Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERPELLANZA 2/00055 presentata da GIORDANO FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960619
I sottoscritti chiedono d'interpellare il Presidente del Consiglio ed il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, per sapere - premesso che: la richiesta dello "stato di ristrutturazione" avanzata dai vertici aziendali della Fiat per motivare decine di migliaia di sospensioni dal lavoro in importanti stabilimenti avviene in un contesto di grandissima preoccupazione e tensione per il futuro occupazionale delle maestranze e quello produttivo degli insediamenti industriali investiti da tale richiesta; la preoccupazione investe in particolar modo gli stabilimenti di Mirafiori, Rivalta ed Arese, oltreche' alcune realta' meridionali, prima fra tutte quella di Pomigliano, Mirafiori e Rivalta nel breve volgere di cinque anni hanno perso il 50 per cento della produzione ed il 35 per cento degli occupati, con un ruolo via via piu' marginale rispetto ai nuovi stabilimenti realizzati od in via di realizzazione all'estero. Arese ha gia' conosciuto una contrazione di produzione e di riduzione consistente degli occupati; il timore che gran parte della struttura industriale Fiat abbia scelto di accumulare profitti avvantaggiandosi della svalutazione della lira, senza sfruttare la congiuntura positiva per diversificare qualitativamente la produzione ed innovando prodotti e processi, sta diventando, purtroppo, una amara certezza; si ha motivata sensazione che la sospensione dal lavoro sia funzionale ad una delocalizzazione delle produzioni, soprattutto all'estero, per la rincorsa della forza lavoro al suo prezzo piu' basso: il panorama industriale e la composizione sociale e demografica del nostro Paese ne rimarrebbero sconvolte. paradossalmente, a tal fine sarebbero utilizzati gli investimenti pubblici; la strategia perseguita dalla Fiat e' chiara ed esplicita: mentre l'azienda ha progressivamente saturato gli impianti del mezzogiorno, la funzione di alcuni stabilimenti e' diventata quella di fare da "polmone" rispetto agli andamenti altalenanti del mercato, una sorta di "fabbriche elastico" nelle quali salario, orario, ritmi, carichi di lavoro e posto di lavoro sono diventati "totalmente variabili" e subordinati alle quote di produzione in eccesso dai nuovi stabilimenti con una gestione massiccia ed indiscriminata degli straordinari e della Cigs; se non intenda il Governo evitare che tali decisioni e discussioni di cosi' grande rilievo sul piano industriale dell'azienda restino appannaggio dei soli vertici della stessa; quali politiche intenda intraprendere al fine di: mantenere gli assetti occupazionali attraverso una redistribuzione dei volumi produttivi in tutti gli stabilimenti; avviare un processo di diversificazione qualitativa della produzione, investendo seriamente anche su quelle a basso impatto ambientale; attuare una redistribuzione del lavoro attraverso una politica di drastica riduzione degli orari, in grado anche d'invertire la tendenza all'espulsione di forza lavoro in una tendenza a creare nuova occupazione. (2-00055)