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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02126 presentata da CHIAVACCI FRANCESCA (SINISTRA DEMOCRATICA - L'ULIVO) in data 19960717

Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: dal 15 luglio in poi era prevista a Roma la riunione del Parlamento curdo in esilio, in un locale di palazzo Valentini messo a disposizione dalla amministrazione provinciale di Roma; nelle ultime quarantott'ore precedenti la riunione, previsioni ed esigenze non chiarite, sollevate da funzionari del ministero degli esteri hanno suggerito il trasferimento dell'assemblea in un locale privato dell'estrema periferia, come affermato all'apertura dei lavori dal rappresentante del consiglio, provinciale; in varie occasioni l'Italia ha espresso comprensione e sostegno alla lotta del popolo curdo per la rivendicazione dei propri diritti di autonomia e per la affermazione della propria identita' culturale, lotta contrastata dal Governo turco con grande durezza e spesso in violazione dei diritti umani -: quali valutazioni abbiano condotto a tale decisione facendo prevalere ragioni di opportunita' su quelle di carattere umanitario e di sostegno al movimenti di liberazione, da sempre patrimonio del popolo italiano e delle sue istituzioni; quali richieste siano state, eventualmente, avanzate dalle autorita' turche presso il nostro Governo. (4-02126)

Rispondendo all'interrogazione dell'On. Chiavacci in merito alla questione del Parlamento del Kurdistan, e piu' precisamente sull'Assemblea del Parlamento Curdo in Esilio che si e' riunita a Roma dal 15 al 18 luglio l996, l'azione intrapresa dal Governo si e' articolata in due direzioni: da un lato, avviare un coinvolgimento diretto delle sedi istituzionali dello Stato nell'evento, per non compromettere un'azione diplomatica in corso, di pressione e sollecitazione verso il Governo turco mirante a ottenere un atteggiamento piu' disponibile al rispetto dei diritti umani; dall'altro, rispettare il principio fondamentale vigente nel nostro ordinamento democratico che garantisce liberta' di parola e di associazione nel territorio italiano a chiunque non vi abbia commesso crimini perseguibili per legge. Su questi presupposti, la Farnesina e' intervenuta sulle Autorita' della Provincia di Roma per chiedere che l'Assemblea del Parlamento curdo in esilio fosse ospitata non piu' nei locali istituzionali della Provincia bensi' in una sala pubblica non istituzionale. La decisione e' stata presa dopo una verifica della normativa e della prassi applicata dagli altri principali Paesi europei in occasioni precedenti ed analoghe, da cui sono risultati, in numerosi casi, atteggiamenti ben piu' rigidi ed ostativi di quelli verso cui si e' orientato il Governo italiano. La posizione in parola, e' frutto di una decisione presa in tutta indipendenza di giudizio, prima che, da parte turca, si manifestasse a livello diplomatico l'inquietudine di Ankara per lo scenario che si andava delineando. Si desidera, quindi smentire ventilate ipotesi di "accomodamenti" alle posizioni del Governo di Ankara che configurano scenari assolutamente estranei, non solo in questo caso ma sul piano generale, alla conduzione della politica estera dell'Italia. Evocando gli interessi generali della politica estera italiana, la Farnesina ha inteso fare riferimento alla precisa collocazione dell'Italia nel Mediterraneo, e alle ragioni di opportunita' che militano per mantenere rapporti proficui con tutti i Paesi che vi si affacciano, nell'obiettivo piu' alto e prioritario di contribuire alla stabilita' dell'area. Un secondo ordine di considerazioni, connesso con il primo, riguarda il fatto che comportamenti diversi da quelli improntati alla volonta' di collaborazione e dialogo finirebbero per ridurre, anziche' rafforzare, i margini di influenza dell'Italia nei rapporti con gli altri Partners. Il Governo desidera nuovamente ribadire in questa occasione che la decisione in questione non inficia e non e' in contrasto con la posizione dell'Italia in tema di diritti umani in Turchia, che consideriamo sia urgente migliorare qualitativamente nell'interesse stesso di Ankara. E' proprio su questi temi del rispetto dei diritti umani, con riferimento anche alla questione curda, che il Presidente Prodi si e' concentrato nei suoi ultimi colloqui ad Ankara il 3 settembre 1996. Come egli stesso ha assicurato, i suoi interlocutori turchi gli hanno dato risposte su vari temi, tra i quali anche le preoccupazioni che ci sono in Europa per quanto riguarda i diritti e che stanno a cuore dell'opinione pubblica. In tale occasione egli ha fra l'altro spiegato l'atteggiamento italiano sulla questione della riunione del Parlamento curdo in esilio a Roma. Il Governo intende continuare la sua azione di pressione e sensibilizzazione nei confronti delle Autorita' turche, sempre nello spirito costruttivo che ci caratterizza e con l'obiettivo finale di contribuire a creare le condizioni necessarie per un avvicinamento della Turchia all'Europa. E' interesse dell'Italia e dell'Europa non isolare la Turchia - isolamento che peraltro nell'attuale congiuntura interna favorirebbe un ulteriore ripiegamento su posizioni integralistiche - ma continuare a mantenere un dialogo costante anche se critico sulla situazione dei diritti dell'uomo e delle minoranze. Sono in ogni caso a disposizione per ogni ulteriore informazione sull'azione del Governo. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Fassino.



 
Cronologia
domenica 30 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Al G7 di Lione il Presidente del Consiglio Prodi si impegna a ridurre fortemente il deficit pubblico italiano.

mercoledì 31 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera, con 319 voti a favore e 284 contrari, approva l'articolo unico del disegno di legge di conversione A.C. 1857 del decreto-legge 20 giugno 1996, n. 323, recante disposizioni urgenti per il risanamento della finanza pubblica (provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica), su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.