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Portale storico della Camera dei deputati

Documenti ed Atti

XIII Legislatura della repubblica italiana

INTERPELLANZA 2/00138 presentata da VENETO ARMANDO (POPOLARI E DEMOCRATICI - L'ULIVO) in data 19960725

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri del tesoro, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: a seguito dell'interrogazione del sottoscritto (n. 3-00031) e della interpellanza dell'onorevole Valensise, presentata nella XII legislatura, aventi oggetto le vicende societarie ed imprenditoriali della ex Oto Breda Sud (gruppo Efim), ora Isotta Fraschini, con sede in Gioia Tauro (Rc), l'onorevole Laura Pennacchi, sottosegretario di Stato al Ministero del tesoro, ha indirizzato una preoccupata missiva alla Presidenza del Consiglio, al comitato per il coordinamento delle iniziative per l'occupazione, al commissario liquidatore dell'Efim, al presidente della regione Calabria ed alla direzione del tesoro; l'onorevole sottosegretario ha posto in luce le denunzie di evidenti illegittimita' rinvenibili nelle vicende di cui sopra; ha sottolineato la esigenza di un maggior impegno del Governo ed ha posto come prioritario il compito di ricevere "idonee soluzioni per la tutela sia degli interessi pubblici coinvolti, che dei lavoratori"; pur nel formale linguaggio proprio di un atto di Governo, e' facile dedurre da esso lo sconcerto dell'onorevole sottosegretario di Stato a fronte delle notizie che lo svolgimento dei menzionati atti ispettivi hanno posto all'attenzione del Governo; ed invero, sottoscritto il contratto di vendita tra la Breda Meccanica Bresciana spa e la Oto Melara spa, per la cessione alla Fissore delle azioni delle venditrici (ex Efim) in data 21 luglio 1993, non risulta che il commissario liquidatore abbia attivato le procedure necessarie perche' la regione Calabria acquisisse il 3 per cento delle azioni, in tal modo costituendosi controllore dell'intera operazione a mezzo di un suo rappresentante nel consiglio di amministrazione, secondo quanto previsto dall'articolo 9/2 della scrittura privata di vendita; ne' pare che il commissario liquidatore abbia contestato alla Fissore srl, le sue ripetute, costanti inadempienze ai patti, specie con riferimento ai livelli di occupazione mai raggiunti, onde ottenere la risoluzione del contratto per fatto e colpa dell'acquirente, come previsto dall'articolo 10/2 della prefata scrittura; e' altresi' certo che le organizzazioni sindacali territoriali che avrebbero dovuto constatare l'inadempimento (articolo 10/7) e segnalarlo al commissario liquidatore, perche' attivasse la procedura di risoluzione contrattuale (articolo 10/3) non sono mai riuscite a conoscere il contenuto della prefata scrittura, cosi' venendo esclusi dal controllo che pure formava oggetto di specifica pattuizione; e' certo che malgrado l'evidente inadempimento non e' stato attivato il meccanismo di cui all'articolo 10/6 della scrittura privata, che prevede il prelievo coattivo e preliminare rispetto ad ogni pronunzia giudiziaria della penale da inadempimento. Peraltro la fideiussione a garanzia della penale era prevista con scadenza al 31 dicembre 1995 e non risulta se essa sia stata rinnovata cosi' da coprire il periodo tra il 1^ gennaio 1996 ed il 20 luglio 1996, data fino alla quale valeva il patto di cui agli articoli 9/1 e 9/2 della scrittura (divieto di vendita o trasferimento delle azioni e dei beni mobili e immobili; divieto di scioglimento e/o liquidazione della societa'). In ogni caso, questo scostamento di tempi e' indice di inammissibile superficialita', che qui espressamente si denunzia; il commissario liquidatore dell'ex Efim non aveva mai reso noto ad alcuno quanto la onorevole Pennacchi comunicava in sede di risposta agli atti citati e cioe' che "... il Ministro del tesoro ... ha ritenuto che non rientrava tra le proprie competenze l'approvazione della bozza di contratto di cessione della Oto Breda Sud ... ed in conseguenza l'amministrazione non poteva accettare la clausola contrattuale che prevede il passaggio dei beni mobili ed immobili della Oto Breda Sud al Ministero del tesoro in caso di risoluzione del contratto di vendita". Il che forse spiega non solo l'accurato silenzio sul punto, ma anche la mancata attenzione delle procedure di risoluzione contrattuale che, se portate a compimento, avrebbero svelato la inesistenza di un ente al quale conferire lo stabilimento di Gioia Tauro, prima che diventasse un ennesimo rottame abbandonato nel sud desertificato; la superiore probabilita' viene affacciata con ottime prospettive che risponda al vero: il comportamento del commissario liquidatore - invero - lascia spazio per inquietanti sospetti di superficiale governo dell'intera vicenda. Sollecitato dalle organizzazioni sindacali, il commissario liquidatore, con lettera del maggio 1996, opponeva l'intervenuta decadenza di ogni suo potere rispetto alle aziende vendute, a mente dell'articolo 4 del decreto-legge n. 467 del 1992, convertito in legge n. 33 del 1993; eccepiva non essergli stato mai notificato il risultato dei controlli quadrimestrali previsti dall'articolo 10/7 della scrittura privata; e comunicava - peraltro - che tali controlli non erano mai stati effettuati ne' dalla regione ne' dalle organizzazioni sindacali; si riferiva ad altro piano occupazionale stilato il 23 novembre 1993, al quale si dichiarava estraneo; insisteva, infine, nell'affermare che i beni sarebbero stati restituiti al tesoro, nel caso di risoluzione del contratto; orbene, tutto cio' e' assolutamente insensato: si e' visto come il tesoro mai potesse rientrare in possesso dei beni, non avendo accettato la bozza di scrittura privata (ed il commissario liquidatore cio' ben sapeva); si e' visto come la regione Calabria e le organizzazioni sindacali non fossero a conoscenza del loro dovere di controllo per mancata comunicazione (almeno per quanto attiene alle organizzazioni sindacali) dei contenuti del contratto; non e' dato sapere - sempre per tale motivo - quale fosse il contenuto del piano 23 novembre 1993, chi lo abbia stilato ed accettato, malgrado a quel tempo fossero integre le competenze di controllo del commissario liquidatore circa tutte le vicende che potessero incidere sulla "consistenza e funzionalita' dei beni ... costituenti l'azienda" (articolo 9/1 scrittura di vendita) e sull'adempimento dell'obbligazione essenziale, per la cui realizzazione il contratto era stato stipulato (raggiungimento e mantenimento del livello occupazionale ai sensi dell'articolo 10/2 scrittura di vendita); il che lascia stupefatti allorche' il commissario pretende di sottrarsi ad ogni discorso sul punto; non si comprende come il commissario liquidatore abbia assunto su di se' l'onere di controllo del corretto adempimento delle obbligazioni poste a carico di Fissore srl, fino al 20 luglio 1996 (e cioe' per un triennio dalla vendita), se le sue competenze, a norma dell'articolo 4 della legge n. 33 del 1993 citata scadessero molto prima; e cosa abbia fatto perche', nella carenza dei suoi poteri di controllo, altre istituzioni (regione Calabria, Ministro del tesoro e dell'industria, del commercio e dell'artigianato) fossero compulsate per evitare che, giunto il 21 luglio 1996 e scaduto ogni diritto di controllo pubblico e consolidatosi - per converso - il diritto della Fissore a cedere la societa' e la azienda, si consumasse l'ennesima truffa; in virtu' della quale un imprenditore ottiene dallo Stato a prezzo vile un bene, non adempie ai doveri per i quali aveva spuntato un prezzo vile, riesce a far maturare i termini per cui il suo inadempimento non sia piu' grave e diventa proprietario di quei beni, in barba ai lavoratori ed infischiandosene di uno Stato imbelle e rinunziatario. E' quanto stava accadendo per la Isotta Fraschini, se - in extremis - alcune coraggiose iniziative non avessero disvelato i misteri di questa ennesima storia italiana. Si e' curiosi di conoscere cosa di tutte queste vicende e di quelle che - in parallelo - si svolgevano dinanzi all'onorevole Borghini, coordinatore delle iniziative per l'occupazione, il commissario liquidatore abbia reso noto al Parlamento nelle relazioni trimestrali alle quali era tenuto a mente dell'articolo 15 della legge n. 33 del 1993. Accanto alle responsabilita' dei singoli e delle istituzioni, vi sono gravi e non equivoche responsabilita' politiche; e' ormai chiaro che gli apparati dello Stato hanno inteso liberarsi della industrializzazione di Gioia Tauro, affidata alla Isotta Fraschini, che doveva ivi produrre una vettura che facesse concorrenza alle Mercedes di classe piu' elevata (!) con fastidio e con cinismo; chiuso il miraggio della Oto Breda, della Finmeccanica e della Efim, bisognava trovare qualcuno che vestito dei panni di "zio Paperone", funzionasse da specchietto per le allodole, e - nel contempo - servisse per allontanare nel tempo la tragedia umana e sociale di una zona ormai ai limiti della sopportazione. Fu trovato un imprenditore, e gli si creddette, anche quando raccontava le favole; gli si costruirono comode strade di accesso al bene pubblico. Dopo, il silenzio; la menzogna; la omissione; fino a tanto da renderlo proprietario, per un pugno di fagioli, di una azienda valutata non meno di 30-40 miliardi: e c'e' mancato davvero poco che cio' avvenisse!!! Ora e' lo Stato che deve intervenire, per evitare la sua sconfitta in un'area che da troppo tempo sopporta ingiustizie, truffe, manomissioni. E deve intervenire con il concerto tra Ministero del tesoro, dell'industria, del lavoro; e' perfettamente inutile che torni in aula un sottosegretario per dire che il suo Ministero si tira fuori: son cose che i calabresi hanno sentito troppo spesso. La Presidenza del Consiglio deve attribuire a qualcuno la competenza del coordinamento, perche' la fabbrica per metallurgia leggera, gia' Breda Sud ed ora Isotta Fraschini, sia mantenuta in vita, a simboleggiare uno Stato che assume le sue responsabilita', dinanzi alle quali si arrende, uscendo dallo stato di latitanza -: cosa si intenda fare, secondo quali metodiche e attraverso quali strumenti, perche' la azienda costruita con il denaro dei contribuenti, in Gioia Tauro, ora denominanta Isotta Fraschini, sia destinata a compiere lavorazioni che diano prodotti credibili e che abbiano un mercato; come intendano procedere perche' essa sia sottratta agli speculatori e si consenta il mantenimento di livelli occupazionali stabili e capaci di corrispondere alle attese delle popolazioni del sud; come intendano procedere per garantire ai lavoratori dipendenti i salari fin qui pagati e quelli a venire; quali siano infine le linee generali della politica di industrializzazione che il Governo intende portare avanti onde la vasta area circostante il porto di Gioia Tauro e - piu' in generale - l'intera Piana di Gioia Tauro, comprendente 33 comuni, sia dotata di infrastrutture e sia destinataria degli incentivi e delle risorse che consentano di mettere a frutto la volonta' di lavoro, di legalita', di impresa dei suoi 170.000 abitanti. (2-00138)





 
Cronologia
domenica 30 giugno
  • Politica estera ed eventi internazionali
    Al G7 di Lione il Presidente del Consiglio Prodi si impegna a ridurre fortemente il deficit pubblico italiano.

mercoledì 31 luglio
  • Parlamento e istituzioni
    La Camera, con 319 voti a favore e 284 contrari, approva l'articolo unico del disegno di legge di conversione A.C. 1857 del decreto-legge 20 giugno 1996, n. 323, recante disposizioni urgenti per il risanamento della finanza pubblica (provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica), su cui il Governo ha posto la questione di fiducia.