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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

MOZIONE 1/00022 presentata da CAVERI LUCIANO EMILIO (MISTO) in data 19960724

La Camera considerato che: in tutta la sua storia il Tibet e' riuscito a conservare un'identita' nazionale, culturale e religiosa distinta da quella della Cina, fino a che tale identita' non ha cominciato ad essere erosa a seguito dall'invasione cinese; il Tibet storico e' costituito da tre regioni: l'U-Tsang, l'Amdo e il Kham ed una parte sostanziale di esso non fa parte di quella che la Repubblica popolare di Cina definisce come regione autonoma tibetana (Tar); prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto de facto da numerosi Stati ed esso costituisce un territorio occupato ai sensi dei principi stabiliti dal diritto internazionale e dalle risoluzioni delle Nazioni unite; percio' l'invasione e l'occupazione del Tibet da parte della Repubblica popolare di Cina sono da considerarsi illegali; pertanto, il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio appaiono in sostanza i legittimi rappresentanti del popolo tibetano; le proposte del Dalai Lama al governo cinese, come quella del piano in cinque punti del 1987 e quella presentata al Parlamento europeo nel 1988, sono volte ad ottenere una soluzione pacifica al problema tibetano e potrebbero costituire un valido fondamento per negoziati sino-tibetani senza precondizioni; in risposta alle pur moderate proposte del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio, la Cina non ha smesso di insediare coloni cinesi in Tibet, al punto che i tibetani sono ormai minoranza nel loro stesso Paese; l'incremento di tali trasferimenti di popolazioni cinesi attuato in questi ultimi mesi rischia di provocare a breve scadenza la pura e semplice scomparsa del popolo tibetano; le azioni politiche del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio sono ispirate e informate alla teoria e alla prassi della nonviolenza gandhiana e quindi al rispetto profondo degli interlocutori, con i quali si ricerca il piu' costruttivo dei dialoghi; la Repubblica popolare di Cina ha messo in atto un regime di polizia e di controllo e attua una politica di sistematiche violazioni dei diritti fondamentali della persona, che consistono anche in una discriminazione razziale e culturale istituzionalizzata; la stessa liberta' religiosa viene conculcata dalla Repubblica popolare di Cina nei confronti dei tibetani e in tal senso e' emblematico il caso di Gedhun Choeky Nyima, il bambino di sette anni (riconosciuto come Panchen Lama dal Dalai Lama) rapito e tenuto sotto sequestro da piu' di un anno dalle autorita' cinesi; il popolo tibetano presenta peculiarita' uniche di cultura, lingua e religione; le Nazioni unite hanno riconosciuto in passato lo status di osservatore ad altre organizzazioni di liberazione; viste le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni unite n. 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961, 2070 (XX) del 1965; vista la risoluzione sull'invasione e l'occupazione del Tibet e la repressione della sua popolazione da parte delle autorita' cinesi, approvata dal Parlamento europeo il 13 luglio 1995 (B4-1007/95); viste le risoluzioni sulla situazione in Tibet approvate di recente dal Parlamento tedesco e dalla Camera dei deputati belga; vista la risoluzione adottata dalla Commissione Esteri della Camera dei deputati il 12 aprile 1989 "per una soluzione pacifica della questione tibetana" condannando: le violazioni gravi e sistematiche dei diritti dell'uomo in Tibet, in particolar modo gli arresti e le detenzioni arbitrarie cosi' come la tortura di tibetani per ragioni politiche; le violazioni dei diritti delle donne, soprattutto le sterilizzazioni e gli aborti forzati; la privazione della liberta' religiosa; tutte violazioni che, con la distruzione della ricca cultura tibetana e i trasferimenti di popolazione, minacciano la sopravvivenza stessa del popolo tibetano e costituiscono una vera e propria politica di pulizia etnica; la distruzione dell'ambiente naturale dell'altopiano tibetano, in particolar modo il disboscamento abusivo, lo stoccaggio dei rifiuti tossici e radioattivi, che ha conseguenze non solo nel Tibet, ma per tutta la regione e per il mondo intero; ritenendo opportuno che il Parlamento italiano operi perche' il Parlamento tibetano in esilio venga ammesso all'Unione parlamentare internazionale; impegna il Governo a: chiedere al Governo della Repubblica popolare di Cina di interrompere immediatamente i trasferimenti, da esso incoraggiati ed organizzati, di popolazioni cinesi in Tibet e di iniziare il processo di decolonizzazione del Tibet, restituendo ai tibetani le terre, le colture, le case espropriate durante gli oltre quaranta anni di occupazione; proporre che il mandato del comitato sulla decolonizzazione delle Nazioni unite venga esteso alla questione della decolonizzazione in Tibet; chiedere al Governo della Repubblica popolare di Cina l'immediata liberazione del Panchen Lama; assumere le iniziative necessarie per ottenere che al Governo tibetano in esilio venga attribuito presso le Nazioni unite lo status di osservatore; chiedere al governo cinese di porre fine alle violazioni dei diritti della persona e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e degli individui nel Tibet; favorire ogni iniziativa intesa a risolvere il problema sino-tibetano mediante il dialogo politico e chiedere al governo della Repubblica popolare di Cina e al governo tibetano in esilio di avviare negoziati in tal senso, sotto l'egida delle Nazioni unite; manifestare in tale contesto il sostegno dell'Italia agli sforzi esplicati dal Dalai Lama e dal governo tibetano in esilio per ripristinare pacificamente le liberta' culturale e religiosa del popolo tibetano, nonche' il suo diritto a scegliere del proprio futuro; operare affinche' la questione tibetana venga iscritta all'ordine del giorno dell'Assemblea generale delle Nazioni unite; operare affinche' la questione tibetana venga presa in esame dalla Commissione sui diritti dell'uomo delle Nazioni unite; assumere in tutte le sedi internazionali pertinenti iniziative volte ad ottenere che siano applicate le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni unite n. 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961, 2070 (XX) del 1965; trasmettere la presente mozione al Governo cinese, al Dalai Lama, al Presidente del Parlamento tibetano in esilio, al Governo tibetano, al Segretario generale delle Nazioni unite, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Commissione, al Presidente del Parlamento europeo ed ai Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri. (1-00022)

 
Cronologia
domenica 30 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Al G7 di Lione il Presidente del Consiglio Prodi si impegna a ridurre fortemente il deficit pubblico italiano.

mercoledì 31 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera, con 319 voti a favore e 284 contrari, approva l'articolo unico del disegno di legge di conversione A.C. 1857 del decreto-legge 20 giugno 1996, n. 323, recante disposizioni urgenti per il risanamento della finanza pubblica (provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica), su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.