Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/00016 presentata da NESI NERIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960529
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, per sapere - premesso che: a norma dell'articolo 1 dello statuto della Banca d'Italia, approvato con regio decreto 11 giugno 1936, n. 1067, la medesima e' un istituto di diritto pubblico; a norma dell'articolo 3 del suddetto statuto, il capitale della Banca d'Italia e' rappresentato da "quote di partecipazione nominative"; a norma dello stesso articolo 3, dette quote non possono essere possedute se non da: a) Casse di risparmio; b) Istituti di credito di diritto pubblico e banche di interesse nazionale; c) Istituti di previdenza; d) Istituti di assicurazione; tale limitazione si fonda - secondo autorevoli interpreti - sul presupposto che i partecipanti al capitale della Banca d'Italia siano enti e istituti nei quali non prevalga l'interesse privato, ma che - sia pure in diverso grado e per lo meno nella maggioranza dei casi - rientrino nell'orbita pubblica; a quanto risulta, l'attuale suddivisione delle quote di partecipazione e' la seguente: Casse di risparmio: 59,3 per cento; - Istituti di credito di diritto pubblico: 18,2 per cento; Banche di interesse nazionale: 7,0 per cento; Istituti di previdenza: 5,0 per cento; Istituti di assicurazione: 10,5 per cento; a partire dalla legge 30 luglio 1990, n. 218, una serie di provvedimenti legislativi, ai quali sono seguite disposizioni regolamentari, ha provocato una trasformazione profonda del sistema creditizio e previdenziale pubblico, parte del quale e' stato privatizzato e parte e' in corso di privatizzazione; conseguentemente, la Banca d'Italia si trova gia' nella anomala situazione di avere tra i suoi "proprietari" societa' bancarie, previdenziali ed assicurative private, alcune delle quali collegate con holdings miste di natura finanziaria, immobiliare ed industriale; di alcune di queste holdings la stessa Banca d'Italia risulta essere, a sua volta, azionista, seppur attraverso il Fondo pensioni del suo personale; sempre conseguentemente, la Banca d'Italia potrebbe avere, tra i suoi "proprietari", anche societa' bancarie previdenziali ed assicurative, estere, o aventi azionisti di riferimento esteri; le suddette societa' private, italiane ed estere, collegandosi tra di loro, potrebbero diventare quotiste di maggioranza dell'istituto -: se non ritenga che la situazione che si e' gia' creata e, soprattutto, le prospettive che si possono aprire, mettano in pericolo l'autonomia ed il prestigio della Banca, nella sua triplice veste di istituto di emissione, responsabile della stabilita' monetaria e della difesa della moneta nazionale, di responsabile della vigilanza sul sistema bancario e, di fatto, di consulente del Governo sui problemi economico-finanziari; se non ritenga quindi che al capitale della Banca d'Italia debba essere dato un assetto diverso, tale comunque da garantirne - oltre la necessaria indipendenza dal potere politico - anche la difesa da qualunque eventuale tentativo di influenza privata. (2-00016)