Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00118 presentata da GIORDANO FRANCESCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-PROGRESSISTI) in data 19960625
Ai Ministri delle telecomunicazioni e del lavoro e previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: la Telecom sta procedendo unilateralmente a trasferire centinaia di lavoratori e lavoratrici dalle proprie sedi di appartenenza; il comportamento dell'azienda appare ispirato ad una logica lesiva del diritto dei lavoratori, in quanto il 14 giugno 1996 ha imposto agli interessati una trasferta fissata per il giorno 17, senza tener minimamente conto dei problemi connessi con le esigenze personali e familiari: e' evidente infatti l'intento volto ad impedire ogni possibilita' di iniziativa sindacale e, per di piu', in un momento in cui sono in corso le trattative per il rinnovo del contratto nazionale di categoria; i trasferimenti determinano una forte penalizzazione delle regioni interessate (Abruzzo, Calabria, Friuli, Liguria, Puglia, Sardegna, Trentino, Marche e Umbria) le quali, nei piani della direzione aziendale non dovranno piu' assolvere compiti sul territorio, ma dovranno limitarsi alla mera gestione dei servizi, con conseguenze gravi anche sull'indotto; a partire dall'accordo tra organizzazioni sindacali e Telecom del 1^ agosto 1995, le regioni interessate hanno manifestato, piu' volte ed in varie forme, il proprio dissenso; il piano di ristrutturazione prevede, per il triennio 1995/1997, la riduzione di circa 10.000 unita', la mobilita' per oltre 6.000 e la soppressione di otto sedi regionali. Ancora piu' preoccupanti appaiono i contenuti della ristrutturazione da cui si evince l'inconsistenza di un programma di sviluppo che possa in qualche modo far pensare ad una vera e propria strategia proiettata nel futuro e si rileva che, pur in presenza di un aumento degli investimenti, questi appaiono inadeguati, soprattutto rispetto alle cifre propagandate attraverso la stampa e sono quindi rivelatori del grave stato di incertezza presente nel settore e nel gruppo STET; che la ristrutturazione, fortemente accentratrice di attivita' e lavoratori, non e' giustificata da una reale necessita' organizzativa, quanto semmai da una politica unilaterale di riduzione dei costi aziendali attraverso la diminuzione dei posti di lavoro, e tutto cio' e' contraddittorio rispetto allo sviluppo del settore; che i trasferimenti fuori regione appaiono come una minaccia tesa o ad indurre i lavoratori ad accettare l'esodo con incentivi minimi o, meglio, a produrre un grado di insopportabilita' tanto alto da tradursi nella stessa rinuncia al posto di lavoro; che e' tanto piu' evidente il forte contrasto tra il taglio sul fronte dei cosiddetti esuberi e la generica volonta' aziendale riguardo agli investimenti sul cablaggio e sul piano del ricambio del mix occupazionale che dovrebbe portare alla creazione di 3.000 nuovi posti di lavoro nel triennio; le scelte che traspaiono preludono ad un progressivo smantellamento del patrimonio di maestranze e di strutture tecnologiche ed e' gia' bastato attuare i primi provvedimenti di trasferta per avere immediate, deleterie ricadute sulla quantita' e qualita' dei servizi; non e' accettabile che processi di ristrutturazione di tale portata in aziende, che a tutt'oggi sono pubbliche, debbano avvenire su una base esclusivamente aziendalistica escludendo in maniera perentoria e mirata ogni valutazione circa le conseguenze sul territorio e sulla societa' nel suo complesso; vi sono concrete possibilita' di progetti alternativi per evitare il drastico taglio dell'occupazione, la mobilita' e la smobilitazione di strutture ed attivita', dato che gli stessi lavoratori della Telecom ed i sindacati regionali di categoria hanno controproposte, a partire dalla riduzione dell'orario di lavoro, per arrivare a soluzioni diverse; sono state manifestate le relazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom, la forte contestazione ai trasferimenti da parte delle organizzazioni sindacali territoriali, la nascita di nuove rappresentanze sindacali da parte di alcuni tra coloro che hanno sentito le proprie aspettative completamente eluse e deluse, le prese di posizione da parte di enti locali (regioni, comuni, eccetera) -: se non valutino improrogabile la sospensione di qualunque provvedimento attinente al piano di ristrutturazione in quanto: a) si ritiene corretto riaprire immediatamente la vertenza, dando la possibilita' ai lavoratori ed alle lavoratrici di produrre le loro controproposte; b) e' necessario promuovere un incontro del Governo con le regioni interessate; c) occorre un chiarimento ed un confronto parlamentare sulle strategie aziendali e sulle politiche occupazionali delle Telecom, dal momento che tale azienda agisce in un comparto che viene oggi considerato, in campo internazionale, la punta avanzata dello sviluppo. (5-00118)