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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00210 presentata da NOVELLI DIEGO (PROG.FEDER.) in data 19951120

La Camera, ricordando la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 17 maggio 1995 (risoluzione Martin/Bourlanges); ricordando le conclusioni del dibattito sulle dichiarazioni del Ministro Susanna Agnelli, il 23 maggio 1995; considerando che secondo la procedura prevista all'articolo N del Trattato di Maastricht, i Parlamenti nazionali sono chiamati ad esprimere ex post - semplicemente con un si' o con un no - il proprio voto al termine della Conferenza dei rappresentanti dei governi convocata per approvare modifiche al Trattato, mentre il Parlamento europeo e' chiamato ad esprimere un parere ex ante obbligatorio ma non vincolante solo sull'eventuale convocazione della Conferenza dei rappresentanti dei governi; considerando che al di fuori di queste attivita' parlamentari, i negoziati di modifica del Trattato di Maastricht sono per ora destinati a seguire i tradizionali schemi delle trattative diplomatiche internazionali e che, alla fine di tali trattative, le modifiche ai trattati dovranno essere parafate, firmate e ratificate (per via parlamentare o referendaria) all'unanimita'; considerando che il Trattato di Maastricht contiene un insieme di norme fondamentali destinate a regolare i poteri delle istituzioni dell'Unione europea, a definirne gli obiettivi ed a fissare i mezzi per raggiungere questi obiettivi e che dunque esso non puo' essere considerato in alcun modo un trattato internazionale, ma la base costituzionale dell'Unione eueopea; considerando inoltre che dall'introduzione dei princi'pi della cittadinanza dell'Unione europea nella legge fondamentale dell'Unione consegue il dovere dei governi nazionali e delle istituzioni di mettere in atto procedure adeguate di consultazione dei cittadini allorquando si intende modificare tale legge fondamentale ed il diritto dei cittadini di essere consultati; considerando che dall'introduzione della procedura di codecisione legislativa fra il Parlamento europeo ed il Consiglio dei Ministri consegue il riconoscimento di un sostanziale equilibrio fra il Parlamento europeo come rappresentante dell'interesse europeo e del Consiglio dei Ministri come rappresentante degli interessi nazionali; considerando che le modifiche che dovranno essere apportate al Trattato di Maastricht richiederanno un saggio equilibrio fra l'interesse europeo e gli interessi nazionali; considerando che le reazioni negative in quasi tutti i paesi membri della Comunita' europea durante le procedure di ratifica del Trattato di Maastricht hanno messo in luce la necessita' di adottare una procedura piu' trasparente e piu' democratica, riformando profondamente il tradizionale metodo delle trattative diplomatiche; considerando che all'interno di una riforma globale dell'Unione europea - in vista di una sua evoluzione in senso federale - dovra' essere attribuita una grande attenzione alla questione del ruolo di governo dell'Unione europea in particolare nella politica economica e monetaria e nello sviluppo di una politica estera e della sicurezza comune; considerando che e' evidentemente auspicabile che tutti i paesi membri dell'Unione europea ed i paesi che hanno fatto domanda di adesione siano pronti ad accettare una riforma globale dell'Unione in senso federale, ma che le posizioni attuali di alcuni governi mostrano che sara' difficile raggiungere l'unanimita' dei consensi nell'ambito della conferenza dei rappresentanti dei governi e che sara' ancor piu' difficile raggiungere tale consenso unanime nelle procedure di ratifica parlamentare o referendaria; considerando che occorre evitare risolutamente che la mancanza di un consenso unanime costringa i governi che sostengono la prospettiva di un'evoluzione dell'Unione in senso federale ad accettare o l'estensione ed il consolidamento del metodo degli opting out o l'applicazione del metodo "Schengen" ad altri settori di integrazione o delle modifiche basate sul piu' piccolo comune denominatore; considerando che - dopo l'allargamento ad Austria, Finlandia e Svezia e nella prospettiva dell'ampliamento dell'Unione ai paesi dell'Europa centrale - l'ipotesi che piu' corrisponde alla realta' della situazione europea e' quella avanzata da Jacques Delors, di una grande Europa, da una parte e di una Federazione degli Stati nazionali dall'altra; impegna il Governo: ad accettare la convocazione di una Conferenza dei rappresentanti dei governi nazionali a condizione che essa sia accompagnata da un accordo solenne fra i governi dei Quindici da una parte, il Parlamento europeo e la Commissione europea dall'altra, che consenta al Parlamento europeo di presentare propri emendamenti alle proposte di modifica elaborate dalla Conferenza e che preveda la convocazione di un "comitato di conciliazione" (secondo il modello dell'articolo 189 B del Trattato di Maastricht) chiamato a definire il testo definitivo della riforma da sottoporre alle ratifiche nazionali; a dichiarare - all'inizio della Conferenza dei rappresentanti dei governi nazionali - che il proprio rappresentante si riservera' di parafare le conclusioni della Conferenza solo dopo che il Governo avra' consultato la Camera ed il Senato e tenuto conto dell'opinione espressa dal Parlamento europeo sul testo finale delle modifiche; a dare mandato al proprio rappresentante nella Conferenza affinche' sostenga la necessita' di accompagnare al potere di codecisione "costituzionale", legislativo e finanziario del Parlamento europeo il rafforzamento del potere di coordinamento, di controllo e di intervento della Commissione europea in politica economica e monetaria, nonche' l'attribuzione alla Commissione di un'effettiva capacita' di analisi, di proposta e di rappresentanza nella politica estera, respingendo in questo caso con determinazione qualunque ipotesi di segretario e segretariato all'interno del Consiglio dei Ministri secondo un approccio che il Governo italiano gia' segui' in occasione del piano Fouchet; ad annunciare - all'inizio della Conferenza dei rappresentanti dei governi - che, nel caso in cui non si raggiunga un accordo unanime su una riforma globale dell'Unione europea in senso federale, esso sara' pronto a sottoscrivere con una maggioranza di altri governi membri o (candidati all'adesione) un trattato autonomo ed a definire con la minoranza un diverso quadro di relazioni politiche ed istituzionali; a consultare periodicamente i competenti organi della Camera e del Senato sulla preparazione e sullo svolgimento della Conferenza dei rappresentanti dei governi nazionali. (1-00210)

 
Cronologia
sabato 11 novembre
  • Politica, cultura e società
    Ribaltando il precedente giudizio di merito, la terza Corte d'Assise d'appello di Milano condanna Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi a 22 anni di carcere per l'omicidio del commissario Luigi Calabresi.

martedì 21 novembre
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Dopo una serie di raid aerei contro le posizioni dei serbo-bosniaci, fra maggio e settembre, l'Alleanza atlantica riesce ad imporre una soluzione negoziata al conflitto nei territori della ex Jugoslavia. Il 21 novembre a Dayton, Serbia, Croazia e Bosnia firmano gli accordi di pace. Il trattato prevede uno stato bosniaco, diviso in una repubblica serba e in una federazione croato-musulmana.