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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00115 presentata da BRUNETTI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960515

Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che all'interrogante risultano i seguenti fatti: il 30 gennaio 1996 e' stato arrestato dai militari di Lagos Gani Fawehinmi, noto avvocato ed esponente dell'opposizione democratica; al momento dell'arresto, compiuto da agenti del Servizio per la sicurezza dello Stato (Sss), l'uomo si trovava nella sua casa di Lagos. Ora Fawehinmi e' detenuto, privo di contatti con l'esterno, a Shangisha; Fawehinmi e' dunque l'ennesimo detenuto politico arrestato dopo il barbaro assassinio, deliberato dal tribunale militare, del poeta Ken Saro Wiwa e di altri esponenti del popolo degli Ogoni. Gani Fawehinmi e' infatti leader del National Conscience Party e proprio il 30 gennaio doveva intervenire in una manifestazione all'universita' di Lagos, durante la quale venivano avanzate due richieste: il boicottaggio delle prossime elezioni per i consigli comunali e la fine del regime sorto in seguito al golpe militare in Nigeria; in passato l'avvocato nigeriano era stato arrestato per il suo lavoro in difesa dei diritti umani. Il suo impegno politico e' sempre stato ispirato ai valori della democrazia e della non violenza; Amnesty International ha espresso il timore che Gani Fawehinmi sia trattenuto sulla base del decreto emanato dai militari golpisti, che consente la detenzione a tempo indeterminato degli oppositori politici, senza accusa o processo -: quali iniziative intenda assumere il Governo, anche in occasione della presidenza di turno dell'Unione europea, per conseguire l'immediato rilascio dell'avvocato Gani Fawehinmi, e se non ritenga di dover sospendere la partecipazione italiana alla operazione di trivellazione dei pozzi nelle terre degli Ogoni (accordo Shell-Agip) fino a quando non saranno date garanzie per il rilascio di tutti i prigionieri politici e il ritorno al potere del Presidente democraticamente eletto e spodestato dal golpe militare. (4-00115)

Il Governo italiano d'intesa con i Partners europei continua a seguire con attenzione e preoccupazione l'evoluzione della situazione politica nigeriana, culminata con l'esecuzione capitale di Ken Saro Wiwa e di suoi otto collaboratori e, recentemente, con l'uccisione della moglie del Presidente Moshood Abiola, al momento detenuto in carcere. Il nostro Paese considera infatti la tutela dei diritti umani una delle condizioni essenziali per mantenere buone ed amichevoli. relazioni con gli altri Paesi. Per tale ragione quanto sta accadendo in Nigeria costituisce oggetto di rigorosa valutazione da parte italiana. Secondo questa impostazione il Governo italiano e' stato tra gli ispiratori dell'azione concertata in sede U.E. che ha condotto lo scorso anno al richiamo da Lagos degli Ambasciatori dell'Unione (poi rientrati all'inizio del 1996). Inoltre si e' adoperato per l'elaborazione in sede di Consiglio Affari Generali dell'Unione (20 novembre 1995) di ulteriori misure sanzionatorie nei confronti della Nigeria, tra cui, oltre alla sospensione dei programmi di cooperazione comunitari (salvo quelli a carattere umanitario e a favore della popolazione), anche alcune restrizioni al regime di concessione dei visti ai membri del Consiglio di Governo ed ai loro familiari e l'embargo sulla fornitura di armi e materiali militari. Successivamente il Consiglio Affari Generali del 4 dicembre 1995 ha adottato una nuova "Posizione Comune" che prevede una ulteriore restrizione per un periodo di sei mesi al regime dei visti, l'espulsione del personale militare nigeriano accreditato presso i Paesi membri dell'Unione e l'interruzione di ogni contatto nel settore sportivo, misure che vanno ad aggiungersi a quelle prese precedentemente. E' stata inoltre stabilita la rinnovabilita' di tali sanzioni, in assenza di misure delle Autorita' nigeriane per favorire un rapido ritorno alla democrazia e per garantire il rispetto dei diritti umani. Il Vertice europeo di Madrid (15 e 16 dicembre 1995) ha confermato le decisioni prese fino a quel momento. Il Consiglio ECOFIN, di Lussemburgo (3 giugno u.s.), ha adottato tra i Punti "A" (senza discussione) la posizione comune che estende di sei mesi (sino al 4 dicembre 1996) l'efficacia delle posizioni comuni del 20 novembre e del 4 dicembre 1995. Con riferimento a quanto precede mette conto rilevare che in occasione della riunione del Gruppo Africa della PESC riunitosi a Bruxelles nei giorni 10 e 11 luglio c.a., si e' preso atto di due recenti sviluppi: da un lato le assicurazioni date dal Capo dello Stato nigeriano al Segretario Generale delle Nazioni Unite di rivedere la legislazione giudiziaria e di riesaminare i problemi ambientali della regione petrolifera degli Ogoni e dall'altro l'incontro a Londra fra una delegazione nigeriana ed il "gruppo di azione ministeriale del Commonwealth". Permanendo tuttavia una viva preoccupazione per la situazione dei diritti umani e per il processo di ritorno alla democrazia, si e' convenuto di continuare lo studio di possibili ulteriori misure restrittive da adottare in aggiunta a quelle gia' prese in passato e di impegnarsi in un dialogo critico con le Autorita' nigeriane, con particolare riferimento alla questione della prevista missione in Nigeria dei relatori della Commissione dei Diritti Umani della Nazioni Unite ed alla questione dei detenuti politici. Oltre ad aver adottato le misure restrittive di cui sopra, l'UE ha portato la situazione della Nigeria all'attenzione della sessione della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che si e' tenuta nei mesi di marzo e aprile a Ginevra e, grazie anche al determinante contributo della passata Presidenza italiana, e' riuscita a far approvare una risoluzione di condanna che prevede, fra l'altro, l'invio in Nigeria di due "Relatori Speciali" della stessa. Di recente una troika dell'U.E. si e' recata presso il Governo nigeriano il 25 settembre per affrontare due temi di notevole importanza e delicatezza: - il ritorno al sistema democratico, e: il problema della violazione dei diritti umani, in particolare i detenuti politici, tra cui l'avvocato Gani Fawehinmi. E' inoltre allo studio una dichiarazione pubblica del Consiglio Europeo sulla situazione in Nigeria. Oltre alle misure "restrittive", sopra descritte, l'Unione Europea ha preso in considerazione negli scorsi mesi anche possibili misure "positive" quali il sostegno a gruppi ed associazioni nigeriane che si battono per il ritorno della democrazia e per il rispetto dei diritti umani. Per quanto riguarda il quesito specifico posto dall'On. interrogante e cioe' il ritiro dell'Agip dal consorzio di sfruttamento petrolifero con la Shell nel delta del Niger, sembra improbabile che l'Agip, che ovviamente e' molto interessata alla prosecuzione del progetto, assuma alcuna iniziativa spontanea in questo senso. Ne' d'altra parte il Governo italiano dispone, a parte l'applicazione di eventuali sanzioni decise in ambito internazionale (e finora, come visto, non ancora adottate), di strumenti per obbligare l'Agip a ritirarsi dalla Nigeria. Sulla presenza dell'Agip in Nigeria l'Ambasciata d'Italia in Lagos ha riferito, a seguito di una visita dell'Ambasciatore nella zona di Port Harcourt, circa l'efficienza della nostra societa' attenta anche alla limitazione delle ricadute sull'ambiente e sul difficile rapporto dal punto di vista sociale ed economico con la realta' del paese. Nonostante i cospicui aiuti (in forma di costruzione di infrastrutture e servizi) da parte della societa' italiana in favore della popolazione locale si e' registrata ultimamente un'accentuazione delle rivendicazioni e dell'atteggiamento ostile delle comunita' della regione. Gli operatori dell'Agip si trovano anche esposti al rischio di azioni di sabotaggio. La non facile situazione in cui, da tutti i punti di vista, opera l'Agip ne rende quindi particolarmente apprezzabile l'azione - prosegue la relazione della Rappresentanza italiana a Lagos - che si estende anche ad una utile e rilevante presenza nel campo dell'insegnamento a favore delle popolazioni locali. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Serri.



 
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