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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00111 presentata da ONNIS FRANCESCO (ALLEANZA NAZIONALE) in data 19950427

La Camera, premesso che: il prossimo primo maggio dovrebbe entrare in vigore la riforma del codice di procedura civile; i Presidenti di Corte d'appello, interpellati pochi giorni or sono dal Ministro di grazia e giustizia in ordine alle prospettive ed al probabile esito della riforma, hanno concordemente denunciato le gravissime carenze strutturali ed organizzative, certamente insanabili a breve termine, che non consentono di avviare l'applicazione del nuovo rito civile; il Consiglio nazionale forense, i Consigli dell'Ordine costituiti presso le sedi dei Tribunali e l'Organismo unitario dell'Avvocatura hanno invocato in molte occasioni il differimento della data attualmente prevista per l'entrata in vigore della riforma, perche' possano esserne verificate le potenzialita', eventualmente intervenendo per apportare le necessarie modifiche; le verifiche da ultimo disposte dal Ministero di grazia e giustizia, presso le sedi di Roma, Milano, Bari, Salerno, Como e Latina, hanno oggettivamente confermato l'opportunita' di modificare gli aspetti qualificanti delle nuove norme sul processo civile; in particolare, e' essenziale distribuire in modo piu' razionale le competenze dei Tribunali e dei Pretori, per evitare che solo questi ultimi beneficino dell'attesa riduzione del carico di lavoro, principale obiettivo della riforma; le modifiche auspicate e da tutti ritenute necessarie per evitare il fallimento della riforma e la conseguente irreversibile crisi della giustizia civile non possono certo essere elaborate ed introdotte rispettando la scadenza del primo maggio prossimo venturo; sarebbe comunque assolutamente inopportuno rimandare gli interventi e consentire che nel frattempo la riforma entri in vigore, rischiando di adottare correzioni frettolose ed improvvisate, frutto di reazioni emotive, e tali da creare insuperabili difficolta' operative; il Ministro di grazia e giustizia, nel corso di una recente audizione dinanzi alla Commissione giustizia della Camera dei deputati, si era riservato di decidere sui tempi e sulle modalita' dell'entrata in vigore della riforma, preferendo evitare di far conoscere il proprio orientamento; a distanza di pochi giorni, lo stesso Ministro, intervenendo in una sede non istituzionale, appariva sensibile ai motivi che rendono giuridicamente inevitabile il differimento che si auspica, ma si dichiarava contrario ad un pur breve rinvio per non chiari motivi di opportunita' politica; sollecitato a fornire maggiori chiarimenti presso la piu' appropriata sede parlamentare, il Ministro di grazia e giustizia ha invece trascurato tali inviti ed anzi si e' reso promotore della emanazione del decreto legge che, dettando la disciplina transitoria della legge 26 novembre 1990, n. 353, evidenzia la volonta' di rispettare la data del primo maggio per la prima applicazione delle nuove norme sul rito civile; i correttivi apportati con il decreto legge ora citato soddisfano solo in apparenza le richieste formulate dai piu' autorevoli esperti del settore. Infatti, sottraendo magistrati e personale dagli uffici giudiziari per la definizione delle cause pendenti secondo il vecchio rito, si pregiudicano ulteriormente le opportunita' di un corretto e proficuo avvio del nuovo processo, che non potrebbe in pratica operare per l'assenza delle indispensabili risorse. A nulla vale, poi, prevedere un piu' ampio ricorso ai vicepretori onorari per definire la fase transitoria, in quanto le carenze riguardano prevalentemente i giudici istruttori, piuttosto che i componenti dei collegi; gli avvocati, viste cosi' evidentemente disattese le loro richieste, ispirate comunque dalla esigenza di salvaguardare il buon esito della riforma, hanno deliberato uno sciopero su tutto il territorio nazionale, fino al 6 maggio prossimo venturo; ulteriori iniziative sono annunciate per i prossimi giorni, in quanto si considera inaccettabile che le sorti della giustizia civile siano decise da considerazioni di natura politica o dalla volonta' di un singolo partito, che dimostra di non curarsi delle ragioni tecniche che impongono il rinvio dell'entrata in vigore delle nuove norme -: impegna il Governo ad adottare con urgenza le iniziative necessarie per differire di almeno dodici mesi l'entrata in vigore della riforma del codice di procedura civile. (1-00111)

 
Cronologia
mercoledì 26 aprile
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Si apre all'Aia, dinanzi al Tribunale internazionale dell'ONU, il primo processo per i crimini di guerra nella ex Iugoslavia.

lunedì 8 maggio
  • Politica, cultura e società
    Il Governo e le confederazioni sindacali raggiungono un accordo sulla riforma del sistema pensionistico, che fa riferimento al criterio contributivo e disincentiva le pensioni di anzianità. La Confindustria non firma l'accordo, che sarà approvato da una consultazione tra i lavoratori con circa il 65% dei voti.