista ed ex presidente dell'IRI, annuncia la propria candidatura alle prossime elezioni politiche come Presidente del Consiglio alla guida di uno schieramento di centrosinistra, chiamato Ulivo.

venerdì 10 febbraio
  • Politica, cultura e società
    Le elezioni amministrative, che interessano oltre 10 milioni di elettori, registrano il successo della Lega Nord e un calo di DC e PSI.