Documenti ed Atti
XIII Legislatura della repubblica italiana
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01759 presentata da LEONI CARLO (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19960709
Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: da informazioni di stampa del 30 giugno 1996 si apprende che l'autorita' giudiziaria ha chiesto il rinvio a giudizio, per l'assassinio avvenuto a Roma il 16 marzo 1993, di Mohammed Hussein Naghdi, ex ambasciatore in Italia ed esponente della resistenza iraniana, di un cittadino iraniano e di due algerini, mentre non e' possibile procedere nei confronti di un secondo cittadino iraniano, in quanto protetto da immunita' diplomatica; quest'ultimo fatto e' un ulteriore elemento che chiama in causa delle autorita' iraniane, mentre la presenza di cittadini algerini mette l'assassinio in inquietante relazione anche con i tragici avvenimenti in quel paese del Nord Africa; da piu' parti si rinnovano critiche e condanne per l'attivita' del regime iraniano, su cui gravano sospetti di implicazione in alcuni atti terroristici, dai quali non ha ancora saputo dare convincenti dimostrazioni di estraneita', mentre crescono le documentate denunce sulla violazione dei diritti umani in Iran, dalla persecuzione degli oppositori e dei loro familiari alla proposta di lapidazione delle donne accusate di adulterio, alla non revocata condanna a morte dello scrittore Salman Rushdie; tra le piu' recenti prese di posizione in tal senso puo' ricordarsi una risoluzione del Parlamento belga ed una della Camera dei rappresentanti Usa, nonche' l'appello scaturito dal "Seminario sull'uso del terrorismo da parte del regime iraniano all'interno e all'estero" tenutosi alla Camera dei Lords di Londra, la settimana scorsa, con la presenza di parlamentari e uomini di cultura di una decina di paesi -: quali iniziative si intendano mettere in atto per impedire e stroncare qualsiasi attivita' illegale nel nostro paese da parte di cittadini stranieri, anche quando questi siano coperti da immunita' diplomatica; quale azione il Governo intenda assumere, nell'ambito delle sue competenze, in conseguenza delle importanti novita' acquisite dall'azione dell'autorita' giudiziaria. (4-01759)
In relazione alla questione sollevata dall'onorevole interrogante, si fa presente che le relazioni politiche tra Italia e le Autorita' di Teheran si inquadrano nel contesto piu' ampio del dialogo critico Unione Europea-Iran; Uno dei temi affrontati in tale ambito e' quello dell'atteggiamento del Governo iraniano nei confronti del terrorismo. Vale la pena di ricordare come una Troika dell'Unione, guidata dal nostro Sottosegretario di Stato Ambasciatore Incisa, si sia recata a Teheran all'inizio dell'aprile 1996 proprio per affrontare questo delicato tema e che, durante l'ultima sessione del dialogo critico, svoltasi a Roma il 20 giugno scorso sempre sotto Presidenza italiana, e' stata nuovamente attirata l'attenzione degli interlocutori su tale questione. In entrambe le occasioni, da parte iraniana si e' fatto stato della propria condanna del terrorismo e dell'inesistenza di un appoggio di Teheran a gruppi e movimenti terroristici. Per quanto concerne l'immunita' diplomatica riconosciuta al cittadino iraniano nei confronti del quale non e' stato possibile procedere per le sue eventuali responsabilita' nel "caso Naghdi", l'Italia, avendo ratificato la Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961 sulle relazioni diplomatiche, non puo' che rimettersi a quanto da essa stabilito in tema di immunita' diplomatiche. In particolare, l'articolo 31 di detta Convenzione riconosce agli agenti diplomatici l'immunita' dalla giurisdizione penale; a detta immunita' puo' rinunciare espressamente solo lo Stato di invio (articolo32), ma non puo' essere in alcun modo revocata dallo Stato di accreditamento. Unica soluzione possibile rimarrebbe l'ipotesi di dichiarare il diplomatico iraniano "persona non grata". Tale eventualita' non avrebbe comunque altro effetto che quello di farlo allontanare dal nostro Paese, tra l'altro provocando quasi certamente l'adozione di analoghe misure da parte dell'Iran nei confronti di nostro personale diplomatico in servizio a Teheran. La crisi nei rapporti diplomatici tra i due Paesi che ne conseguirebbe rischierebbe, tra l'altro, di impedirci di fatto di continuare in modo costruttivo l'esercizio del "dialogo critico" che, si ritiene, rappresenta al momento attuale lo strumento piu' utile attraverso il quale chiarire definitivamente la posizione di Teheran nei confronti del terrorismo. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Toia.