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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00190 presentata da SANZA ANGELO MARIA (CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO) in data 19951018

La Camera, premesso che: nonostante la sua storia economica piu' recente abbia registrato qualche significativo elemento di discontinuita', la Basilicata resta una delle regioni piu' povere e depresse, non solo dell'intero Paese, ma addirittura del Mezzogiorno; il dualismo economico e sociale che continua a caratterizzare l'intero Paese sta inesorabilmente escludendo l'intero sistema produttivo del Mezzogiorno, ed in particolar modo la realta' produttiva della Basilicata; nel contesto nazionale il Mezzogiorno rappresenta una vera e propria linea Maginot, dove la Basilicata fa da vera e propria cenerentola, in relazione anche al reddito pro-capite che e' inferiore al 75 per cento della media CEE; lo testimoniano con drammatica evidenza: i tassi di disoccupazione (altissimo quello regionale, oltre il 20 per cento, ed al limite della sopportabilita' quella di alcune "aree interne" oltre il 40 per cento); la stessa integrita' regionale viene progressivamente depauperata dai diversi centri decisionali di Enti, imprese ed istituzioni importanti; inoltre vi e' stato in questi anni un evidente deterioramento della qualita' delle infrastrutture di trasporto (viarie e ferroviarie); dei problemi della Basilicata la Camera dei Deputati se ne occupo' specificamente anche nella seduta del 16 ottobre 1989, approvando una mozione carica di impegni rimasti larghissimamente disattesi; considerato che: la debolezza del suo sistema produttivo, la fragilita' degli elementi strutturali e la mancanza di una credibile politica industriale non permettono alla Basilicata di beneficiare della pur contraddittoria ripresa che investe l'economia nazionale; occorre uno sviluppo sostenibile con le risorse ambientali e naturali della regione e che abbia quale emergenza il recupero del deficit infrastrutturale che da sempre limita la possibilita' di decollo dell'apparato produttivo della regione, a partire dalle realta' piu' svantaggiate (Lagonegrese, Senisese e Montagna Materana); gli obiettivi devono essere sostenuti da risorse certe a partire dai fondi strutturali e l'utilizzo dei fondi ordinari Nazionali e regionali; valutato che: l'abrogazione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno non ha cambiato minimamente il carattere centralistico dell'intervento pubblico; il rilancio dello sviluppo deve avere certezze di obiettivi (infrastrutturali i servizi efficienti alle aziende e alle persone come priorita') per porre le premesse per un ammodernamento della regione Basilicata; e' essenziale il cambiamento delle procedure per l'utilizzo delle risorse con la sburocratizzazione dei passaggi ministeriali e una certezza di tempi e modalita' di progettazione e realizzazione delle opere programmate (legge 488 e 341); occorre una nuova e netta tendenza di inversione sulle strategie di sviluppo da parte della regione Basilicata nella sua veste istituzionale di ente di programmazione; l'occasione offerta dal quadro finanziario degli interventi previsti nel quinquennio 1994/1999 che prevede risorse per 10.166 miliardi, rappresenta un banco di prova per l'efficienza e la produttivita' dell'uso dei finanziamenti su progetti che devono avere il solo parametro di valutazione nelle ricadute occupazionali; i deficit e i ritardi di sviluppo, oltre a prolungare ed appesantire le tensioni e le sofferenze sociali, costituiscono ormai un grave fattore di depotenziamento e di arresto degli stessi fenomeni positivi che si sono messi in moto in questi anni (l'insediamento SATA di Melfi, la pur parziale industrializzazione ex legge 219, l'istituzione del Parco Nazionale del Pollino); una accelerata ripresa della realta' economica e sociale di una regione come la Basilicata e' la condizione irrinunciabile per la stessa espansione della base produttiva del Paese e che le dotazioni civili, di cui hanno diritto e bisogno le comunita' meridionali, sono a loro volta le medesime infrastrutture di cui potra' giovarsi l'inevitabile processo di delocalizzazione delle attivita' industriali, a seguito dei fenomeni di congestione e di inquinamento che colpiscono le aree settentrionali del Paese; la drammaticita' e l'insostenibilita' della situazione del mondo produttivo, che spinge ormai ai limiti della disperazione sia il ceto imprenditoriale (centinaia di imprese compresse dalla tenaglia del blocco dei finanziamenti pubblici e dei tassi di interesse piu' alti d'Italia, vengono ogni mese brutalmente concellate dalla geografica economica regionale), sia i giovani in cerca di lavoro, i disoccupati di lunga durata, i lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, gli operai stagionali e i precari di ogni specie (un imponente esercito del non-lavoro che raggruppa ormai circa un quarto della intera popolazione regionale); l'esigenza di reimpostare le politiche regionali dello Stato, assumendo finalmente un rapporto di corresponsabilita' interistituzionale e di efficace coordinamento dei diversi centri di intervento e di spesa operanti nei territori regionali quale metodo per coniugare gli obiettivi generali di razionalizzazione e di risanamento con le esigenze primarie di valorizzazione del territorio e di promozione delle migliori condizioni di vita delle comunita' locali; impegna il Governo: 1) ad assumere un ampio programma di consolidamento degli abitati, cronicamente minacciati dalla instabilita' dell'assetto geologico regionale, da sostenersi con un congruo rifinanziamento della legge n. 120/1987 ovvero con provvedimenti equivalenti; 2) a realizzare un parallelo programma di sistemazione idro-geologico-forestale, che rafforzi la tenuta complessiva del territorio e il patrimonio ambientale e boschivo delle aree interne della regione, utilizzando al meglio gli oltre 6.000 operai stagionali impegnati assai precariamente nel settore; 3) al completamento delle opere stradali programmate ai sensi dell'articolo 32 della legge 219/1981 Nerico-Muro Lucano-Baragiano (Strada e bretella per Rapone; Collegamento tra l'area industriale della Valle di Vitalba e la S.S. 401 Ofantina, con bretella per S. Fele e Ruvo del Monte; Collegamento Isca Pantanello - S.S. 19) definendo nel contempo la titolarita' di tutte le strade realizzate con i fondi della ricostruzione; 4) al completamento definitivo dei programmi di grande viabilita', piu' volte confermati all'interno dei piani d'intervento ANAS (Bradanica, S.S. 106, Saurina, Tito Brienza, Potenza-Bari, raddoppio Potenza-Melfi, Fondo Valle Noce-Autosole), al fine di vincere davvero l'isolamento geografico della regione la sua emarginazione dalle grandi reti di comunicazione; 5) al "ripristino" in Basilicata dei sostanzialmente inesistenti servizi di trasporto ferroviario, attraverso il completamento della Matera-Ferrandina, la modernizzazione della Potenza-Foggia e della Metaponto-Battipaglia, la realizzazione del punto di movimentazione di Tiera, la costruzione del braccio ferroviario Melfi-Sata; 6) ad assumere un forte investimento sulla risorsa acqua e sui servizi idrici, anche oltre gli interventi gia' deliberati e in fase di istruttoria, garantendo non solo il miglior approvvigionamento della Basilicata e della Puglia, ma anche l'attivazione degli schemi idrico-potabili collegati agli ambiti territoriali ottimali; 7) alla definizione ed attuazione di un accordo di programma collegato alle attivita' estrattive Agip in Val d'Agri (il cui sfruttamento potrebbe procurare la disponibilita' di 50.000 barili al giorno), con l'immediato reimpiego delle relative "royalties" in programma di sviluppo del comprensorio e nel rafforzamento delle politiche ambientali regionali; 8) alla ripresa e al rilancio della politica di industrializzazione ex articolo 32 della legge n. 219/1981, attraverso l'accelerazione (e, possibilmente, la "regionalizzazione") delle procedure per l'assegnazione dei lotti non utilizzati e la riconversione delle iniziative fallite o revocate; 9) al completamento del programma di metanizzazione, gia' avviato con la delibera CIPE dell'11 febbraio 1988 e poi interrotto con il blocco dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno, anche mediante ricorso all'impiego congiunto di risorse pubbliche e private; 10) all'immediata revisione dei provvedimenti con cui Ministeri ed Enti pubblici stanno depauperando la dotazione gia' assai povera di servizi sul territorio, sopprimendo i loro uffici decentrati e incrinando vieppi' l'autonomia territoriale della regione (i Tribunali di Melfi e di Lagonegro, gli uffici decentrati Telecom, il Distretto Enel di Rotonda, il Distretto Militare di Potenza); incoraggiando insomma l'idea di una progressiva smobilitazione dei presidi della vita pubblica regionale; 11) all'adozione di un piano straordinario per l'occupazione, comprendente l'innalzamento dell'eta' massima per l'accesso ai contratti di formazione e lavoro (anche per le attivita' d'impresa classificate sotto la cat. A) e un congruo stanziamento ministeriale di sostegno ad un piano di lavori socialmente utili in cui impegnare 4/5 mila persone, ivi inclusi i lavoratori in mobilita' e in C.I.G; 12) alla sperimentazione di un modello di gestione "regionale" delle strutture e degli strumenti di politica del lavoro, con la piu' attiva corresponsabilizzazione delle forze sociali e produttive, che hanno gia' manifestato la volonta' di misurarsi sul terreno della modernizzazione e della flessibilita'; impegna altresi' il Governo a sostenere in maniera prioritaria i programmi di interesse interregionale e le forme di cooperazione tra le regioni meridionali, peraltro oggettivamente cointeressate nella valorizzazione delle risorse idriche (Basilicata-Puglia) e di quelle ambientali (Basilicata-Calabria) e a condurre verifiche semestrali circa la concreta e tempestiva attuazione delle azioni e dei provvedimenti richiamati nella presente mozione, riferendone tempestivamente agli organi e nelle sedi competenti. (1-00190)

 
Cronologia
venerdì 6 ottobre
  • Politica, cultura e società
    E' arrestato a Napoli, per concussione ed estorsione, l'ex Ministro del bilancio Paolo Cirino Pomicino.

giovedì 19 ottobre
  • Parlamento e istituzioni
    Il Senato approva una mozione di sfiducia individuale contro il Ministro della giustizia Filippo Mancuso.