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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00064 presentata da DE SIMONE ALBERTA (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19960626

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che: negli stati di famiglia rilasciati dalle anagrafi dei comuni del nostro Paese compare la designazione di "figliastro/a" accanto al nome del figlio o della figlia di uno solo dei due coniugi che compongono il nucleo familiare (e precisamente del coniuge non capo famiglia che e' quasi sempre la madre); nella lingua italiana per qualificare il legame tra il figlio/a ed il nuovo coniuge del genitore viene indicato il termine "figliastro/a"; tale termine ha tuttavia nell'uso comune della lingua italiana un significato inequivocabilmente dispregiativo; esiste il problema di non qualificare con denominazioni "in negativo" i figli nati da precedenti unioni di uno dei due coniugi e di non usare termini discriminatori e lesivi del principio di uguaglianza umana e giuridica dei figli; l'intera materia e' delicata e va affrontata oltre che con la massima urgenza anche con l'assoluta serieta' e competenza -: se esista normativa da cui scaturisce tale "barbaro" uso; se codesto Ministero voglia adoperarsi per quanto di sua competenza affinche' le anagrafi, accanto al nome del figlio/a in questione non facciano comparire il termine "figliastro/a", e sia abolita all'istante una convenzione inaccettabile sul piano della legittima parita' che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini/e. (2-00064)





 
Cronologia
venerdì 21 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Si svolge a Firenze il vertice dei 15 Capi di Stato e di governo dell'Unione europea, che chiude il semestre di presidenza italiana.

giovedì 27 giugno
  • Parlamento e istituzioni
    Con la sentenza n. 223 la Corte costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 698, comma 2 del c.p.p. ove si prevede l'estradizione anche per i reati puniti con la pena capitale a fronte dell'impegno assunto dal Paese richiedente - con garanzie ritenute sufficienti dal Paese richiesto - a non infliggere la pena di morte o, se già inflitta, a non farla eseguire.